Anton Raphael Mengs, Marie-Louise de Parma as a Bride (detail)
Ovviamente tutti sanno che ad un matrimonio NON ci si veste di nero (ORRORE!!!), né di bianco (a meno di non essere la sposa).
Le ragioni del no al bianco sono storicamente quelle del non entrare in competizione con la sposa.
Anche se si è di mezza età. In quel caso, forse, più per evitare un temibilissimo effetto meringa.
Io aggiungerei anche che ormai il bianco è considerato un colore estivo e che quindi tenderei ad evitare l'effetto riciclo del prendisole.
Le ragioni del no al nero sono facilmente intuibili: un colore inevitabilmente legato al lutto o, se proprio vogliamo superare l'effetto gramaglia, da scegliere, nella sua declinazione elegante, per una serata (es. a teatro) o per un evento elegante di lavoro (cena, cocktail).
Oggi come oggi, comunque, la peggiore eventualità è quella di trovare ai matrimoni gli stuoli di "amiche" della sposa vestite come le veline o le mille starlette televisive, con tatuaggi in bella vista, scolli abissali, shorts o microgonne. Assolutamente inappropriato l'effetto Belen, insomma.
Così come francamente ridicole le andature ondeggianti e pericolanti inflitte da tacchi altissimi, magari scelti per un matrimonio in campagna; con conseguente abbandono delle calzature sotto i tavoli della cena (o del pranzo) e invitate a piedi nudi per il resto della serata.
Un'ultima raccomandazione: controllate di avere tolto le etichette ai capi che indossate. Una invitata, al nostro Royal Wedding di sabato, aveva la targhetta col prezzo sotto le scarpe, ben visibile per via del tacco altissimo.
Ed una mia "quasi nuora" si è salvata dall'indesiderato sfoggio dell'etichetta per la mia mania di controllo a tutti i costi.
a questo proposito: ricordarsi di portare sempre un paio di forbicine in borsa, indispensabili per "ritocchi" di emergenza come questi.
Quanto a me, come mi sono vestita?
Dopo un accurato safari fotografico con prova di tutte le mise possibili, inviato poi a mia sorella per un parere; dopo aver cercato (invano) di coinvolgere il più critico dei figli (TRE) nella valutazione (al ché lui ha risposto lapidario: "Sono un maschio, ventenne ed eterosessuale: non sono la persona adatta a dare consigli in fatto di moda"); dopo aver avuto un ulteriore consulto con una mia "quasi-nuora"....alla fine ho deciso di testa mia e l'unico abbinamento che non avevo provato e che è saltato fuori dal guardaroba praticamente da solo.
Eccomi qui.
Vestita di blu e del mio tipico rosso indiano.
Ma soprattutto dei miei capelli con i colpi di luna (come li chiamo io: a dimostrazione che anche il grigio può essere carino) e del mio sorriso.
E' stata una gioia grande e questo vale tutte le noie dei preparativi.