Cosa mi aspetto dal 2012? Questa è stata la prima domanda che mi sono posta allo scoccare della mezzanotte. Come ogni 31 dicembre, siamo portati a ripercorrere i momenti che abbiamo vissuto nell'anno che sta per terminare. E, come ogni primo dell'anno, pensiamo a ciò che ci riserverà il futuro. Per quanto mi riguarda, spero di vivere il 2012 in modo migliore del precedente. In fondo, si spera sempre di vivere al meglio. Sicuramente, sarà - anche questo - un anno in cui non potrò separarmi dai miei amati libri. Sarà, poi, un anno in cui - spero - avrò la possibilità di farmi conoscere di più da voi che avete iniziato a seguirmi dagli ultimi mesi del 2011. Ho pensato a molte cose che vorrei. Sono giunta alla conclusione che la cosa che desidero, più di ogni altra, è la serenità e felicità per le persone a me care e anche per me stessa. E con queste ultime parole auguro - anche a tutti voi - che possiate vivere un anno sereno e felice nel modo in cui desiderate.
Per l'occasione, ho deciso di inaugurare il primo post del 2012, con una poesia di uno degli autori che preferisco in assoluto: Pablo Neruda.
Il primo giorno dell'anno
Lo distinguiamo dagli altri
come se fosse un cavallino
diverso da tutti i cavalli.
Gli adorniamo la fronte
con un nastro,
gli posiamo sul collo sonagli colorati,
e a mezzanotte
lo andiamo a ricevere
come se fosse
un esploratore che scende da una stella.
Come il pane assomiglia
al pane di ieri,
come un anello a tutti gli anelli…
La terra accoglierà questo giorno
dorato, grigio, celeste,
lo dispiegherà in colline
lo bagnerà con frecce
di trasparente pioggia
e poi lo avvolgerànell’ombra.
Eppure
piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell’anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani
a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo,
ci prepariamo a mangiare, a fiorire,
a sperare.
(Pablo Neruda)
A tutti voi...BUON 2012!