I Monologhi di Sana – Rubrica
È un sapore di cannella e malizia,
quello che lentamente tinge le mie ore.
I miei occhi languidi mangiano
con inavvertita voracità
ogni lembo di pelle
candida ogni oltre limite.
Le mie labbra rosso ciliegia
si tendono
in un sorriso
avvolto dagli spiriti di fumo
della mia sigaretta.
Luce gialla e languida
per costruire
i miei inconfessati
pensieri.
Cose molto cattive.
Mi osservo nel vestito bianco,
con lo sguardo innocente
e le mie mani
di ragazzina.
Pensieri inadatti
alla mia casta ingenuità.
Apro le labbra in un sospiro
che non ha proprio nulla
di ingenuo.
Peccati taciuti
oltre il mio viso di bambola,
inadatti a questo tremendo candore.
Cose molto cattive.
E non so più
se sono io
o altri
a cucirmi addosso
questo strano ritratto,
questa fotografia di inizio ‘900,
con boccoli, pizzi e merletti.
Trovo, nelle pieghe dei pensieri,
voluttà da spezzare il fiato
che prepotentemente
si arrogano la scena,
impudenti, impenitenti
e non mi lasciano andare.
Dannazione.
E chiudo gli occhi
nella speranza di abbandonare
queste immagini
assolutamente allettanti;
mi estraneo nella speranza
di ritrovare
il mio sorriso di specchio.
Ma trovo solo
pensieri torbidi
e troppo poco puliti;
osservo.
Dannazione.
Gioia degli occhi,
strazio della mia
coscienza appannata.
Dannazione.
Fisso la luce
sperando che passi.
Non riesco
a levarmi
dalla mente
tutti questi pensieri.
Immagini di cose molto, troppo
tremendamente cattive.
Il rossore delle mie gote
non ha proprio nulla
a che vedere
con il virginale
imbarazzo.
Dannazione.