Stephan El Shaarawy è un vero desaparecido. Non gioca dai primi di dicembre dello scorso anno, quando si fermò – nuovamente – per un riacutizzarsi del problema al metatarso del piede sinistro. E via con l’ennesimo consulto medico, questa volta ad Amsterdam dal professor Van Dijk.
Una guarigione che diventa un “parto”, sulla stessa scia dell’ex inguaribile Pato. Il giocatore è ancora fermo ai box e probabilmente non vedrà il campo prima di aprile. Praticamente un’intera stagione buttata nel cestino, con 323 minuti giocati tra playoff di Champions, Champions vera (22 minuti) e serie A.
Cosa è successo davvero a El Shaarawy? Il parere del dottor Ganzit
Ho deciso così di contattare il dottor Ganzit, dell’Istituto di Medicina dello Sport di Torino, per chiedergli lumi e cercare di vederci chiaro in una situazione non proprio cristallina. È un quesito che, arrivati a questo punto, si sono posti un po’ tutti: può una microfrattura al piede tenere lontano dai campi un giocatore per oltre 6 mesi? “Il problema è evidentemente anomalo. Per una frattura del genere però, che consiste in una ri-lesione, i tempi diventano per forza più lunghi; tengono ad allungarsi un po’. E l’intervento potrebbe non essere avvenuto nel migliore dei modi”. Si spieghi meglio, cosa intende? ”L’organismo può aver risposto male, reagendo in maniera non ottimale per mille motivi, e così la vite applicata all’osso ha iniziato a ballare”, è l’analisi del medico interpellato.
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Che non nasconde perplessità sui tempi di recupero dilatati in una casistica di questo tipo. “La rifrattura ha raddoppiato i tempi di recupero, perché oltre 5 mesi di stop fanno supporre che qualcosa non sia andato correttamente, secondo i canoni normali”. E quali complicazioni possono insorgere in infortuni di questo tipo? “Può esserci un non perfetto raffrontamento delle lime della frattura perché magari particolarmente scomposta. Poi, come detto, a volte i perni non tengono. Se poi al Milan hanno commesso qualche errore, questo non lo so… (ride, ndr)”.
Cosa è successo davvero a El Shaarawy? Caso anomalo
Un problema anomalo, un’operazione che può aver riscontrato complicazioni, lo spettro dell’errore dello staff medico, un giocatore che l’anno scorso era implacabile e trascinatore totale, oggi costretto sul divano di casa a guardare i compagni dalla tv. Qualcosa, dunque, non è andato per il verso giusto, perché come ha chiarito anche il dottor Gian Pasquale Ganzit “5 mesi fanno supporre che qualcosa non sia andato correttamente” e rafforzano l’idea che sia senza dubbio “un caso anomalo”. E non sarebbe la prima volta in quel di Milanello, dove Pato se lo ricordano tutti. E non per le incredibili prestazioni…