Cose (mai) viste

Creato il 23 febbraio 2011 da Bekaghein

Ciò che segue va introdotto e non poco. Erano idee concepite tempo addietro, una gravidanza portata avanti nei primi mesi a Gorizia. Non c'era molta forza per creare qualcosa di nuovo e, momentaneamente, convincente. Avevo quindi pensato di dare una sistemata e una riveduta a delle cose passate(da cui il titolo). Come? Smussando gli errori di gioventù, rileggendo alcune cose a qualche anno(o mese) di distanza con uno spirito maggiormente critico e levigando il materiale autobiografico, facendo emergere il lato concettuale che a volte è risultato essere innato. Il risultato per un po' mi sembrò eccellente, poi rivoltante: non postai. Stanotte si può fare, così tanto per...senza troppe pare e via.
Brevemente(spero) vediamo se c'è da chiarire qualcosa pezzo per pezzo(potete leggerla anche dopo sta parte):
-Massimo Volume: si chiama così perché mi sentivo un novello Mimì Clementi mentre lo componevo e lo ricomponevo. Per intenderci, con qualche aggiunta, è stato il mio unico testo mai proposto "live", grazie ai Sergio Ramos. Un'esperienza eletrizzante, anche se non del tutto positiva(nonostante alcune critiche molto, troppo!, lusinghiere). Bon, comunque dissero che sembravo più quello degli Offlaga Disco Pax che mimì, della serie sapere cosa si sta facendo...
-Hai paura: ora non ricordo quando cazzo avevo scritto la prima versione di sta cosa, comunque c'è ancora qualcosa che non va...mi piace la seconda parte che è un'invenzione più recente
-Un disordine continuo: sulla falsariga di quello precedente...sempre disagi da adolescenti. Se prima si guardava al proprio io e quelle cose lì, qua ci sono molti più riferimenti al rapporto con gli altri. Direi che il finale(ravenniano) dia uno sguardo positivo sulla vita in generale(poi il fatto che non mi soddisfi come risultato è un'altra questione...)
-Prossemico intimo: chiaramente sentimentale. Domande che ci si pone quando ormai di una relazione, nel presente, non è rimasto più nulla
-Con la fronte...: mah...non mi piace. abbastanza inutile, basta e avanza la citazione posta in conclusione(da bruno)
-Vaccanoia: descrive, spero bene, certe giornate che passano, tutte uguali e vuote.
-Houston abbiamo un problema: qui, oltre a fare maldestramente il simpaticone con il titolo, potremmo leggere una sorta di prosecuzione di Vaccanoia con una conclusione assai pessimista.
-Momento malinconico #104: nulla da dire..per ora non mi sembra nemmeno così malvagia come composizione. Probabilmente è una di quelle cose che mi faranno venire il vomito fra qualche anno.
-Bricolage: un momento di amarcord. Ho cercato di eliminare tutto quel buonismo di fondo che non ho mica capito se stiamo a pettinarci i peli del pube. Un po' ci son riuscito, un po' no perché ci voglio bene a me e alla gente con cui sono cresciuto e perché non m'impegno mai abbastanza.
-Spiegami ancora...: un omaggio dovuto. forse troppo esplicito per essere bello in sé e per sé, però andava fatto e checcazzo
-E' un attimo e poi passa: ancora disagio adolescenziale da mercato dell'usato. Mi viene in mente il mio terrazzo d'estate un pomeriggio che non c'è un cazzo da fare e si finisce per scrivere male, parlare male, pensare male(moretti docet).
-E io non t'ho aiutata: a parte il titolo che suona proprio male ed è brutto, forse è, fra questi, il "pezzo" migliore(cagate similvascobrondiane a parte come le adultere nigeriane che non so checcazzo le tiro in ballo a fare, poverette...)

Atto quinto


Massimo Volume

All'epoca mi mandavi delle brevi registrazioni della tua voce, era il tuo modo di comunicare con me. Le mie lettere tornavano tutte al mittente, ti bastava sapere che ti pensavo.
"E' un periodo particolare della mia vita: sto provando delle sensazioni nuove. Forse non sono mai stato così solo."
Alzavo il volume delle casse al massimo per sentire chiaramente le tue parole, per sentire chiaramente le tue parole.
All'epoca avevi smesso di uscire di casa, non ti rapportavi più con nessuno.
I tuoi messaggi si concludevano sempre con amare riflessioni sulla società, giusto per non rendere il nastro magnetico fine a te stesso. O almeno così ipotizzavo.
"Faccio molta attività fisica, curo il mio corpo e sto scrivendo un romanzo. Pensavo d'intitolarlo
'Ottime scuse'."
Sono stato a casa tua, dopo la tua morte. Ho cercato dappertutto i fogli dove lo scrivevi ma non c'era niente, fra gli scaffali, dentro ogni armadio, perfino in cucina. Ma non c'era niente.
Le audiocassette erano tutte vuote, eccetto una: riavvolsi il nastro e sentii il suono del tuo basso. All'improvviso il suono si distorceva e tu urlavi, e tu urlavi,ma non si capiva cosa dicevi. Tu urlavi, ma non si capiva cosa dicevi.
Hai paura
Non è nebbia questa
Che c’impedisce di vedere
La nostra vera natura
pensavi tu di essere un uomo migliore!
Poi ti prende la malinconia
da cui scappi
hai paura di essere un uomo piccolo!
E dimentichi le domande
a cui non sei riuscito a rispondere
Ti aggrappi al corrimano della scala per non cadere
sei un urlo muto
o spezzato
sei un urlo muto
o spezzato
c'hai ripensato?
ci scherzerai su
guarderai l'orologio
non ne uscirai
Un disordine continuo
Un disordine continuo
fatto di poche cose sparse intorno a me
a cui non riesco a dare ordine
Le nostre vite stese ad asciugare
Dubbi, dubbi su questo vuoto
L’unica cosa che possediamo
Non riesco a piangere
Ma vedo ogni giorno la tua anima
Recisa da un bisturi in mano
A qualcosa che non riesco a definire
Abbiamo cercato invano di farci capire
ma le parole non ci sono uscite
le parole non ci sono uscite
e sediamo su una panchina
faccia a faccia
con un tramonto rosso
e ripensiamo alle persone
a cui nulla abbiamo lasciato
illudendoci che la colpa non è nostra
faccia a faccia
con un tramonto rosso
Prossemico intimo
Cos’abbiamo davanti?
Non è un quadro né un oggetto
Non è un quadro né un oggetto
Vorrei capirlo e dirtelo
Così come vorrei sapere
Cosa ti passa per la testa
Qui, qui dove ti trovi non c’è ordine
Tutti gli oggetti sparsi intorno,
ti sei chinata a raccogliere il tempo
e non lo capivo
e non lo capivi
ora hai messo mano alle cose che ritenevi di dover cambiare
e non lo capivo
e non lo capivi
ti eri chinata a raccogliere il tempo
l'equilibrio, dopo tutto, è quanto serve
che sono per te?
Con la fronte schiacciata sul finestrino dell'auto
La fronte appoggiata al finestrino freddo mentre guardo la campagna che sfila veloce.
Mi cresce un buco nero dentro, mentre da un pezzo non guardo avanti a me
lentamente seguo con gli occhi i percorsi delle gocce
Quiete!
(distrazioni
perchè non le sento
servire)
Èpropriotuttosbagliato
L’organizzazione, tutto
E’propriotuttosbagliato
Un giorno mi hai detto “le parole non bastano, mi servo anche di immagini “
Vaccanoia
Queste giornate che non sanno di nulla
Che camminano lente
I pensieri ti sfiorano
Le idee non affiorano
Chissà se è la mancanza di serenità
o la mancanza di puri turbamenti
I giorni camminano lenti
Provi inutilmente ma
Non riesci più a creare niente
il bianco dei muri, è sempre meno confortante,
ha qualcosa di sinistro.
hai sognato stanotte che ti parlasse
e la sua voce ti straziava
e lo imploravi di smettere
Non riesci a concentrarti su alcun particolare però
ti sfuggono i nessi fra le cose
ti sfugge qualcosa
che sia definitivo
Come un autore che di fronte alla macchina da scrivere trova solo esitazioni e non parole
Sei distante da tutto ciò che fai
Il giorno scivola lentissimo sulla tua schiena
Scivola lentissimo sulla tua schiena
Houston abbiamo un problema
Eri immerso fra le persone
Che ti chiedevi se c'entravi qualcosa
Il futuro ti appare come un nulla di nuovo
Decisamente diverso:
quello che hai sempre atteso
per cambiare, una spinta dall’esterno
le condizioni che mutano
guardo il pavimento, le mattonelle, le proporzioni fra gli oggetti di questa stanza, i giochi di colore, cerco legami e coerenza fra queste cose; comunque sapevi che non sarebbe cambiato quasi niente.
so che gli eventi migliori
accadono in momenti come questi
i-n-e-r-m-e !
la tua mano, protesa verso il vuoto
di questa stanza
che ha pareti come non mai
la tua mano, protesa verso il vuoto!
La tua mano, protesa verso il vuoto!
La tua mano, protesa verso il vuoto!
Protesa verso il vuoto!
Verso il vuoto!
Verso il vuoto!
Il vuoto!
Vuoto!
!

Momento malinconico #104

E' un amaro ritratto
in cui privilegio il marrone
un dipinto sul soffitto
d'ammirare distesi sui pavimenti
quando è estate e fa caldo
sdraiati a condividere refrigerio
con gatti e polvere
da soffiare via
questa vita è piena di colori
e noi ci vestiamo di nero
Bricolage
Eravamo imbranati
tanto da entrare volontari
nell'esercito dei perdenti
sputavamo per terra di rado
e non ci siamo mai detti tante cose
ora siamo cresciuti
e quell'insegna illuminata
ancora la guardo ogni tanto
mi fa pensare al tempo che passa
e la nostra, modesta, parabola evolutiva
mi fa pensare al tempo che passa
e al tempo che ho sprecato
senza dirvi che vi amavo
e al tempo che ho sprecato
senza amarvi per niente
Spiegami ancora delle cose Bruno
A volte è come se fossimo intrappolati all'interno del cotone
e non è facile fare a pugni col proprio nodo alla gola
sei venuto un giorno a dirmi che mi espongo,
non è una mossa tattica mi dici
Bruno!
Credimi non ne so niente.
Pensavo l'altro giorno alla tua pelle scura
e alla calma con la quale dissimuli il tuo tumulto
Bruno!
"lanciare sassi, attendere l'eco"
e soffrire ogni decisione
che soppesi a lungo
a beneficio del dubbio
quell'autunno particolare nella tua giovinezza
"La certezza che non vi sia nulla
di più sublime dell'attesa
cadrà sotto i colpi dell'esperienza,
mentre calerà il sipario, come
un velo pietoso, sulla nostra
incompetenza.
non aver cazzi di provarci, non aver
cazzi per nessuno, ore trascorse a
guardarsi negli occhi, nella speranza
di capirsi."
e dalla cima di tutti gli alberi che hai scalato
cosa vedevi?
Dimmi, cosa cercavi?
Bruno!
no, non scendere giù
no, non scendere giù
E' un attimo poi passa
Le paranoie delle studentesse
sono come i temporali estivi
la sera ci celebra alticci
la falsa modestia
la falsa magrezza
il vento padano freddo e umido
che colpisce soprattutto le braccia
il disagio che sentiamo a volte
come un clacson
le date storiche ci scivolano addosso
le cose ci passano sopra
lasciano i segni
e lasciano rialzarsi
l'inevitabile cedere alla distanza
il quotidiano contraddirsi
pensavo a te l'altro giorno
pensavo a te l'altro giorno
("a livello fisiologico, il contatto oculare aumenta l'attivazione nervosa sia in situazioni appaganti, sia in situazioni di pericolo")
E io non ti ho aiutata
un giorno avremo il coraggio per capire la vacuità del nostro passato, e cureremo i particolari. ci siamo dati baci di dentifricio. siamo stati troppo spesso sospesi e a dirci cosa dovevamo fare senza guardare alla realtà dei nostri desideri. senza domandarci le cose importanti. abbiamo coltivato una relazione sterile, con quanta cura l'abbiamo coltivata amore?
ora dimmi qualcosa che
mi faccia stare meglio
a volte steso sul tuo letto perdo il mio sguardo sul soffitto. non me ne frega niente di te. rifletto sul tempo passato senza la mia compartecipazione. fermo ad attendere fermo ad attendere un bel week end
e io non ti ho aiutata, ora mi lapiderai come le adultere della nigeria. io non ti ho aiutata, ho tradito la tua semplicità. il solito coglione.

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