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Cosa dovrebbe fare il nuovo governo

Creato il 22 febbraio 2013 da Keynesblog @keynesblog
Cosa dovrebbe fare il nuovo governodi Andrea Terzi(*) per Keynes Blog

Il prossimo governo avrà una priorità su tutte: Rilanciare la domanda in Europa e farlo in fretta!

Erano 18,7 milioni i disoccupati nell'eurozona a dicembre. Ed erano 26 milioni i disoccupati nei 27 paesi dell'UE, di cui 5,7 milioni avevano meno di 25 anni (ovvero la generazione che l'austerità dice di voler proteggere!). Si tratta di stime prudenti, che non includono ex-lavoratori scoraggiati, lavoratori part-time che cercano il tempo pieno, ecc. E tutte le previsioni indicano questi numeri ancora in crescita.

In Italia, il conto dei disoccupati ha raggiunto i 2 milioni e 875 mila, ma il numero non basta a raccontare le difficoltà finanziarie di lavoratori dipendenti e non, le conseguenze sulle relazioni sociali e familiari, o la perdita di dignità, che piuttosto ci raccontano tragici episodi di cronaca.

Cosa dovrà fare il governo che uscirà dalle urne di domenica?

Il nuovo governo sarà il governo di uno degli stati dell'area euro, non tecnicamente in grado di mettere in moto politiche di occupazione davvero incisive. Dovrà quindi prediligere la strada dell'Europa: Parlare forte e chiaro in Europa, facendo appello alla propria credibilità e fermezza.

La voce degli economisti è ormai in larga parte contraria alla politica dell'austerità. Ma occorre uno scatto in più.

Occorre convincersi che la strada dell'Europa passa necessariamente attraverso uno sguardo visonario in grado di mettere al centro gli interessi europei, e non di questo o di quel paese.

È nell'interesse di tutti gli europei fare ripartire la domanda facendo cessare la repressione dei risparmi privati in atto con l'austerità.

Volere è potere: si può emendare il patto fiscale europeo consentendo ai paesi di non dover intervenire per correggere i disavanzi pubblici sotto il 6%, si può decidere un coraggioso taglio delle imposte finanziato da un emissione di eurobonds, e altre misure ancora. Non è impossibile salvare l'Europa. Si può fare, adesso!

(*) Franklin College Switzerland e Mosler Economic Policy Center mecpoc.org; docente di Economia monetaria, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano


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