Cose nostre – Malavita (USA, Francia 2013) Titolo originale: The Family Regia: Luc Besson Sceneggiatura: Luc Besson, Michael Caleo Tratto dal romanzo: Malavita di Tonino Benacquista Cast: Robert De Niro, Michelle Pfeiffer, Dianna Agron, John D’Leo, Tommy Lee Jones, David Belle, Jimmy Palumbo, Vincent Pastore, Jon Freda, Paul Borghese
Robert De Niro io non lo capisco. Cioè sì, capisco che possa accettare di fare film, un sacco di filmacci del cazzo, per soldi, però ormai sta finendo peggio del peggior Nicolas Cage. Fa qualunque roba, persino Manuale d’am3re. Se lo pago, mi sa che viene pure a lavarmi i piatti. Va bene i soldi ma cazzo, è pur sempre Robert De Niro, qualcosa si sarà messo da parte, nel corso della sua lunga carriera. E poi la sua strategia anche a livello economico mi sa che non paga tanto. A forza di fare qualunque pellicoletta, il suo cachet dev’essere diminuito parecchio. Se invece facesse un film ogni tanto, se si facesse desiderare, sono sicuro verrebbe pagato di più. Lavorerebbe di meno, farebbe meno stronzate e il guadagno finirebbe per essere più o meno lo stesso. Se io fossi Robert De Niro, girerei solo qualcosa di importante, grandi parti con grandi registi. Invece di finire per essere la parodia di se stesso come capita in questo Cose nostre – Malavita. Nemmeno un film bruttissimo, solo un film inutile.
"Tommy Lee, pure tu qui per soldi?"
"Beh, di certo non per amore del Cinema..."
"Rimango volentieri qui in Francia. Basta che non mi fate ricominciare con Glee!"
Cose nostre – Malavita, come si può intuire dal solito titolo del cazzo, è un film sulla Mafia. Più precisamente, vede per protagonista una (all’incirca) simpatica famigliuola di mafiosetti. Il boss padre padrino è Robert De Niro, ovvio, nella sua ennesima stereotipata parte da italo americano criminale, e ha per moglie un’incattivita Michelle Pfeiffer, credibile nella parte della Desperate Housewife mafiosa annoiata, talmente credibile che finisce per annoiare pure lo spettatore. Il figlio masculo è John D’Leo che la faccia da giovane terrunciello ce l’ha proprio e il suo personaggio da bulletto di periferia ha il suo perché. Così come ha il suo perché anche e soprattutto Dianna Agron, la splendida Dianna Agron che da quando non c’è più lei in Glee, Glee è diventato una porcheria inguardabile. Il suo personaggio è un po’ una hit-girl terrona e un po’ una romantica innamorata dell’amore. Personaggio non del tutto convincente, ma la Dianna se la sfanga alla grande comunque, anche perché, oltre a essere una meravigliosa fanciulla, a recitare sta migliorando. Se non ci credete, guardatela in questo video in cui è più cantante dei Killers del cantante dei Killers stesso.Questa allegra famigghia mafiosa, per via del programma di protezione testimoni, si trasferisce in un paesino del cazzo della Francia, ed ecco spiegato (forse) perché Luc Besson ha voluto girare questo film del cazzo, ispirandosi per la sua sceneggiatura al romanzo Malavita di Tonino Benacquista. Se ve lo stavate chiedendo, sì, la pellicola è piena di stereotipi, non solo sulla Mafia, e dunque di riflesso pure sull’Italia, ma pure sulla Francia. A non convincere è però soprattutto la frammentarietà del tutto. Ogni personaggio si ritaglia una mini-storia personale, ma resta appunto una mini-storia. Un soggetto del genere sarebbe stato interessante, piuttosto che per una pellicola, per una serie tv. Ci sono già stati I Soprano? Oops.
Tutto già visto, or dunque. Tutto già fatto, meglio, dagli stessi Robert De Niro, per quanto riguarda la tematica mafiosa, e Luc Besson, per quanto riguarda la vicenda criminale. Cose nostre – Malavita è una visioncina noiosa e, se per una volta mi si permette di fare un po’ il moralista, anche piuttosto discutibile. Il messaggio che ne esce fuori in pratica è che la Mafia è una cosa bella. Che messaggio del cazzo.