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Cosa fa il supervisore nel tirocinio formativo?

Da Psychomer
by Azzurra Spreafico on giugno 1, 2011

Durante i tirocini formativi all’interno della facoltà di Scienze della Formazione ogni tirocinante è seguito da un SUPERVISORE interno all’ente nel quale svolge tirocinio.

Le funzioni del supervisore sono quelle di:

  • occuparsi della burocrazia per l’avviamento del tirocinio
  • impostare il progetto individuale di tirocinio (obiettivi e modalità di raggiungimento);
  • favorire la conoscenza e l’analisi del servizio ( ad esempio fornendo la carta dei servizi) e spiegando dialogicamente la struttura organizzativa prima e durante l’esperienza formativa;
  • monitorare lo sviluppo delle abilità professionali (specifiche e globali) mediante colloqui, feedback e restituzioni “a caldo” e “a freddo”;
  • stimolare il tirocinante ad assumersi la responsabilità del proprio lavoro e a svolgerlo con una certa autonomia, seppur protetto e controllato;
  • fare il punto sui progressi dell’apprendimento, accordarsi sulle successive attività da svolgere e riprogettare il piano di tirocinio, nel caso ve ne sia bisogno;
  • verbalizzare e discutere tutti i comportamenti professionali e la loro efficacia d’intervento, nonché eventuali aggiustamenti o correzioni necessarie a un miglior svolgimento della professione;
  • mettere lo studente in condizione di autovalutarsi meglio, di comprendere cosa è in grado di affrontare da solo e le situazioni nelle quali incontra difficoltà;
  • dare dei chiarimenti;
  • dare sostegno emotivo;

Per permettere la realizzazione di questi obiettivi è preferibile che il supervisore sia all’interno del servizio, ma che allo stesso tempo ne abbia una certa distanza (ad esempio il coordinatore). Spesso infatti questa distanza aiuta il tirocinante ad aprirsi e a chiedere aiuto in caso di difficoltà: non è infatti pensabile un tirocinio senza crisi! La crisi è necessaria per far sì che si avvi un cambiamento costruttivo. Il cambiamento però può essere costruttivo solo laddove vi sia qualcuno, ovvero il supervisore, in grado di passare dal livello dei fatto al livello dei vissuti (fatti carichi di emotività). Il supervisore può quindi accogliere, domandare e restituire in forma elaborata i vissuti che nascono dal tirocinio, in modo da avviare un cambiamento positivo da una crisi.

Ecco un esempio di colloquio: alcune possibili domande che il supervisore potrebbe fare.

Come pensi stia andando il tirocinio?

Cosa ritieni di dover imparare a questo punto del tirocinio?

Rispetto al Piano che cosa hai fatto e cosa non hai ancora fatto?

Come potresti fare per imparare questo?

Come posso aiutarti?

Un attività che secondo potrebbe essere utile è…

Cosa hai fatto in questa situazione?

Cos’altro avresti potuto fare?

Come ti sei sentito/a? Che emozioni hai provato? Perché?

Se fai così potrebbe succedere questo…

Per il prossimo mese potresti concentrarti …


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