di Nicola Pucci
Con l’approssimarsi della bella stagione il vostro scriba, globetrotter perditempo, avrà forse voglia di concedersi una vacanza defatigante in qualche tranquilla località all’insegna del riposo, buona cucina e attrazioni culturali. L’indice destro punta la zona mediterranea del mappamondo e… oplà, andiamo a Valletta, nell’isola di Malta.
Veduta di Valletta – da wallpaperscraft.com
Non particolarmente distante, dal clima primaverile che seduce, pure economica – e con queste lune non guasta -, con un patrimonio artistico forse poco conosciuto ma, assicuro io, di indubbio pregio, è proprio quel che ci vuole per purificare lo spirito e tonificare il corpo. Seguitemi.
Con volo Ryanair proveniente da Pisa atterro al piccolo aeroporto di Valletta dove son destinati i voli internazionali. Per raggiungere la capitale, pochi chilometri oltre, ho due valide alternative, il taxi o meglio ancora i trabiccoli giallo/arancio di fama europea di cui Malta va fiera. Approvo senza condizioni, perchè sanno di vecchio. Puntuali, efficienti, affollatissimi, saranno sgangherati e difficilmente potranno offrir per certo il posto a sedere ma è curiosamente simpatico il fatto che per chiamare la fermata sia necessario aggrapparsi ad una cordicella collegata al campanello. Esperienza unica, e il primo impatto è già positivo.
Autobus a Valletta – da fotografia.deagostinipassion.com
Il trasporto pubblico confluisce nel piazzale degli autobus subito fuori le vecchie mura di Vallettaed è l’invito a non perdersi l’ora in cui il sole pensa bene di coricarsi, deliziando la folla oceanica che si accalca proprio qui, tra i pulmini incastrati uno accanto all’altro. Varcata la porta d’entrata alla città mi catapulto tra le stradine che si dispiegano dalla centralissima Trik ir-Repubblika. È poliedrica e accattivante, Valletta, che sprigiona vitalità giovanile da ogni poro ma regala anche scorci di ineguagliabile romanticismo come la veduta sul Grand Harbour e le Tre Città, Vittoriosa, Senglea e Cospicua, dalla balconata dei giardini colonnati di Upper Barrakka. È maestosa nell’imponente profilo della Cattedrale di San Giovanni, anzi co-Cattedrale visto che spartisce il rango con la Cattedrale di San Paolo di Mdina, sede conventuale dei Cavalieri, che conserva la stupefacente pala d’altare con la “Decollazione di San Giovanni Battista” del Caravaggio – che nell’isola trovò rifugio – e si fa vanto di un tripudio di marmi e decorazioni da riempirsene gli occhi. È straordinariamente minuscola, forse si guadagna la palma di capitale più piccola d’Europa, da ridurre le indicazioni sulle insegne a 2, massimo 3 nomi, Camilleri, Azzopardi, Farrugia e pochi altri. È singolarmente originale nelle file di balconi variopinti che conferiscono connotazione cromatica ai sali-scendi che portano al lungomare.
Ha radici storiche importanti, Valletta, eretta dai Cavalieri di San Giovanni, attaccata dai turchi, occupata da Napoleone, liberata e protetta dagli inglesi. Fort St.Elmo, nella punta estrema, è il baluardo più antico a guardia del Grand Harbour e del piccolo porticciolo di Marsamxett che governa il traffico di traghetti con Sliema. Altre fortificazioni sono giunte a consolidare il perimetro della capitale, ed è piacevole costeggiare le mura che guardano verso il mare di Cottonera. Non è camminata dispendiosa quella che vi propongo, tutt’altro, ma l’appetito vien faticando ed allora gustatevi il fenek, il coniglio, cucinato arrosto o stufato. Le vostre papille gustative godranno, parola di scriba.
Ciao ciao Valletta, tornerò a trovarti prima o poi, trasmetti serenità e ce n’è gran bisogno.
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