Crescendo durante il periodo d’oro di Whitney Houston, osservarne la caduta e ieri la prematura morte, è stato difficile. Dotata della voce probabilmente più potente che l’intero settore musicale abbia mai sentito e con una personalità fiera e decisa, Whitney era l’archetipo della diva pop. La sua canzone I Will Always Love You è la canzone perfetta per il giovane che vuole dimostrare il suo talento.
Purtroppo, il detto “Più brucia la candela, più velocemente si consuma” calza alla Huston fin troppo bene. La ragazza venne scoperta mentre cantava nel coro della chiesa e continuò la sua carriera diventando l’artista femminile più premiata di tutti i tempi, alla fine discese in un inferno di droghe, abusi e traumi. Dopo aver appreso della sua morte, mi sono subito ricordato una particolare intervista che mi ha particolarmente inquietato. Fu la lunga intervista che concesse a Oprah nel 2009, dove descrisse i suoi abusi di stupefacenti e il suo rapporto tumultuoso con Bobby Brown. Mentre le sue parole erano inquietanti, era il suo contegno che mi impressionava. La personalità da diva era sparita. Il fuoco nei suoi occhi non c’era più. Semplicemente non era la stessa persona che vidi durante gli anni ’90. Quando salì sul palco per cantare il suo nuovo singolo, la voce celeste che ci aspettavamo era sparita. Sembrava che la sua anima le fosse stata risucchiata.
Guardandola discutere con Oprah, continuavo a chiedermi: “Cosa diavolo è successo a Whitney?” La maggior parte delle persone avrebbe immediatamente risposto “droghe”. Avevo però la strana sensazione che ci fosse qualcosa in più. I suoi occhi tradivano un profondo trauma psicologico e persino spirituale. Marijuana e cocaina, le due droghe di cui ha ammesso l’utilizzo, non trasformano le persone in quel modo. Anche se si fosse fatta di crack o di qualsiasi altra droga, c’era qualcosa nei suoi occhi e sentì che Whitney stava tenendo nascosta la vera causa della sua rovina. Mi chiesi: era per caso sotto il controllo mentale? Erano coinvolti strani rituali, magia nera o altro? Che il suo contratto con “le forze invisibili” fosse scaduto?” Bobby Brown fu il suo handler? Questa parte dell’intervista di Oprah mi ha particolarmente colpito e, quando ho appreso della sua morte mi è subito venuta in mente:
Oprah: Pensavi che stesse succedendo qualcosa di particolare in quei giorni “tossici” in cui te ne stavi seduta per ore se non per giorni?
Whitney: C?erano delle volte in cui lui (Bobby Brown) distruggeva le cose, spaccava vetri in casa. Avevamo un ritratto gigante di me lui e nostro figlio. Ha ritagliato la mia testa dall’immagine. Cose del genere. E pensai: “Questo è veramente strano.” Immaginai che tagliarmi la testa in una foto del genere non fosse proprio normale. Questo fu un segno.
C’erano poi altre cose, iniziò a dipingere occhi nel mio letto. Solo occhi. Occhi malvagi che guardavano in ogni punto della stanza.
Oprah: Iniziò a dipingere sui muri?
Whitney: Già. Sui tappeti. Sulle pareti. Sulle ante dell’armadio. Se aprivo una porta, ci sarebbe stata sicuramente una foto. Allora le tenevo chiuse ma le immagini di occhi erano ovunque. Fu davvero strano. …
Marijuana e cocaina possono far fare cose folli, ma questo tipo di comportamento è sintomatico di qualcosa di ben più profondo. Il ritaglio delle teste e gli occhi “malvagi” sono due ossessioni delle vittime del controllo mentale (e / o di persone spiritualmente disturbate).Qualunque sia il caso, qualcosa di terribile è successo a Whitney Houston negli anni successivi il suo successo. Ma che cosa? Qual è stato il ruolo di Bobby Brown? Difficile da dire. Nella stessa intervista di Oprah, Whitney descrisse i tentativi della madre di salvarla.
Whitney: Disse: “Non ne vale la pena.” “Se ti muovi, Bobby, [lo sceriffo] butterà giù. Non muoverti.” Bobby se ne stava li spaventato.
“Bene. Facciamolo. Non voglio lasciarti andare. Non ti voglio lasciare a Satana. Voglio la mia figlia indietro. Voglio che torni. Voglio vedere quel bagliore nei suoi occhi. Voglio vedere la bambina che ho cresciuto. Perchè non la ho allevata in questo modo. Quindi fai la tua scelta qui ed ora perché ho un’ingiunzione del tribunale che dice che te ne devi andare. “…
- Ibid.
Ora, il giorno prima “della notte più importante della musica”, Whitney è stata trovata morta in circostanze strane (apparentemente annegata nella vasca da bagno), all’età di 48 anni. Come al solito, le droghe vengono menzionate come causa della morte. Tuttavia, come nel caso di Michael Jackson, Amy Winehouse e tanti altri, l’indagine sarà probabilmente un lungo processo noioso, pieno di dichiarazioni vaghe e molte contraddizioni. Ci sono già segnalazioni di Whitney vista in condizioni poco sobrie alcune ore prima della morte.
“In primo luogo ha fatto visita a Brandy, Monica, e Clive Davis al pre grammy, in cui un giornalista del Los Angeles Times la descrive visibilmente gonfia, spettinata con abiti inguardabili e non proprio sobria “Secondo il Times, quando la Houston non stava gesticolando selvaggiamente per Brandy e Monica – che stavano preparando un duetto – girovagava per la lobby dell’hotel senza meta o nei terreni dello stesso. Secondo quanto riferito, gli ospiti avrebbero chiamato la sicurezza dell’hotel per i suoi strani comportamenti.
La Huston giovedì si era ridotta anche peggio. Quella sera, partecipò ad una festa presenziata da Kelly Price al Tru nightclub di Hollywood. Uscendo dal locale, sembrava ubriaca, e delle inquadrature alle gambe sembravano mostrare delle striature insanguinate sulle sue gambe, insieme a dei graffi sui polsi. “
- http://music.yahoo.com/blogs/stop-the-presses/blood-sweat-dishevelment-whitney-houston-tumultuous-final-days-144148765.html
Nonostante la sua morte, al quarto piano del Beverly Hilton Hotel, il tradizionale pre-Grammy show, con il suo glamour e sfarzo, ha avuto luogo nello stesso posto. Come si dice nel mondo dello spettacolo, “the show must go on”. Lo spettacolo andrà comunque avanti e sinceramente sono un pò reticente nel vedere il tributo che l’industria musicale le riserverà. Se Michael Jackson e Amy Winehouse sono esempi attendibili e coerenti, coloro che cadono dalla grazia dell’industria musicale non ottengono un tributo appropriato … ma una celebrazione del loro sacrificio.