Cosa farai da grande?
Era la domanda tipica che si faceva ai ragazzini quando venivano presentati dai genitori, e badate il condizionale non si usava allora, in quanto vi erano le inconsapevoli certezze che un domani quei pensieri o quei desideri si sarebbero forse realizzati.
Logicamente la hanno rivolta anche a me, milioni di volte, ma io rispondevo drasticamente: Non lo so! !, poi si vedrá. Deludevo cosí chi mi stava davanti e che si aspettava una risposta tipica:L’ingegnere, l’avvocato, il medico ecc…professioni in vista ed importanti almeno per quei tempi. Io mai ho ambito a tali figure per il mio essere pratico e semplice, ma in testa avevo mille percorsi e mille progetti. La tecnologia é sempre stata una attrazione, smontavo qualunque cosa che mi appariva strana per capire come era fatta, l’elettronica mi appassionava e ricordo ancora oggi quando ho costruito per la prima volta un micro trasmettitore FM per trasmettere musica nel vicinato con una antenna rudimentale, frutto dei miei primi calcoli matematici, anche se quella maledetta matematica mi aveva fatto “rimandare a settembre” il primo anno di Liceo. I primi approcci con l’etere, le trasmissioni col “baracchino cb”che mi rubavano notti intere e che mi condannavano ad un sonnambulismo diurno nelle ore scolastiche. Ma ero magari felice di aver “raggiunto l’isola della riunione” la cui posizione, scoperta dopo, tramite un vecchio atlante, era impossibile da raggiungere con un apparato tipo il mio,quindi ancora piú contento e realizzato per il traguardo raggiunto e confermato dalla famosa cartolina giunta per posta dai quei luoghi. Ricordo ancora come la sventolavo a scuola a mo di trofeo, e accadeva sempre cosi ad ogni collegamento importante. Non c’erano i cellulari allora, e quel modo di comunicare era diventato epidemico se non pandemico. Coinvolgeva persone di qualunque etá, ed ho ascoltato in cuffia persone “datate” che si facevano compagnia a distanze inimmaginabili come se fossero nella stessa stanza. Era tanta la voglia di usare la radio, che quell’aggeggio divenuto ormai “portatile” lo portavo ovunque, alla cintola, ed addirittura anche nello zaino Scout quando si usciva o si andava ai campeggi. Si gli Scout, quella meravigliosa associazione che mi ha formato, rafforzato il carattere, e fatto scoprire il valore vero dell’amicizia, LA MIA UNICA ED INIMITABILE esperienza associativa. Giá all’etá di 14 anni mi vedeva coinvolto totalmente, ed indossavo quella divisa orgoglioso di farne parte come un Carabiniere indossa la propria. Non vedevo l’ora che avvenisse qualcosa, qualunque occasione da farmela indossare, sfogliando continuamente quel giornalino periodico alla ricerca di un evento da qualche parte, e quando i miei compagni di avventura si organizzarono per partire, ad aiutare la popolazione dell’Irpinia in occasione del tremendo terremoto , io non potetti andare e rimasi deluso ed amareggiato per la mancata opportunità, come piansi per non aver potuto partecipare ad un evento Scout Nazionale che si ripeterà nel 2014 dopo ben 28 anni. Un altro treno passatomi davanti e che io non sono riuscito a prendere al volo, e mai pensando che non sarebbe passato più in futuro, ma nonostante tutto, io li reputo ancor oggi, piú convinto che mai, I MIGLIORI ANNI DELLA MIA VITA. Poi vai avanti e comunque qualcosa di serio devi pur fare per rimanere a galla e devi imparare a nuotare bene se vuoi sopravvivere, quindi maturata l’età dei 21 anni, ho preso la saggia decisione di intraprendere un percorso lavorativo, anche perché mantenere alcune passioni, costa e anche tanto,come la Fotografia che mi ha sempre accompagnato fino ad oggi, e che mi rimanda a tutte quelle ore chiuso in camera oscura, ad aspettare che quanto avevo immortalato per strada o nei miei viaggi, prendessero forma nelle bacinelle degli acidi di sviluppo. Anche questa mi ha aiutato a cogliere tanti aspetti della vita, non solo la mia, ma anche quella degli altri, con le loro espressioni, la loro gioia, ed anche purtroppo ,il loro dolore. Ho coltivato tante cose, le ho guardate da più lati, ed ho provato sulla mia pelle, anche le varie delusioni , come quello che per ultimo in ordine cronologico, mi ha fatto riflettere come in un attimo si annienti tutta la volontà di fare, cioè la perdita di un posto di lavoro che consideravi un porto sicuro. Mi sono sempre rimboccato le maniche, ed ho avuto la forza di inventarmi qualcosa, ma ho capito che devi avere anche qualcuno accanto che ti incoraggi, a farlo e a non abbandonare le idee, a rischiare se necessario. Io quel qualcuno ho avuto la fortuna di averlo o meglio di averla in quanto è la persona che ormai da 16 anni mi sopporta ma nello stesso tempo mi appoggia, nelle cose che faccio, anche quando mi pongo dei limiti, MIA MOGLIE. Oggi cerco di spingere la barca a remi anche in assenza di quel motore perfetto degli anni ormai lontani, e se mi dovessero chiedere oggi COSA FARAI DA GRANDE ?, io ancora risponderei come allora, NON LO SO, POI SI VEDRA’ in quanto la vita oggi la apprezzi e la affronti così come viene con annessi e connessi, ma se mi guardo indietro sicuramente farei le stesse cose e con il solo rimpianto di non averne fatto alcune quando avrei potuto farlo, come non essere salito su quel treno. Poi incrocio lo sguardo e gli occhi di mia Figlia, e nel suo modo di essere “ancora bambina” scopro i miei valori che sono riuscito già a trasmettergli, ed allora penso che almeno UNA COSA BUONA E BELLA MI E’ RIUSCITA, e devo dire anche….veramente bene.