Si possono rivoluzionare i mobili dell’Ikea, azienda che ha rivoluzionato il modo di abitare di milioni di persone? Si può. Loro si chiamano Elia Maurizi e Francesco Pepa e sono i fondatori di Teste di Legno, un progetto che vuole andare oltre il design del marchio-icona dell’azienda svedese, grazie a un pizzico di folle e sana “creatività”. Perché a volte le cose non sono così come sembrano.
Tutto è nato il giorno in cui hanno deciso di acquistare alcuni mobili Ikea per il loro studio. Seguendo le istruzioni, figura per figura, si sono dedicati al montaggio, senza farsi disorientare dalle decine di viti, ganci, rondelle e ripiani di vario formato. Dopotutto, il bello delle istruzioni Ikea è che parlano una lingua senza parole, comprensibilissima a tutti. Terminato il montaggio di un mobile, stavano per montarne un altro, quando gli è venuto in mente di “arricchire” il primo con alcune parti del secondo, inventandone un terzo.
E così è nata Lato B, una collezione composta da una credenza, una libreria, una cucina e una lampada. Se nella normalità ogni oggetto ha un identità fissa e definita, ad esempio “un tavolo è un tavolo” – citando il famoso quadro della pipa di René Magritte, sul quale è scritto “Questa non è una pipa” – osservando le loro proposte verrebbe da dire “questo non è un tavolo”. Teste di Legno ci insegnano con le loro creazioni a superare le rappresentazioni, perché i loro oggetti sono altro, con qualcosa dentro, sopra, sotto e attorno. Né è uno splendido esempio l’opera Magritte: non è presente una pipa reale ma solo un’immagine di essa, e come ammise lui stesso “Se avessi scritto sotto il mio quadro: questa è una pipa, avrei mentito.”