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Così è (se mi pare)

Da Villa Telesio

218

Il mio cervello
Una melassa gelatinosa
Piena di lettere

Che non compone nulla
Di non friabile

Ormai da tempo

Come un cracker
Da dare in pasto ai maiali
(Come se i porci
Si interessassero di cracker
O di biscottini)

Una specie di poeta
Molto fine, alticcio

Ingabbiato

Che tenta la fuga
Al mattino

Ma è tutto un guardarsi involontario
Di mostri nelle vetrine
Negli specchietti
Nelle pozze di sole
“Piacere sono me medesimo,
Ti presento la tua mano”

Il paradiso del succo concentrato
Una gabbia in cui godo,
Il tempo necessario per porgere l’altra guancia

Guancia puttana anestetizzata

L’altra sensazione
È quella di essere immersi
In una vasca ghiacciata

E registrare l’amore o il vomito
O il rumore di un topo
Come un ragioniere
Farebbe con i suoi conti:

Solo che nessuno
Me ne chiede conto
E posso imbrogliare
E posso imbrogliarvi.


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