Da alcuni giorni Hong Kong è al centro di proteste di piazza, organizzate soprattutto da studenti. Grazie ad il Post proviamo a capire di cosa si tratta:
Sono proseguite anche oggi le proteste di migliaia di cittadini di Hong Kong che chiedono le dimissioni del capo del governo locale e la possibilità di tenere libere elezioni nel 2017. La trattative in corso per superare le diverse posizioni sono state sospese in serata dagli studenti, perché a loro dire la polizia avrebbe ignorato le azioni violente di alcuni gruppi ostili ai manifestanti.
Uno scontro che viene da lontano e che non si sa dove porterà:
Il punto centrale delle proteste di questi giorni a Hong Kong mira a preservare ed estendere quella autonomia sulla quale cinesi e inglesi trovarono un accordo negli anni Ottanta del Ventesimo secolo. Un'autonomia che si deve articolare su un sistema essenzialmente liberal-democratico, ma che è pesantemente condizionata (come era facile aspettarsi) dal peso del regime comunista. Una dura repressione delle proteste, però, oltre a influenzare pesantemente la già compromessa immagine del governo di Pechino nel sistema di relazioni internazionali, avrebbe sviluppi politici inattesi anche su altri piani.
Cos'è Hong Kong, per chi non sa bene se sia Cina, Gran Bretagna o qualcos'altro:
La Cina perse il controllo su Hong Kong in tempi relativamente recenti, dopo la prima Guerra dell'Oppio, che fu combattuta tra il 1839 e il 1842. In quegli anni il gigantesco impero cinese era devastato dalla corruzione e dal malgoverno. [....] L'accordo prevedeva inoltre che Hong Kong, una piccola isoletta nel delta del fiume delle Perle, nella Cina meridionale, passasse sotto il controllo del Regno Unito. [....]Si trattava però di un prestito della durata di 99 anni. A parte il periodo della Seconda guerra mondiale, Hong Kong rimase per decenni sotto il controllo del Regno Unito, instaurando una propria economia, molto più aperta al capitalismo rispetto a quella del sistema cinese.
[...] Nel 1982 il governo di Margaret Thatcher mandò in Cina l'ex primo ministro Edward Heath, con l'incarico di avviare negoziati con la Cina su Hong Kong.[...]La Cina restò intransigente. Vista l'impossibilità di mediare, il primo ministro cinese e quello britannico firmarono insieme la Dichiarazione Congiunta Sino-Britannica il 19 dicembre 1984, a Pechino. Con questa si stabiliva che tutti i territori di Hong Kong sarebbero tornati a far parte della Cina a partire dal primo luglio 1997, anche se la Cina si impegnava a non instaurare immediatamente il sistema socialista, lasciando invariato il sistema economico e politico della città per almeno 50 anni.
Uno dei giovani leader della protesta studentesca è Joshua Wong :
Joshua Wong è figlio unico e proviene da una famiglia della classe media politicamente impegnata (Wong ha raccontato che suo padre lo portava con sé "a visitare i poveri e i sofferenti"): rifiuta di essere chiamato "capo" dicendo che "i movimenti di protesta non devono identificarsi in una sola persona, ma in un principio". Ma Wong era già piuttosto conosciuto in Cina, e non solo. Nel 2012 aveva infatti organizzato (a soli 14 anni) una grande mobilitazione del cosiddetto gruppo "Scholarism" contro un programma di educazione patriottica che il governo voleva imporre al posto della tradizionale educazione civica. Wong parlò a quel tempo di "lavaggio del cervello" e "indottrinamento" e riuscì a mobilitare circa 120 mila studenti. Il piano, anche grazie a queste proteste, fu poi sospeso.
Fonti:
http://www.ilpost.it/2014/10/03/hong-kong-2/ http://www.ilpost.it/2014/09/30/proteste-hong-kong-cina-tibet-taiwan/ http://www.ilpost.it/2014/09/29/hong-kong/ http://www.ilpost.it/2014/10/02/hong-kong-leader-joshua-wong/