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Cose che BuzzFeed può insegnare ai giornali

Da Pedroelrey

BuzzFeed, aggregatore virale di notizie, ad inizio anno ha raccolto oltre 15 milioni di dollari per riposizionarsi come portale di notizie che produce contenuti originali, propri.

L’accordo con il «The New York Times” di metà giugno, per la copertura delle convention di repubblicani e democratici negli USA, e la nota interna di Jonah Peretti, CEO di BuzzFeed, che parla di oltre 30 milioni di utenti unici, sono la chiara testimonianza di una strategia di successo. Un successo che si basa sulla grande capacità di captare quello che interessa alle persone e di coinvolgerle rispettandole come spiega Peretti:

We care about the experience of people who read BuzzFeed and we don’t try to trick them for short term gain.  This approach is surprisingly rare.

How does this matter in practice? First of all, we don’t publish slideshows. Instead we publish scrollable lists so readers don’t have to click a million times and can easily scroll through a post. The primary reason to publish slideshows, as far as I can tell, is to juice page views and banner ad impressions.  Slideshows are super annoying and lists are awesome so we do lists!

For the same reason, we don’t show crappy display ads and we make all our revenue from social advertising that users love and share.  We never launched one of those “frictionless sharing” apps on Facebook that automatically shares the stories you click because those apps are super annoying. We don’t post deceptive, manipulative headlines that trick people into reading a story.  We don’t focus on SEO or gaming search engines or filling our pages with millions of keywords and tags that only a robot will read.  We avoid anything that is bad for our readers and can only be justified by short term business interests.

Instead, we focus on publishing content our readers love so much they think it is worth sharing. It sounds simple but it’s hard to do and it is the metric that aligns our company with our readers. In the long term is good for readers and good for business.

Rispetto e coinvolgimento che hanno portato, anche, alla realizzazione di una “reaction bar” diversa da tutti gli altri. Al fondo di ogni articolo, oltre ai consueti bottoni per la condivisione dei contenuti su principali social network, vi è appunto una barra che permette al lettore di esprimere il proprio sentiment sia in positivo che in negativo. Questo consente, da un lato, alle persone di esprimersi tanto sinteticamente quanto liberamente su quello che hanno letto e, dall’altro lato, permette a BuzzFeed un’immediata sentiment analysis della propria proposta editoriale come dimostrato, anche, dall’articolo pubblicato qualche giorno fa di analisi delle reazioni dei propri lettori ad una serie di notizie pubblicate tra gemmaio e luglio di ques’anno.

Sintetico, visivo, efficace. Credo che sia un insegnamento prezioso per le altre testate, per gli altri giornali online.

Cose che BuzzFeed Può Insegnare ai Giornali


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