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Cose da ricordare di un anno di viaggi – il 2013

Creato il 26 dicembre 2013 da Patrickc

Liste, momenti, foto, ricordi e post di un anno in cui ho potuto viaggiare spesso. 
Io amo le liste e le classifiche, le leggo tutte. Poi, è chiaro, sono personalissime e si può essere d’accordo o meno, non possono essere universali. Spesso sono, infatti, solo una scusa per scrivere delle cose che si amano. Quindi ecco una serie di liste, classifiche legate ai viaggi di un 2013 in cui fortunatamente sono riuscito a viaggiare molto. Avrei voluto inserire anche i blog che ho scoperto, i post che mi hanno emozionato di più. Ma erano troppi, non avrei saputo scegliere. Continuerò a linkare i blog e i post che ho amato tutte le volte che scriverò di un argomento simile, come faccio sempre.

Tre città che mi hanno stupito

1) Sarajevo

Tramonto a Sarajevo

Luce dorata su Sarajevo. Una foto sovraesposta, bruciata, ma che amo molto
(foto di Patrick Colgan)

Una città che accoglie e sorprende

Arrivare a Sarajevo era l’idea che avevo fissa in testa fin da quando eravamo follemente partiti da Bologna a mezzanotte (arrivo a Trieste alle tre passate) per un viaggio nei Balcani occidentali attraverso Bosnia, Croazia e Montenegro. Un sogno che sembrava andato in pezzi quando eravamo arrivati dopo una lunga giornata di guida sotto una pioggia torrenziale (roba da tropici, che avrei trovato tale e quale qualche mese dopo a Cuba). Avevano attraversato strade tortuose, deserte e a volte pure disastrate.  Al termine di questa strada Sarajevo ci aveva accolta con un traffico terribile, gelo, cupi palazzoni e ovunque tetre memorie della guerra di 20 anni fa. Palazzi feriti, macerie, cimiteri. E così è stato ancor più sorprendente innamorarsi di questa città, della sua vita, della sua atmosfera rilassata, del modo in cui riesce a non ostentare le sue cicatrici. Un aiuto ce lo ha dato Elvir, la nostra guida. Ne ho scritto qui Da Bologna a Sarajevo, prendendola larga – capitolo 6

2) Tel Aviv

Tel Aviv

Habima square, Tel Aviv
(foto di Patrick Colgan)

Colta, vivace, bella e… cara. Semplicemente Tel Aviv

Lo sapevamo già, ma Tel Aviv si è confermata una città giovane, rilassata, piena di cultura, musica, arte che fa dimenticare il contesto complicato e il passato tormentato. Qui ci si lascia trasportare da un’atmosfera serenamente epicurea. E si mangia benissimo. Ne ho scritto qui Tel Aviv.

3) Gerusalemme

La via crucis del venerdì a Gerusalemme

La via crucis del venerdì
(foto di Patrick Colgan)

Al centro della storia

Pensavo di trovare una città invasa dai pellegrini, piena di venditori di paccottiglia e anche di fanatici religiosi. Sì alcune di queste cose le ho trovate, soprattutto le orde di pellegrini. Ma Gerusalemme non è tutta qui, non si limita ai monumenti o agli intensi significati religiosi che le suo attribuiti. Gerusalemme è una città con più anime, che avrei voluto scoprire meglio, vivere di più. Magari entrando in quei locali dal quale uscivano le chitarre distorte di band del posto, a due passi dalle sinagoghe dove la sera prima gli haredim avevano celebrato le tisch (questo solo per ebrei, purtroppo). Il venerdì sera al Muro occidentale, poi non credo lo dimenticherò mai. Ne ho scritto qui: Un weekend a Gerusalemme

Tre piatti che non dimenticherò

1) Il sushi di Kyubey

Ginza Kyubey

Trattasi di un gunkan
(foto di Patrick Colgan)

Delizie d’Oriente

In Giappone si mangia quasi sembre benissimo. Ma davvero bene. Però i 100 euro forse meglio spesi in cibo della mia vita sono stati investiti in uno splendido, infinito pranzo seduto a un sushi bar di Ginza Kyubey, uno dei templi del sushi di Tokyo (ex Stella Michelin). Però, visto che mi piace mescolare alto e basso, meritano una menzione anche le ostriche fritte servite in un izakaya di Kyoto. A un ventesimo del costo. Il Giappone non è un Paese così caro come si crede, soprattutto per mangiare. Ne ho scritto qui: Tre posti dove mangiare a Tokyo

2) Hummus in Israele e territori palestinesi

Hummus a Gerusalemme

Hummus a Gerusalemme

Il sapore della Palestina

Tel Aviv, Gerusalemme, Betlemme e non solo, immagino. In Israele e territori palestinesi l’hummus è fantastico – e molto economico – ovunque. E’ davvero uno dei piaceri, costanti, del viaggio nonostante spesso ci si debba ricorrere per necessità, visti i prezzi. Ne ha scritto la mia compagna di viaggio su Persorsi – Mangiare (quasi) low cost a Tel Aviv

3) Il Polipo a Perast

Il polipo servito a Perast

Il polipo servito a Perast (foto di Patrick Colgan)

Sorprese montenegrine

Chardonnay Montenegro

Ecco cosa intendo per pranzo con vista!

Presente quando non dai una lira a qualcuno o qualcosa che poi si rivela straordinario? E’ successo al ristorante Admiral Perast, su una splendida terrazza affacciata sulle Bocche di Cattaro, in Montenegro. Nei ricordi tendo a escludere l’infinita attesa (tipica del Paese), un fastidioso elicottero che ronzava misteriosamente basso sull’acqua e il fatto che a un certo punto ha iniziato a piovere. Ricordo però molto bene il sapore di un polipo preparato perfettamente e di un gradevole chardonnay montenegrino con un panorama unico. Ho scritto anche del Montenegro eh.

Tre momenti che non dimenticherò

1) L’arrivo a Sibenik

Cattedrale di Sibenik

Faccia a faccia con i passanti del’400 alla cattedrale
(foto di Patrick Colgan)

Una sera incantata

E’ uno dei momenti più belli degli ultimi anni, forse della mia vita. Dopo una lunghissima giornata di fatiche, complicazioni, maltempo e un lungo viaggio, arrivare una sera di primavera in questa cittadina incredibilmente bella e deserta è stato come fare un passo dentro a un sogno. Qui il post: da Trieste a Sibenik

2) Le notti a Cuba

Remedios (foto di Patrick Colgan)

Remedios (foto di Patrick Colgan)

Allegria e tristezza

Non c’è ancora stata Cuba in questa lista, forse il viaggio più importante di questo 2013. E allora ricordo soprattutto le sere, le notti. Ricordo la musica, i sigari, il sapore del mojito che si mescolano agli aspetti più duri e più tristi della vita sull’isola: il sorriso di un ragazzo quando regali una maglietta,  la gente stipata nei solar, la difficoltà a tirare avanti, le frotte di ragazze che compaiono solo la notte e affollano le discoteche a caccia di turisti.

Però nella mente mi restano soprattutto i cieli stellati dell’isola: a Vinales, a Cayo las brujas, il rumore delle onde su una spiaggia, di notte, quando la bufera si era appena placata e le nuvole diradate. Cuba è stato un viaggio estremamente intenso, che non ho ancora capito fino in fondo, che faccio ancora fatica a raccontare e anche per questo ne ho scritto pochissimo. Per esempio qui: Un pomeriggio a Remedios

3) Davanti al muro di separazione

Il muro di separazione

Il muro di separazione (e un graffito di Ericailcane)
(foto di Patrick Colgan)

Senso di soffocamento

Di Sarajevo ho già scritto. Così qui avrei voluto taccontare il ritorno a Kyoto, la cui bellezza non smette di commuovermi. Perché è più piacevole raccontare i momenti belli. Ma di questo 2013 non dimenticherò molto facilmente la sensazione di angoscia provata davanti al muro di separazione in Cisgiordania. Forse le guide palestinesi lo fanno apposta, ti mostrano i posti dove questo muro è più alto e soffocante, dove taglia i paesi radente alle case, fra le case, circondando le case. Però questi posti esistono e i muri – qualsiasi sia la ragione che porta a costruirli – qui come a Belfast mi provocano ansia, angoscia, mancanza di aria. Ne ho scritto cercando di non  entrare nel merito di problemi troppo complessi – e che sul posto appaiono ancor più complessi di quanto sembravano prima –  ma limitandomi alle sensazioni che ho provato: Lungo il muro in Cisgiordania

Sulle montagne

1) Il Corno alle scale

La valle del silenzio

La valle del silenzio

Passi e memoria

Quest’anno sul Corno alle scale -la ‘mia’ montagna, sono tornato molte volte. E ho scritto un racconto che parla di passi e di ricordi, quando il paesaggio che si confonde con la storia della propria vita. Il racconto che ho dedicato al Corno alle scale è il post più personale che abbia mai scritto.

2) Presolana

sulla Presolana

sulla Presolana

“Solo se la via resta invisibile ci si accorge che il vero viaggio non è il tragitto: questo, anzi, è sconosciuto anche a noi e scompare dietro ai nostri passi” (Franco Michieli, qua)

Con Davide e Pietro ho scoperto montagne che non conoscevo. Ma quel giorno la montagna ha scelto di non mostrarsi, di velarci gli occhi. Forse un avvertimento, forse un invito a non aver fretta, a tornare. Forse un modo per vivere diversamente l’esperienza di un cammino come non lo avevo mai vissuto.  Per ora però la Presolana la lasciò raccontare a Davide che la conosce bene: La Presolana di ieri, domani (da Scritture creative)

3) Val d’ultimo

I larici della Val d'ultimo (foto di Patrick Colgan)

I larici della Val d’ultimo (foto di Patrick Colgan)

Il segreto degli alberi millenari

Non è necessario andare lontano per scoprire luoghi preziosi. In Alto Adige, con Pietro, ho incontrato i larici della Val d’Ultimo. Ed è stato molto, molto bello.

I tre post più letti del 2013

Lo shinkansen

Lo shinkansen on sembra pronto a trasformarsi in un robot gigante?
(da Cinque viaggi in treno bellissimi)

1) Come fare belle foto di viaggio  - Suggerimenti e accorgimenti per principianti, perché basta davvero poco per scattare foto con un po’ di consapevolezza in più.

2) Cosa non fare a New York – Andare a Times Square (a far cosa?), passare la giornata in fila da Abercrombie & Fitch o per salire sulla Statua della Libertà… tutte cose gettonate, ma con cui non perderei tempo in una delle città più belle e interessanti del mondo.

3) Cinque viaggi in treno bellissimi – Non i più belli in assoluto, ma i più belli che ho fatto. E’ stata l’occasione per scrivere di uno dei miei mezzi di trasporto preferito. E di viaggi importanti.

Chiudo con un augurio: che il 2014 vi porti lontano (e vi riporti poi a casa)!


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