È passata una settimana dalla nostra gita alla Blogfest 2013. Tanto c’è voluto per portare a termine il riconteggio dei voti della nostra categoria. Ma ora che abbiamo capito che nessuno, nemmeno quest’anno, ci consegnerà l’agognato Macchianera Italian Award, possiamo finalmente pubblicare questo post, in cui parliamo male di tutto e tutti. E in cui, tra le righe, vi raccontiamo anche le cose che più ci hanno colpito durante questa esperienza.
- Cibo e birra gratis. Che hanno deformato le nostre facce e le nostre dignità così.
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L’ego delle twitstar e delle blogstar. Che emergeva nel corso dei dibattiti organizzati durante il weekend e durante i quali c’erano sempre alcune sedie vuote sul palco. Solo dopo qualche ora abbiamo capito che le sedie servivano per far sedere i rispettivi ego. I più fortunati hanno assistito a interviste in cui si affermava “la mia popolarità televisiva deriva dal numero di miei follower”. Ricordiamo con affetto il momento in cui la sala di aspiranti wannabes rapiti dallo speech di NOTA TWITSTAR EGORIFERITA è stata bruscamente risvegliata dalla risata malvagia di Matteowolk che ci ha obbligato ad abbandonare la convention alla chetichella ridacchiando come delle galline nel silenzio generale.
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Le figure di merda con suddetti personaggi. Ogni volta che li deridevamo, questi avevano il potere di palesarsi accanto a noi. E noi subito a far finta di nulla e a chiedere autografi e foto insieme. Cuori impavidi. Da qui è nato immediatamente l’hashtag #lefalse che ci ha accompagnato per tutta la serata.
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Gli amici virtuali che hanno dato prova di esistere dal vivo. Una delle cose belle della Blogfest e di altri eventi di questo tipo è che sono occasioni per conoscere chi si cela dietro quegli account con cui siamo abituati ad avere a che fare da molti anni. E scoprire che nessuno di questi è un fake. Vorremmo a proposito salutare David di Tivoli e il suo cavalier king.
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“Haffainton Post”, ossia la pronuncia di Andrea Delogu di “Huffington Post”. Che poi ci sta che una persona possa non conoscere l’Huffington Post. È un po’ meno tollerabile se la persona in questione è la conduttrice della premiazione dei Macchianera Italian Awards e non è nemmeno il primo anno. Alle interrogazioni di filosofia a sorpresa ci presentavamo più preparati, per dire. Tra l’altro aveva la ricrescita di una settimana, ma chi siamo noi per giudicare.
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La simpatia dei discorsi di ringraziamento dei premiati. Che ci ricorda come sia facile essere brillanti in 140 caratteri o dietro un post ragionato e confezionato al calduccio della nostra cameretta, mentre salire sul palco e improvvisare è molto più difficile. E non si risolve tutto urlando nel microfono “cazzo”. Vorremo a proposito citare Pinuccio che a questo punto può anche andare con gli angeli a scrivere le battute di Nicola Savino.
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Serena Grandi e La locanda di Miranda. Ossia il miglior luogo possibile dove affogare i dispiaceri dopo la sconfitta elettorale ai Macchianera Italian Awards. Allora provate solo a immaginarci: Filodrama, Signor Ponza, Matteowolk e Valerio di fianco a Serena Grandi, Selvaggia Lucarelli e La Bulgara™: pressapoco così quando abbiamo appreso la notizia.
- Il Katun. Highlight della gita (sorry, Serena).
Filodrama, Matteowolk, Signor Ponza e Valerio
Il post Cosa ricorderemo della gita alla Blogfest 2013, scritto da Signor Ponza, appartiene al blog Così è (se vi pare).