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Cose dell'altro mondo? No, cose italiane!

Creato il 17 settembre 2011 da Persogiadisuo
COSE DELL'ALTRO MONDOdi Francesco Patierno,Italia, 2011con Diego Abatantuono, Valerio Mastandrea, Valentina Lodovina
Cose dell'altro mondo? No, cose italiane!Cose dell'altro mondo? No, cose italiane!Attualmente al cinema
Cosa accadrebbe in Italia se all’improvviso sparissero tutti gli immigrati?
Cose dell'altro mondo? No, cose italiane!Su questa provocazione si apre e chiude il terzo film di Patierno, che tratta un tema delicatissimo e super inflazionato come l’immigrazione, propinato a Venezia in tutte la salse. Ma se Criaelese e Olmi hanno optato per toni più poetici, Patierno ha puntato sulla commedia e su toni decisamente irriverenti.
Al centro della storia gravitano le vicende di tre personaggi: un industriale (Abatantuono) che possiede anche un'emittente televisiva in cui sfoga i suoi ideali xenofobi tramite un suo programma, un poliziotto (Mastandrea) che torna nella sua città per vedere la madre e l'ex fidanzata (Lodovini), che è rimasta incinta dal giovane fidanzato africano e che è maestra di una classe con molti stranieri. 
Parlare di un tema così difficile come l'immigrazione con irriverenza e i rischi sono molti. Prendendo in giro ogni schieramento politico, dalla destra xenofoba alla sinistra troppo permissiva, il film ha il coraggio di dire e mostrare la verità.Cose dell'altro mondo? No, cose italiane! Oppure la viltà di non prendere posizioni, dipende dai punti di vista. In effetti lo stesso film si può leggere in entrambe le chiavi, risultando così ancora più ambiguo. E non mancano i detrattori che hanno interpretato quest’ambivalenza come opportunistica.Ma al di là delle polemiche (comprese quelle sollevate da alcuni politici) è meglio concentrarsi sul film e apprezzare una commedia che tenta la strada del politicamente scorretto e dell’irriverenza, addolcendola però con toni surreali che tanto mancano al cinema italiano. E tra una manciata di sopra le righe e un pizzico di surreale c’è molta più realtà che nella maggior parte delle penose commedie italiane che affollano i nostri schermi di storie fastidiosamente artificiose.

E poco importa se il film lancia il sasso e si tira indietro, non rispondendo alla domanda iniziale e girando a vuoto per buona metà del suo tempo: in fondo il quesito che pone non è di tipo cinematografico, bensì sociale. Insomma è già molto che un film abbia anche semplicemente sollevato tale domanda e abbia tentato di farci riflettere su un argomento serissimo.Ed è un piacere ritrovare Valerio Mastandrea in un ruolo decisamente più riuscito di quello di Ruggine.

VOTO: 6,5


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