Mentre i biologi studiano la possibilità di clonare un mammut, grazie ad una carcassa perfettamente conservata appena estratta dal ghiaccio siberiano, i geologi hanno forse capito invece cosa abbia provocato l’estinzione di massa, rapida e totale, di questi pachidermi lanosi dei tempi antichi, scomparsi circa 12 mila anni fa.
COSA HA FATTO ESTINGUERE I MAMMUT?
A quell’epoca la Terra- appena uscita dall’Era Glaciale-risprofondò all’improvviso in una fase di clima estremamente rigido: è quello che viene chiamato Younger Dryas, un periodo durato nell’emisfero nord circa 1300 anni. Kenneth Tankersley, professore di antropologia e geologia dell’Università di Cincinnati, e la sua equipe di ricerca credono di averne scoperto l’origine: un’esplosione di dimensioni apocalittiche avrebbe offuscato per secoli la luce del sole, facendo precipitare le temperature.
Lo studioso ha analizzato gli strati geologici della Sheridan Cave, una grotta in Ohio. A 30 metri di profondità- in concomitanza con lo strato relativo a 13 mila anni fa- ha scoperto un deposito di sferule di carbonio da impatto. Queste minuscole palline di carbone si formano ad alte temperature: secondo Tankersley, si sarebbero generate dalla combustione della roccia, possibile solo con una gigantesca fonte di calore. Quindi, durante la Younger Dryas, qualcosa di terribile deve aver colpito questa area degli Stati Uniti.
Ma visto che simili depositi, appartenenti allo stesso periodo geologico, sono stati trovati in altri 17 siti sparsi in 4 continenti, il ricercatore ne ha tratto questa conseguenza: l’evento ebbe scala planetaria, coprendo una superficie di 50 milioni di km quadrati. “Sappiamo che qualcosa di sufficientemente caldo fece sciogliere la roccia, producendo queste sferule di carbone. Qualcosa di molto grande, che coinvolse tutto il mondo”, dice. La natura di quel “qualcosa” non è ancora chiara: un meteorite, una cometa, oppure un supervulcano.
UNA SFERULA DI CARBONE AL MICROSCOPIO ELETTRONICO