Nome: CIEN
Dove: LIDL
Costo: meno di un euro.
Giudizio: zero assoluto
Dopo le “Cose che NON sanno di quello che dovrebbero sapere”, in cui abbiamo preso coscienza dell’esistenza su questo piano astrale del liquore all’alcol rosa e dell’aceto alla fragola… Oggi è la volta di una cosa che SA di quello che dovrebbe sapere, ma non va bene uguale e mo’ vi spiego perché.
Fin dagli anni Ottanta ho ricordi legati alle pubblicità dei deodaranti (per la casa, l’ascella o il piede…) il cui vanto primario, era quello di non sentirsi. Rimembro le due amiche del cuore di grigio vestite, sudate di palestra che si strusciano su una panca ed una, infilando il naso sotto l’ascella dell’altra, dice: “Si sente, che non si sente!!!” e giù di grasse risate e sintonia amicale pre-sex & the city.
Le due amiche avevano ragione, ma erano delle pischelle in confronto a ciò che l’industria della deodorazione aveva in serbo! Come deodoranti che non solo non si sentono, ma s’inglobano persino i cattivi odori! -Così non ti devi manco lavare!- Sali minerali miracolosi che se rigenerati con l’acqua del rubinetto, neutralizzavano le puzze (e non le coprivano, che è diverso!), deodaranti che oltre a non farsi sentire e ad eliminare i cattivo odori, si mangiano pure i batteri igienizzandoti!!!
Però poi compri il deodarnte roll della CIEN.
Con un INCI accettabile, quasi tutto buono con solo due elementi molto cattivi (Aqua, Aluminium chlorohydrate (cattivo cattivo), Aloe barbaadensis gel, Diethilhexyl carbonate, Isopropyl palmitate, Methyl glucose sesquistearate, Parfum, Hydroxyethylcellulose (mediamente cattivo), Polyglyceryl-3 caprylate, Sodium benzoate, Polyglyceryl-4 laurate, Allantoin, Potassium sorbate, Glycerin, Bisabolol, Gossypium herbaceum cotton seed extract, Sorbic acid).
Ma che sa di deodorante. Ebbene sì. Proprio come il tuo primo deodorante roll della Infasil che sapeva di deodorante e diamine… non era un buon profumo. E’ per questo che poi Elio scrive canzoni sui teen-ager parlando di “ascelle purificate”. Immaginatevi una stanza piena di adolescenti complessati, messi giù da gara per la maledettissima festa delle medie… Immaginatevi quante rollate di Infasil di sono passati sotto l’ascella. E ora immaginatevi il tanfo.
Il problema è che oltre ad aver citato Elio* , ho la memoria breve e mi dimentico tutto, e oggi sono andata a far la spesa (dopo due giorni in cui avevo finito il deodorante) e cosa compro? Il dedorante roll della Cien… ma non quello “neutro” che sa di deodorante, bensì una nuova fragranza dal roseo tappo, che dovrebbe sapere di fiori freschi.
Senza farci troppo caso ho fatte le cose che faccio di solito, anche se devo ammettere che c’era qualcosa che continuava a tornare… una sorta di sensazione o un deja-vù. Non so come spiegarmi… è come quando canticchi una canzone e non ti viene in mente ne’ il titolo ne’ il musicante. Non so, era qualcosa di piacevole… intanto che cazzeggiava su facebook, inseguivo i gatti, leggevo il giornale (brrr) mi sentivo come pervasa da un’aura pre-vacanziera. Mi sentivo come se avessi dovuto fare i bagagli e partire per il mare e poi ho capito!
La mia ascella deodorata con deodorante roll ai fiori freschi della CIEN, mi ricordava il deodorante che usano nei cessi dell’autogrill.
Quei pugni in pieno naso nausenti che servono per coprire il traffico di minzioni, defecazioni e mestruazioni durante l’esodo vacanziero, nelle giornate da bollino nero.
E poi ho pensato a Versailles. E a quei zozzoni maledetti dei nobili francesi che si riempivano di talchi e profumi perché non avevano voglia di lavarsi. Che hanno inventato le parrucche per camuffare l’unto sui capelli. E poi ho pensato a quell’incredibile ed efficientissimo artifizio che dovremmo comprare dalla Francia, per risolvere i nostri problemi.
No… non sto parlando di una centrale nucleare. Parlo di una gigliottina.
Quando quel giorno arriverà… il giorno della sommossa suprema in cui si mozzeranno le teste ai governanti zozzoni, ricordatevi di non usare il deodorante della Cien. Potreste fare una brutta fine….
* citare Elio e Le Storie Tese per avvalorare una propria tesi o caricare di pathos una tua esperienza, è come usare i detti popolari per dimostrare leggi scientifiche. E con questo, non oso dire che non abbia scritto canzoni divertenti… sostengo solo che se piace a tutti, ma proprio tutti… la cosa dovrebbe quantomeno puzzarvi (con o senza deodorante ai fiori freschi).