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Nuovi motivi per amare Bangkok

Creato il 16 febbraio 2016 da Patrickc

Ritorno a Bangkok: quattro momenti da ricordare del secondo viaggio nella capitale thailandese

Caldo, crampi alle gambe, una sensazione di affanno costante e la sgradevole sensazione dei vestiti appiccicati alla pelle. Bangkok mi fa venire in mente momenti di nervosismo e sconforto. Perché Bangkok non la puoi sottovalutare, o ti prende a schiaffi. Il mio secondo incontro con la capitale thailandese in effetti non è stato tanto migliore del primo, almeno all’inizio. Ci eravamo messi in testa di pranzare — appena sbarcati da un volo estenuante — in un imbucatissimo ristorantino di noodles di cui avevamo letto su Boat Magazine. Una follia, a ripensarci. E così, dopo essere usciti dall’aeroporto, esser sopravvissuti al primo impatto con l’aria bollente della capitale thailandese ed esserci infilati in un taxi avevamo cercato di spiegare all’autista dove farci lasciare. Gli indirizzi da queste parti, da soli, non servono a molto, specie se sono in caratteri latini. E così ci siamo fatti abbandonare da un tassista piuttosto scettico su un anonimo, rovente stradone individuato grazie a google maps. Con tutti i bagagli.

Dopo venti minuti di infruttuosi avanti e indietro con dodici chili di zaino sulle spalle (all’indirizzo indicato sembravano esserci una banca o, alternativamente, un ristorante che serviva frattaglie indefinite oppure ancora un antro tenebroso o varie combinazioni dei tre) siamo riusciti a risalire su un altro taxi grondanti sudore, questa volta diretti senza indugi all’ostello. Bangkok, era l’insegnamento, non va mai presa alla leggera. Nemmeno per cose in apparenza semplici come mangiare una scodella di noodles con l’anatra.

Il ritorno

Eppure, anche se Bangkok sa farti sentire i suoi spigoli più duri e stordirti con gli odori, il caos, il caldo e il traffico è una città che emoziona. Ti fa arrabbiare, anche. Ma è anche una città che sa farsi amare in modo molto semplice, solare. E poi la seconda volta che ci torni forse si è un po’ appannato sul tuo volto lo sguardo smarrito dello straniero al primo impatto con la città e nessuno ti ferma per dirti che il tempio dove stai andando è chiuso e anche i tassisti sembrano smetterla di proporti prezzi di pura fantasia. Fai meno caso ai gruppi di uomini diretti a Patpong o che scendono a Nana dallo Skytrain. Hai tempo per guardarti attorno, notare i dettagli, renderti conto di dove ti trovi. E l’idea di essere tornato in questa città incredibile, in questo caos, ti fa provare un brivido anche se è caldissimo, ti fa un po’ girare la testa.

(A proposito, anche se è la prima volta che si arriva in città, mai rivelarlo a un tassista).

Bangkok ci ha accolto così, Khlong Toey (foto di Patrick Colgan, 2015)

Bangkok ci ha accolto così, Khlong Toey (foto di Patrick Colgan, 2015)

E così grazie anche ai consigli e alla compagnia di Andrea abbiamo scoperto altre quattro cose che amiamo di Bangkok, forse meno immediate di quelle che ci erano piaciute al primo viaggio (la cucina, il Wat Pho e la Jim Thompson’s house, per esempio, piacciono quasi a tutti no?).

#1 Il mercato dei fiori di Bangkok

I mercati in Asia sono spesso luoghi colorati, fotogenici, affascinanti. Ma nessuno che ho visto è colorato e profumato come il mercato dei fiori di Bangkok (Pak Klong Talad, in realtà non l’unico, ma solo il più grande). Cumuli di petali colorati, cornucopie di fiori di ogni colore avvolti in grigi fogli di giornale che li fanno risaltare ancora di più. E poi la presenza umana, il chiacchiericcio, le abili mani che intrecciano ghirlande votive alla luce del neon. Ma è meglio non restare imbambolati o si rischia di venire travolti da un carretto ricolmo di fiori.

Il mercato è sempre aperto, ma di certo non dà il suo meglio nelle ore più calde quando fra l’altro si affollano molti turisti. C’è chi consiglia di visitarlo prima dell’alba quando è al massimo della frenesia. Io non vi dico qual è il momento migliore per me, perché come tutte le cose belle e autentiche è fragile e non voglio offrire la risposta a google e dovrete arrivarci da soli.

Il mercato dei fiori di Bangkok (foto di Patrick Colgan, 2015)
Il mercato dei fiori di Bangkok (foto di Patrick Colgan, 2015)
Il mercato dei fiori di Bangkok (foto di Patrick Colgan, 2015)
Il mercato dei fiori di Bangkok (foto di Patrick Colgan, 2015)
Il mercato dei fiori di Bangkok (foto di Patrick Colgan, 2015)
Il mercato dei fiori di Bangkok (foto di Patrick Colgan, 2015)
Il mercato dei fiori di Bangkok (foto di Patrick Colgan, 2015)

Come arrivare al mercato dei fiori:  è vicino al Memorial Bridge, non lontano dal fiume Chao Phraya

#2 Il Bangkok River Festival (Loy Krathong)

La nostra destinazione era la Cambogia, la Thailandia non era il cuore del nostro viaggio. Anche per questo ci siamo accorti tardi, solo quando eravamo sul posto, che ripartivamo proprio il giorno del Loy Krathong, quello che è chiamato anche festival delle luci. Si celebra nella notte di luna piena fra fine ottobre e inizio novembre. Secondo l’ente del turismo del Paese l’origine, antica, è incerta, ma “La credenza più popolare è che è un modo di mostrare rispetto e gratitudine alla Dea dell’Acqua Phra Makhongkha”. La festa più famosa è quella di Chiang Mai, ma è celebrato ovviamente anche a Bangkok. Qui, come in altre città della Thailandia si rilasciano sui fiumi delle piccole imbarcazioni, i krathong, fatte di legno e foglie di banano, decorate con fiori, candele e incenso. Ci si augura buona fortuna e si rilasciano sul fiume le avversità e le disgrazie.

Decisi a partecipare in qualche modo alla festa, abbiamo scoperto che la settimana precedente il Loy Krathong lungo il fiume si teneva il Bangkok River Festival con proiezioni cinematografiche, dimostrazioni di arti tradizionali, danze, concerti e anche il celebre tempio Wat Pho, quello del grande Buddha sdraiato, era eccezionalmente aperto di notte. Le informazioni sul sito erano confuse, ma avevamo capito che per l’occasione navette gratuite del festival facevano la spola lungo il Chao Phraya fermandosi alle varie stazioni del festival: templi e… centri commerciali.

C’erano, con nostra sorpresa, pochi stranieri e la cosa più divertente è stata partecipare davanti a Wat Pho a un laboratorio in cui abbiamo creato i nostri krathong (quasi completamente biodegradabili, a parte le graffette metalliche usate per tenere assieme le foglie di banano, c’è chi ci mette plastica o polistirolo, da evitare assolutamente). E poi li abbiamo rilasciati nel fiume.

Poi, in solitudine quasi completa, siamo andati a vedere il grande Buddha sdraiato del Wat Pho.

Le barche realizzati da artisti che passano sul fiume per il Loy Krathong anche nei giorni precedenti (foto di Persorsi, 2015)
I krathong vengono immersi nell'acqua e si avviano verso il fiume (foto di Persorsi, 2015)
Danze tradizionali al Bangkok river festival (foto di Patrick Colgan, 2015)
Arti tradizionali al Bangkok river festival (foto di Persorsi, 2015)
Uno dei nostri krathong (foto di Patrick Colgan, 2015)
Il Buddha del Wat Pho, nel silenzio della notte (foto di Patrick Colgan, 2015)

Per saperne di più

#3 Navigare sul Chao Phraya e sui khlong

E’ strano, ma se ripenso a Bangkok, il filo avvolgente della nostalgia si dipana da un’immagine inaspettata, quella dell’acqua. In effetti non solo è spesso la barca è il mezzo più veloce ed efficiente, ma spostarsi lungo il fiume o i canali regala una prospettiva completamente diversa della città, che sembra allargarsi, aprirsi e rallentare assieme a te. In genere il servizio pubblico lungo il fiume (orange flag) si ferma alle 19. Il Bangkok river festival ci ha però regalato un momento speciale: prendere la navetta notturna su un Chao Phraya affollato di imbarcazioni illuminate è stato indimenticabile.

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#4. Un drink sul tetto di Bangkok

Ci siamo affidati ai consigli di Andrea per scegliere il rooftop bar dove prendere un drink e salutare per la seconda volta Bangkok. Al trentaduesimo piano dell’Hilton Millennium, al Three Sixty lounge l’ambiente è informale, i cocktail hanno un prezzo onesto e la vista sulla città è impagabile. E’ sufficiente?


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