Sotto l’etichetta generica di e-book possono essere raccolti svariati tipi di files, a seconda delle proprie convinzioni personali e di ciò che siamo disposti a considerare come “libro”: alcuni scelgono di restringere il termine ai soli formati che abbiano un’aria sufficientemente libresca, come lo
Epub, il
MOBI e il
PDF; altri preferiscono intendere il termine nella sua accezione più ampia e includono negli e-books qualsiasi testo scritto in formato digitale, a partire dal più semplice dei
TXT prodotti da un
Blocco Note. Questione di gusti e di convinzioni personali, appunto: il minimo comune multiplo è che sia scritto e in formato digitale. Il formato
CHM si colloca appunto nella fascia grigia tra lo e-book fatto e finito, con tanto di copertina, indice, eccetera, e il file di testo puro e semplice: alcuni lo considereranno un formato per e-book, altri non lo riterranno degni. Qualunque sia la vostra scuola di pensiero, vi converrà sapere almeno cosa fare quando ve ne troverete davanti uno, dato che ha conosciuto una discreta diffusione in passato ed è tuttora utilizzato in molti contesti.
Il formato CHM è un formato proprietario, realizzato dalla
Microsoft una quindicina di anni fa: ha visto la luce più o meno ai tempi di
Windows 98, per intenderci. Nonostante questa sua origine “chiusa”, però, il formato CHM è stato allegramente vivisezionato e la sua struttura interna ormai è ben nota: per questo motivo vi capiterà di trovarlo anche in contesti che non hanno nulla a che fare con la
Microsoft e con Windows, come alternativa a formati più rigidi, tipo il PDF. Anche il suo campo di azione si è allargato col tempo: se alla nascita era stato destinato alla realizzazione delle guide per i vari programmi (i vari files di “aiuto” che trovate per quasi tutti i programmi destinati all’uso su sistemi operativi Windows, per esempio), adesso è utilizzato per distribuire qualsiasi tipo di testo, libri inclusi.
Qui sopra potete vedere un esempio di file CHM: probabilmente ne avrete già incontrato almeno uno, nel corso della vostra vita al computer. Come potete notare, un file CHM dispone sia di un indice, nel riquadro di sinistra, sia di varie altre funzioni per modificare la visualizzazione del testo, che lo portano molto vicino ai normali lettori per e-books. Non solo: se andiamo a guardare sotto la pelle di un CHM, troveremo molte altre somiglianze con formati quali lo Epub e il MOBI, tanto che possiamo pensarlo come uno zio o un cugino dei formati e-book più diffusi oggi.
Un file CHM, infatti, è fondamentalmente una raccolta di files HTML rilegati assieme. Si prendono i vari capitoli del nostro testo in formato HTML, li si raccoglie assieme, si compila un indice coi link alle varie sezioni dei vari capitoli e poi si comprime il tutto: ecco realizzato un CHM. Se ricordiamo quale sia la struttura di uno Epub, vedremo che
la differenza non è molta. È anche facile capire la comodità di un formato dinamico come questo, rispetto alla rigidità di un PDF: come i formati e-book più famosi oggi, si tratta sempre di “sito compresso”, che può modificare il proprio aspetto per adattarsi alla dimensione dello schermo.
Per aprire un file CHM esistono diversi sistemi. Se utilizzate un sistema operativo Windows, avrete già a disposizione tutti gli strumenti che vi servono: nella maggior parte dei casi basterà un doppio click sull’icona del file e si aprirà da solo. I files CHM scaricati dalla Rete, però, potrebbero darvi qualche problema: una volta aperti, può capitare che non vediate il testo normale, ma il classico messaggio di “pagina non trovata”, proprio come succede quando non riuscite a collegarvi a un sito. È una misura di sicurezza, utilizzata spesso da Windows. Se vi succede, cliccate col tasto destro del mouse sull’icona del file, selezionate la voce “Proprietà” dal menu contestuale e scegliete di “sbloccare” il file.
Altra cosa che potete fare coi files CHM, sempre in ambito Windows, è decomprimerli, ossia “smontare” il file ed estrarre tutte le pagine HTML di cui è composto: questa operazione, di solito, risolve qualsiasi problema di lettura dovreste avere, se proprio quel CHM on piace al vostro computer. Per smontare un CHM, dovrete passare dal celeberrimo “prompt dei comandi”, noto anche come “linea di comando” o con altri nomi: qualcosa che, probabilmente, molti utenti Windows non avranno mai fatto in vita loro, a meno che non siano vissuti nei tempi eroici in cui Windows girava ancora su DOS. Dopo aver cercato e avviato il programma
cmd dal menu di avvio di Windows, dovrete digitare questo comando:
hh.exe –decompile destinazione nome_file.chm
Al posto di “
destinazione” dovrete inserire nome e indirizzo della cartella in cui salvare le varie pagine HTML, una volta estratte dal file CHM; al posto di “
nome_file.chm”, invece, dovrete inserire nomee indirizzo del file CHM. Gli indirizzi del file e della cartella saranno qualcosa del tipo
c:\Users\Tizio\Documents eccetera, a seconda di dove avete salvato il file originale e dove volete salvare il suo contenuto. Non lasciate spazi vuoti nel nome del file o nel nome della cartella.
Questa soluzione potrebbe risultare indigesta a molti di voi, oltre che difficile per chi utilizza un altro sistema operativo. Soluzioni alternative, che funzionano sia su Windows, sia su
Linux, sia altrove, richiedono l’utilizzo di programmi esterni.
Firefox, ad esempio, ci mette a disposizione una estensione per aprire i file CHM, ossia
CHM Reader, che aggiungerà una voce “Apri files CHM” al menu di Firefox: potremo così aprire qualsiasi file CHM all’interno di Firefox e leggerlo da lì, proprio come faremmo con gli strumenti forniti da Windows.
Altra possibilità è quella di convertire un file CHM in un altro formato di nostra preferenza, utilizzando
Calibre. Fra gli svariati formati che Calibre supporta, infatti, è incluso anche il CHM: basterà così aggiungere il file CHM a Calibre, scegliere di convertirlo e poi selezionare il formato di destinazione, che potrebbe essere uno Epub (per quasi tutti i lettori di e-book), un MOBI (per il
Kindle), oppure altri ancora. Come per ogni conversione, non è garantito che il risultato sia allo stesso livello qualitativo dell’originale, ma di solito è sufficientemente buono da non badare alle differenze, almeno nei files di solo testo.