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Così carino così educato

Da Femminileplurale

Caro Renato,

Così carino così educato
non so se dovrei sprecare il mio fiato o le energie necessarie a battere sui tasti del mio computer, ma credo comunque di volerti dire un paio di cose. Tenterò di essere civile. Premesso che fai parte di una classe politica inesorabilmente destinata al declino – e che spero molto vicina ad esso – vorrei esprimere tutto il mio disgusto per l’arroganza e l’assoluta mancanza di rispetto che mostri nei confronti dei cittadini e, in particolare, dei precari. Precari che, come ben sai, costituiscono la stragrande maggioranza della mia generazione (i trentenni) e non solo. Stamattina scopro che fai retromarcia, e dichiari che non ce l’hai con i precari, ma con la casta romana di cui sono vittime. Ora, al di là del fatto che non sei certo un outsider e mi sembra proprio che tu della cosiddetta “casta” sia un ottimo rappresentante, se proprio non ce l’hai con i precari la tua assurda e sprezzante reazione (fuga?) dell’altro giorno è davvero inspiegabile, ne converrai. Ma parliamo del tuo intervento a “Otto e mezzo” di Lilli Gruber dell’altra sera. Giusto perché sei così sensibile nei confronti di questa generazione, hai consigliato ai giovani che vogliono lavorare di andare ai mercati generali a scaricare cassette o a raccogliere mele in Trentino. Una domanda mi sorge così, spontaneamente: ma perché non ci vai tu, insieme ai tuoi colleghi? Sia chiaro, in me non c’è alcun disprezzo per questi lavori. Ma se lo stato ha investito tanto nella formazione di una giovane generazione, si può sapere per quale motivo questa generazione dovrebbe buttare al vento la sua preparazione, invece che costituire la risorsa per lo sviluppo e la crescita di questo paese? Me la dovresti spiegare, questa tua strana concezione dell’idea di “investimento”. Sei tu l’esperto di economia, no? Perché dobbiamo andare a scaricare cassette mentre la VOSTRA generazione, chiaramente priva di un’adeguata visione della società e di un’adeguata capacità politica, gode di privilegi che paghiamo noi con la mancanza assoluta di prospettive, e che questo paese non si può più permettere? Perché dobbiamo andare a raccogliere mele mentre voi non vi preoccupate per nulla di mettere questo paese nelle condizioni di far sviluppare le migliori energie, ad esempio nella ricerca? Se il tuo consiglio è di andare a raccoglier mele, quello che stai dimostrando è che stai nel posto sbagliato. Molte persone della mia età se ne vanno da questo paese non perché abbiano la puzza sotto il naso e disprezzino l’idea di scaricare cassette ai mercati generali, ma perché – semplicemente – ci sono altri paesi disposti a riconoscere le loro competenze e capacità, e a permettere loro di rendersi indipendenti e di vivere con dignità come è giusto che sia a trent’anni. Se questo avviene in altri paesi, allora, caro Renato, il problema non sono gli italiani, ma chi è responsabile della gestione politica di questo paese. Ed è ormai evidente che di questa gestione, e di questo paese, tu e i tuoi colleghi siete indegni.

Toglietevi di mezzo, e permettete a questo paese di vivere all’altezza delle sue risorse.


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