Cosa vogliono gli antinuclearisti?

Il fine settimana appena trascorso è stato caratterizzato dalle numerose manifestazioni organizzate dal fronte antinuclearista in diverse piazze italiane. Anzi, a Montalto di Castro si sono addirittura spinti fino in spiaggia per invitare i cittadini-bagnanti a partecipare al prossimo referendum previsto per il 12 e 13 giugno.

Una mobilitazione che lascia più di una perplessità, soprattutto dal momento in cui il governo ha dichiarato la moratoria rimandando la questione di almeno un anno.

A mio parere, l’intento dei cosiddetti ambientalisti è fin troppo chiaro: battere il ferro finché è caldo, fomentando il clima di paura per far sì che i voti contrari al nucleare raggiungano percentuali “bulgare” come quelle registrate in Sardegna la settimana scorsa. Così, quando la questione nucleare tornerà sul tavolo, essi avranno buon gioco nel dire che il popolo italiano ha già dichiarato la propria contrarietà a grande maggioranza. Insomma, questi signori fanno leva sull’”effetto Fukushima” per chiudere la partita una volta per tutte.

Il desiderio è legittimo, ma molto meno lo sono i mezzi usati per realizzarlo; anziché sfruttare l’emotività delle persone (che, per definizione, ne penalizza la razionalità) sarebbe più giusto affrontare il discorso su basi oggettive e scientifiche, argomentando le proprie ragioni, all’interno di un dibattito ampio e aperto al contraddittorio. Il tempo per farlo non mancherebbe di certo, e forse un simile approccio consentirebbe a tutti di fare le proprie scelte in modo consapevole ed equilibrato. Ma forse, è proprio ciò che questi signori vogliono evitare.