Prima di raccontare cosa mi piacerebbe fare nel 2015 (prossimo post) provo a tirare un po' le fila di questo 2014, replicando un post già scritto l' anno scorso. Il 2013 fu un anno particolarmente intenso, anche perché visitammo Paesi come Cuba, Israele, Bosnia, tutti con una storia, anche recente, molto travagliata e importante. Quest'anno è stato un anno sicuramente più leggero.
Tre città che mi hanno stupito
1) Luang Prabang (Laos)
Immersa nella giungla, da cui è circondata da ogni lato, stretta fra due grandi fiumi sonnolenti, avvolta intorno alla collina Phou Si che spunta al suo centro, Luang Prabang, antica capitale del Laos, è già speciale, emozionante, a partire dalla geografia. Da vedere ci sono templi, mercati, riti secolari, ma ci si innamora di questo luogo soprattutto passandoci del tempo e facendo cose apparentemente inutili come osservare da un caffè il passaggio dei gruppi di giovani monaci con le vesti color zafferano o lo scorrere lento del Mekong. E poi scoprire le vie secondarie in sella a una bici, seguire il suono di una preghiera all'imbrunire e avvicinarsi a passi silenziosi. E' una città bellissima e fragile, vittima della sua stessa bellezza. Post: A Luang Prabang.
2) Kyoto (Giappone)
Come ci si fa a stupire di una città dove si è già stati cinque volte e mai di passaggio? Kyoto nella stagione della fioritura dei ciliegi era irriconoscibile. Non tanto per la quantità di turisti (95 per cento di camere occupate stando a booking.com), ma per la luce che pervadeva la città, riflessa e diffusa dalle onnipresenti file di alberi ricoperti di bianco e rosa. Non era solo uno spettacolo estetico, come se fossero festoni o luminarie. Questa luce sembrava dare un'energia che non avevo mai avvertito, un'atmosfera di meravigliato stupore che probabilmente dura solo lo spazio dei pochi giorni in cui arriva questa onda rosa.
"Una sensazione condivisa di un attimo irripetibile, breve, fuggente, che ha cambiato la città al punto da renderla quasi irriconoscibile" ho scritto nel mio ebook (un'altra cosa da ricordare del 2014). Post: A Kyoto fra i ciliegi in fiore
3) Parigi (Francia)
Ci si può stupire a Parigi senza andare alla Tour Eiffel o al Louvre? Penso che una volta che si sono visti monumenti più importanti ci si possa godere una città davvero e provare a viverla un po': credo sia una massima che vale ovunque. E a Parigi mi sono sorpreso scoprendo il X Arrondissement, un quartiere in trasformazione, con un'atmosfera sospesa fra luoghi presenti nel nostro immaginario come il canal Saint Martin - anche se non lo sapevo - e un'atmosfera multietnica, più vera e attuale dei monumenti da cartolina. Post: Scoprire il X arrondissement
Tre momenti che non dimenticherò
1) La mattina a Santorini (Grecia)
Ero preparato, in un certo senso. Mia madre mi aveva raccontato di quando, negli anni 70, era arrivata a Santorini nel cuore della notte e vedeva solo buio e poi della scoperta incredibile che fece al mattino. Ma non si può essere preparati allo spettacolo della Caldera di Santorini, alla sensazione di sentirsi come sopra una nuvola circondati dal blu. E' una di quelle cose che so già che non scorderò mai. Post: Due giorni a Santorini.
2) La notte nel villaggio (Laos)
Il villaggio. La giungla che ci circonda. Le stelle, il buio rotto solo dal bagliore dei fuochi come il silenzio era interrotto solo dallo sporadico grugnito di un maiale o dall'abbaiare di un cane. E poi il sorriso timido di una donna col bambino che sbuca da dietro una palafitta. Il film scorre, c'è uno stacco e ora vedo il sorriso di un ragazzo che durante la cena illuminata solo da due candele tremolanti continua a versarci lao lao. Il distillato brucia il palato e ci arroventa la gola mescolandosi col peperoncino. Ci sono io che provo a intavolare una conversazione, usando l'inglese e le due parole di lao che credo di aver imparato. Capisco solo Baw Pen Nyang che può voler dire qualsiasi cosa: forse è la risposta al mio grazie, ma significa anche "stai tranquillo, "prenditela comoda"... ma aver colto queste parole basta ad emozionarmi. Fotogrammi, piccole sequenze - forse idealizzate - che raccontano una delle notti più belle dell'anno, in un villaggio nel mezzo della giungla, nel mezzo del Laos. Post: Trekking nella giungla del Laos
3) Sul sentiero fra Levanto e Monterosso (Italia)Sarà perché quel giorno ho incontrato persone che conoscevo solo attraverso le loro parole, sarà perché c'era una luce perfetta, sarà perché amo la Liguria, sarà perché quello fra Levanto e Monterosso è uno dei sentieri più belli che abbia mai percorso... ma il weekend a Levanto (con coda a Portovenere) è fra i ricordi speciali di quest'anno. Post: il sentiero fra Levanto e Monterosso
Tre piatti
1) Insalata greca (Grecia)
Abbiamo fatto una piccola follia e cenato forse al miglior ristorante di Santorini ( Selene), ma la cena più indimenticabile è stata molto meno cara, in una trattoria ai margini di Tholaria, sull'isola di Amorgos. Si chiama 'O Xoreutes' (leggi horeftis), il danzatore. Un pasto semplice, in un ambiente rustico, ma divertente. Si va in cucina, si guardano e scelgono i piatti casalinghi cucinati dalla signora, si beve vino sfuso. A rendere indimenticabile un piatto però non è solo il cibo. E' la persona con cui sei, il momento, le emozioni irripetibili che stai provando. I piatti sono replicabili, tutto il resto no. E allora scelgo una semplice insalata greca.
2) Ramen (Giappone)
Il Giappone potrebbe occupare facilmente tutti e tre i posti di questa classifica. La mia ricerca del ramen perfetto è stata un po' donchisciottesca, ma come accade in tutti i viaggi, l'importante non è la destinazione, ma quello che c'è fra la partenza e l'arrivo. Post: Alla ricerca del ramen perfetto
3) Ostriche fritte (Giappone)
Un piatto buonissimo, che collego ai momenti più belli del mio sesto viaggio in Giappone uno dei più belli. Questo è un motivo per andare a Hiroshima quando l'ostrica è in stagione (fra ottobre e aprile). Post: Hiroshima ieri e oggi e, su Persorsi, Una cena di ostriche
Fuori classifica: Amorgos
Doveva essere solo una vacanza al mare, ma c'è qualcosa di quest'isola poco frequentata e ancora selvaggia ai margini delle Cicladi che mi ha rapito. Non riesco a individuare un motivo preciso, uno solo. Come quando ci si innamora, non c'è un solo aspetto che ti fa perdere la testa. Le spiagge sono bellissime, spettacolari i panorami che si incontrano lungo i sentieri. I paesi sono ancora veri. L'abbiamo scalata fino ai suoi punti più alti e mi sono immerso nelle profondità del suo blu. E' una serie di colori, suoni, emozioni che rendono quest'isola indimenticabile. La sua lontananza e la mancanza di un aeroporto rendono la nostalgia ancora più intensa. E' la mia isola del cuore ed è l'immagine che porto con me di questo 2014. Post: Il grande blu di Amorgos
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