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Cosa vuol dire la parola Sisohpromatem

Creato il 01 novembre 2011 da Marvigar4

Imm

   Controllando le statistiche del mio blog ho notato che tra i termini ricercati nel motore di ricerca c’era anche “cosa vuol dire la parola sisohpromatem”. Bene, forse è giunto il momento di dire brevemente da dove nasce la parola che dà il nome al mio blog. Intanto, la parola non l’ho inventata io, è stata già usata da una scrittrice americana, Kit Reed, nata nel 1932, in un suo breve racconto, dal titolo appunto Sisohpromatem, pubblicato nel 1967 all’interno di Best SF Stories from New Worlds, un’antologia di brevi storie di fantascienza. Purtroppo non ho avuto modo di leggere il racconto e non mi risulta vi siano traduzioni in italiano (magari prima o poi la farò io, se nessuno mi precede…) Com’è possibile vedere, Sisohpromatem è il contrario di Metamorphosis, la parola inglese corrispondente alla nostra “metamorfosi”, dal greco μεταμόρφωσις, ossia trasformazione, cambiamento di forma. Personalmente, ho trovato la parola ascoltando nel 1983 Areknames di Franco Battiato, brano inserito all’interno di Pollution (1972), secondo album in studio dell’autore siciliano. All’interno del refrain di Areknames si sente un testo molto probabilmente cantato al contrario che fa più o meno così. “Atenoi paretelevu sisohpromatem mereit nor faledetrem”. Il suono della sibilante s di “sisohpromatem” mi colpì moltissimo, poi, in un secondo tempo, capii che si trattava della parola “metamorphosis” al contrario. Su consiglio di un mio compagno di scuola, che ringrazio ancora infinitamente, misi su una specie di piccolo movimento avanguardistico che si chiamava appunto Sisohpromatem. L’idea era quella di creare liberamente prendendo spunto dagli esempi dei dadaisti e surrealisti, attraverso composizioni scritte e elaborazioni sonore. Quell’idea di “metamorfosi della metamorfosi” non mi ha più abbandonato, è diventata una sorta di filosofia di vita, di atteggiamento scettico nei confronti di tutto ciò che si presentava come assoluto, incontrovertibile. Ricordo il periodo 1983-85 come uno dei miei più belli proprio perché intorno al Sisohpromatem si creò un gruppo di ragazzi che amavano sperimentare e divertirsi in modo molto originale e artistico. Oggi, che non sono più un ragazzo, almeno anagraficamente, continuo a discutere, cercare di vedere, definire la realtà guardandola da più punti di vista senza rintanarmi in una pretesa metafisica (pretesa che è patrimonio anche e soprattutto di chi intende superare la metafisica e poi ragiona e si comporta metafisicamente). Mi è sembrato naturale battezzare il mio blog usando la parola Sisohpromatem e tentando di sperimentare ancora. Anche il simbolo che vedete risale a quel periodo. Io continuo a provarci, più che altro è quel ragazzo degli anni ’80 che me lo suggerisce (e aveva ragione!).

mvg



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