I Condor e Mussoloni
Leggo le parole roboanti del segretario del Pd Bersani: “Chi fa e dice certe cose non può governare un Paese”. Benissimo.
E Fini, oggi: “La pagina di Berlusconi si è chiusa“. Più chiaro di così?
“Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si dimetta e dopo si può aprire una nuova stagione politica”. Pierferdinando docet.
Apre cosi’ l’articolo odierno di Gianfranco Mascia sul Fatto Quotidiano. L’ennesima invettiva, la sua, in cui implora tutti i “non Mussoloni” a coalizzarsi contro la bestia. Tutti tranne uno.
Perche’ sui giornali si fa un gran parlare di Galeazzo (ancora caldo della convention di Perugia), delle dichiarazioni alla citronella senza zucchero di Valium, persino del redivivo PierFerdy, ma nessuno pare volersi occupare del Condor di Cassano Magnago. Perche’?
Il Condor sembra esser riuscito a creare una bolla di disattenzione intorno al suo partito. La Lega sta con Mussoloni oppure no? Nessuno se lo chiede. I commentatori, anche i piu’ attenti, sembrano scivolare sopra questo particolare.
Personalmente trovo che non si tratti di un particolare da poco. Stiamo vivendo un momento politico molto simile a quello che precedette Tangentopoli. L’establishment amministrativo ed imprenditoriale e’ sfacciatamente corrotto - ben oltre i livelli del 1992 - e la situazione non e’ ancora esplosa soltanto perche’ gli ultimi sedici anni hanno provocato nella gente comune quella che i fumatori conoscono come assuefazione da consumo abituale. Se per definire i tramacci del pentapartito si conio’ il neologismo Tangentopoli, per quelli odierni non basterebbe un dizionario intero.
Ebbene, la Lega esplose proprio in quella congiuntura. Tra il 1992 ed il 1994 il Condor seppe fare un balzo di consensi elettorali che a ripensarci Beppe Grillo gli fa un baffo. Perche’ cio’ accadde? Accadde perche’ il Condor cavalco’ l’ondata giustizialista che aveva affascinato la piu’ volitiva delle escort, la pubblica opinione. Un attimo prima, sotto gli sguardi divertiti dei piu’, radunava i suoi sulle rive del dio Po, fantasticava la costruzione di un muro dalle parti di Pavia, chiedeva la secessione e di batter moneta propria, lo scudo padano se ricordo bene. Tutto questo un attimo prima di Tangentopoli. Un attimo dopo Tangentopoli, la Lega divenne un partito di governo e da quel momento in poi, piaccia o meno, al governo ci stette almeno quanto Mussoloni.
Ora siamo notoriamente nel 2010 e la congiuntura si ripropone con alcune varianti:
1. Il fatto di stare al governo permette al Condor di tirare molti piu’ fili rispetto a vent’anni orsono ma rischia di includere buona parte dei “suoi” nel computo dei “cattivi” quando, nel tripudio generale, arrivera’ il Giorno del Giudizio.
2. Oggi il panorama del potere mondiale gli appare molto piu’ nitido. Il Condor adesso sa perfettamente chi comanda, sa con chi trattare e sa che l’ipotesi della secessione non e’ piu’ una favola come in passato.
La congiuntura e’ critica e dunque favorevole, il rischio aumenta ma aumenta anche la posta. Da questo quadro preliminare, il Condor deve estrarre la strategia da seguire per raggiungere i suoi obiettivi. C’e’ da augurarsi che siano quelli giusti.
Il Condor e Galeazzo
Cio’ che fara’ nelle prossime settimane sara’ fondamentale. Abbiamo visto come nel corso del week-end gli altri abbiano sfoderato tutte le armi. Il Condor, al contrario, ha da tempo creato una cappa di indifferenza ad ogni livello. In un Parlamento che e’ diventato un bazar, le presunte opposizioni non gli chiedono nemmeno di sbilanciarsi sulle possibili future alleanze della Lega, gli organi di stampa non gli chiedono conto del suo imbarazzante alleato per il quale invece consumano bidoni di inchiostro, men che meno la “base” che non ha mai chiesto nulla ed ora attende col fiato sospeso che il Tycoon di Cassano Magnago estragga l’ennesimo coniglio dal cilindro.La disgrazia per i lettori della stampa nazionale – nessuno escluso - e’ che si e’ diffusa l’infondata convinzione che il Condor sia un becero sia nei modi che nei pensieri. Nel frattempo l’establishment di commedianti e cialtroni – gente pagata solo per recitare e che non ha fatto altro fino ad oggi - non puo’ che chieder lumi a lui che e’, a ben vedere, il miglior stratega politico rimasto in circolazione da quando Andreotti e’ andato fuori di testa.
Tra una boccata e l’altra, ora e’ il Condor che dice agli altri cosa devono fare, a telecamere spente pero’. Letture sul tema: Perche’, sapendo e potendo - Il bastone e la carogna - Il buono, il brutto e il cattivo - Pronostici divergenti - Stavolta sara' peggio del 1944