Tra qualche giorno sarò a New York, e sono preoccupato.
Qualche domenica fa guardavo un programma di Anthony Bourdain su SKY. La puntata era sui migliori piatti della Grande Mela, anche se come al solito Tony finisce sempre per occuparsi più di alcool che di cucina. Una caratteristica di questo programma, The Layover mi sembra, è che tra un ristorante e l’altro ci sono degli intermezzi di residenti che danno qualche consiglio ai turisti. In quella puntata, tra le varie dritte, una mi aveva incuriosito: nella metro di New York NON si devono fissare gli altri passeggeri, perché NON si fa. Non ricordo bene, ma mi sembra proprio che il concetto sia stato ribadito più volte.
Probabilmente non avrei più pensato a questa cosa, ma leggendo un saggio sugli US Open (un torneo USTA
È un bel problema. Io guardo sempre in modo diretto gli altri passeggeri, e quasi sempre senza rendermene conto. È un vizio che ho sempre avuto.
Quando avevo quattordici anni ho vissuto due esperienze innocue che però mi sono rimaste impresse. Una volta ero seduto su un pullman fermo al capolinea e dopo un po’ mi accorgo che per strada c’è un ragazzo che agita le braccia dicendo: “cazzo guardi?” Sarà andato avanti per qualche minuto probabilmente, che non si capisce come mai non sia salito su a dirmelo faccia a faccia. Un’altra volta, in una situazione analoga, sono stato riportato sul pianeta terra da due ragazze che, facendomi il gesto della macchina fotografica e mettendosi in posa, mi chiedevano se volevo una foto. A proposito, chi mi spiega la relazione che intercorre tra il fissare qualcuno e il desiderio di essere fotografati? Ché io non sono mai riuscito a capirlo. Qualcun altro, magari qualificato, mi può anche spiegare perché ho ricordi così insignificanti, e soprattutto perché li sto condividendo con voi.
Detto questo, io sono veramente preoccupato.