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Cose di casa nostra (Cota, Di Girolamo, Cialente) e di altre case (Sharon). Chi si dimette, chi non si dimette, chi muore, chi vive, chi vivacchia
Creato il 12 gennaio 2014 da Massimoconsorti @massimoconsortiSi è dimesso il sindaco dell'Aquila. Massimo Cialente ha detto: “Èimpossibile resistere alla macchina del fango”. Il sindaco, non indagato, ha preferito rispondere con le dimissioni alle non-dichiarazioni del governo e all'aria di sostanziale sfiducia che si respirava intorno alla sua giunta dopo l'avviso di garanzia al vicesindaco. E così, mentre escono fuori le intercettazioni telefoniche degli sciacalli autoctoni, L'Aquila si ritroverà senza amministrazione fino a maggio, quando i cittadini decideranno come farsi governare da Forza Italia, che poi è il partito dell'ideologo delle New Town. Così andrà a finire, e torneranno in auge i vecchi tromboni delle passate, disastrose, amministrazioni Berlusconian-casiniane.
Chi di intercettazioni ferisce, di intercettazioni perisce. I centrodestrorsi, che con le intercettazioni telefoniche ci vincono le elezioni, stavolta devono rispondere di pressioni e ricatti fatti ai manager della asl di Benevento su gare d'appalto ad escludendum. Ditte e professionisti sgraditi (sembra) al clan dell'allora deputata, oggi ministro, Nunzia De Girolamo, sono stati fatti fuori dai bandi pubblici per una questione di 118. La Di Girolamo è attesa in parlamento per far firmare la giustificazione dal preside LettaLetta, ma tira aria di rimpasto e Renzi non è affatto contento di sporcarsi le mani in questo momento e con questo governo.
Cota sta dando di matto. Lo avete sentito in tivvù, spalleggiato da Salvini e Borghezio, mentre parla di golpe, di sovvertimento degli organi dello stato, di complotto comunista e di magistratura politicizzata? Inarrivabile, soprattutto se si pensa che sotto i pantaloni indossa le mutande verdi acquistate in America con i soldi dei contribuenti. In vista delle prossime elezioni europee, i partiti neofascisti e i una parte di grillini, stanno affilando le armi razziste. A Brescia, militanti di Forza Italia, della Lega e di Fratelli d'Italia, tutti insieme appassionatamente, hanno contestato ferocemente la ministra Kyenge. Ma mica perché vuole lo ius soli e l'integrazione non di facciata, solo perché è nera. Alla vergogna, come al razzismo specioso, non c'è limite.
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