Così fu detto agli antichi: ma io dico a voi …

Creato il 15 febbraio 2014 da Ambrogio Ponzi @lucecolore
16 febbraio 2014

6ª DOMENICA del TEMPO ORDINARIO anno A 

Antifona d'Ingresso   Sal 30,3-4Sii per me difesa, o Dio, rocca e fortezza che mi salva,
perché tu sei mio baluardo e mio rifugio;
guidami per amore del tuo nome.

CollettaO Dio, che riveli la pienezza della legge nella giustizia nuova fondata sull'amore, fa' che il popolo cristiano, radunato per offrirti il sacrificio perfetto, sia coerente con le esigenze del Vangelo, e diventi per ogni uomo segno di riconciliazione e di pace. Per il nostro Signore Gesù Cristo...
Prima LetturaSir 15, 15-20 A nessuno ha comandato di essere empio.

Dal libro del Siràcide Se vuoi osservare i suoi comandamenti, essi ti custodiranno;
se hai fiducia in lui, anche tu vivrai.
Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua:
là dove vuoi tendi la tua mano.
Davanti agli uomini stanno la vita e la morte, il bene e il male:
a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà.
Grande infatti è la sapienza del Signore;
forte e potente, egli vede ogni cosa.
I suoi occhi sono su coloro che lo temono,
egli conosce ogni opera degli uomini.
A nessuno ha comandato di essere empio
e a nessuno ha dato il permesso di peccare. - Parola di Dio
Salmo ResponsorialeDal Salmo 118
Rit. : Beato chi cammina nella legge del Signore.
Beato chi è integro nella sua via
e cammina nella legge del Signore.
Beato chi custodisce i suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore. Rit.
Tu hai promulgato i tuoi precetti
perché siano osservati interamente.
Siano stabili le mie vie
nel custodire i tuoi decreti. Rit.
Sii benevolo con il tuo servo e avrò vita,
osserverò la tua parola.
Aprimi gli occhi perché io consideri
le meraviglie della tua legge. Rit.
Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti
e la custodirò sino alla fine.
Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge
e la osservi con tutto il cuore. Rit.


Seconda Lettura  1 Cor 2, 6-10 Dio ha stabilito una sapienza prima dei secoli per la nostra gloria.Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, tra coloro che sono perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo, che vengono ridotti al nulla. Parliamo invece della sapienza di Dio, che è nel mistero, che è rimasta nascosta e che Dio ha stabilito prima dei secoli per la nostra gloria. Nessuno dei dominatori di questo mondo l’ha conosciuta; se l’avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. Ma, come sta scritto: «Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano». Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio. - Parola di Dio
Vangelo  Mt. 5, 17-37 Così fu detto agli antichi: ma io dico a voi …
Dal vangelo secondo Matteo
[In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:] «Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà dalla legge neppure un iota o un segno, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. Poiché [io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non uccidere”; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio.] Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna. Se dunque presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all’ultimo spicciolo! [Avete inteso che fu detto: “Non commettere adulterio”; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.] Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, càvalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tàgliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna. Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto di ripudio”; ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all’adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio. [Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto]: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. [Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno».]
  • Parola del Signore

RIFLESSIONI 13 febbraio 2011
  • Prima di tutto un’osservazione sull’insieme, in modo da poterci orientare meglio.
Questo brano di Vangelo (Mt. 5, 17-37) Matteo lo pone dopo le Beatitudini. Esso, nella sua completezza ancora più dettagliata, presenta la nostra risposta alle Beatitudini. Queste esprimono il dono di Dio e il frutto ultimo della sua azione nel mondo, compresa anche ovviamente al Resurrezione. Il brano dice cosa noi possiamo fare e a cosa noi siamo chiamati dal Signore per poter vivere effettivamente le Beatitudini. Trattandosi della nostra parte, il discorso si fa articolato e complesso e quindi va ascoltato con cuore aperto, cercando di coglierne la sostanza più profonda e vitale. Una seconda osservazione: Gesù risponde ad una esigenza che si fa viva nei primi discepoli, ma anche in quelli che vengono dopo, e che pongono il problema dei rapporti tra la prassi quotidiana (problemi semplici, normali, di rapporti con le cose e con le persone), e il messaggio di salvezza di Gesù, una salvezza che si realizza per grazia e per la forza dello Spirito. È inevitabile allora anche per noi chiederci: i comandamenti hanno ancora un valore oppure sono superati? Avrete notato che Gesù sembra avere un atteggiamento non dico contraddittorio, ma apparentemente non netto. Di fatto no. La duplicità la cogliamo nelle sue parole in questa formula: “ non sono venuto per abolire ”, cioè conferma la legge, ma poi aggiunge: “ io vi dico ”. La legge antica è ancora valida? Cosa vuol dire: non abolisco questa legge, e poi dire: io vi dico ? Partirei dalla parte finale, passando attraverso gli esempi che il Signore fa, per cogliere il senso profondo di questa Parola.
  • La parte finale dice : “Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno”.
Questo cosa significa? La Parola è per la verità, non per l’inganno. In questa frase, Gesù corregge il modo corrente di intendere il discorso come un giro di parole, come un’astuzia, come una furbizia. Gesù prende questo esempio per affermare l’importanza e l’essenzialità della verità della parola. La parola è per la verità, altrimenti è un tradimento. La parola che usiamo per esprimerci spesso nasconde la verità. Si coglie qui una contraddizione legata al nostro agire: ciò che è fatto per uno scopo (= comunicare la verità), di fatto viene rovinato dalla menzogna nelle sue varie sfumature. Gesù pone l’urgenza della verità. Questo vale sempre, anche per noi. Dovremmo fermarci un istante, e vi invito a farlo a casa, e chiederci : quando parlo, parlo per la verità o per nasconderla ? Nel parlare dell’uomo c’è un sì, ma insieme anche un no. C’è qualcosa che contraddice nel profondo. Pensate ad es.: oggi la stampa è per la verità o no? I discorsi che sentiamo in televisione o sui giornali sono parole d’oro oppure sono menzogne? Questo semplice richiamo è per buttare all’aria tutto un modo di essere, di comportarsi e di rapportarsi della persona o delle persone, noi comprese. L’urgenza della verità è un’esigenza fondamentale spesso tradita.
  • Risalendo nel testo, consideriamo l’esempio che precede l’ultimo e che riguarda l’adulterio, un esempio fatto per l’uomo, ma valido anche per la donna.
Gesù ci dice che l’adulterio non è solo quello che si consuma nell’agire, ma che ha la sua radice nel desiderio. La verità del comportamento non consiste solo nel cedere all’adulterio, ma anche in ciò che tocca la radice ed è il desiderio. Il desiderio a sua volta si può nascondere dietro un’apparente correttezza, per cui uno che si ritiene a posto non lo è se coltiva nel cuore il desiderio di possesso della persona. C’è un doppio contrasto tra l’apparenza e la realtà del cuore. Il desiderio è alla radice. Gesù conferma l’esigenza espressa dalla legge andando però alla radice: non basta l’apparenza, ma occorre che il cuore sia puro e non brami il possesso. Il possesso riduce la persona ad una cosa. Gesù non nega il principio, anzi lo afferma, ma in profondità, va al cuore e all’intenzione più profonda.
  • Terzo esempio: l’offerta portata all’altare.
Questo è un esempio che può andare bene anche per noi. Gesù dice: “ lascia lì il tuo dono davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono ”, cioè non fare l’offerta con il cuore chiuso, avendo dentro di te un risentimento o un rifiuto. Gesù coglie la contraddizione tra un apparente atto di fede, che vuol dire amore verso Dio ed i fratelli, e il fatto di andare con cuore chiuso. Quante nostre messe sono viziate da questa ombra o dal cuore chiuso! Si celebra un gesto comunitario con cuore non comunitario, perché il cuore è diviso, non è in pace. Per questo Gesù suggerisce di far precedere la riconciliazione al gesto di culto. La riconciliazione precede il gesto, l’offerta. Questo suggerimento è concreto e attuale, perché spesso siamo tentati di lasciar perdere e andare al culto convinti che sia lo stesso e soprattutto che questo culto sia vero, mentre in realtà è falso. Gesù non nega il culto, anzi lo richiede, però fa valere l’esigenza della sua verità.
  • Quarto esempio: “ non uccidere ”.
È chiara la norma del comandamento non uccidere. Gesù considera questo comandamento valido e come ! Ma ci sono tanti modi per uccidere. Ridurre il comandamento al fatto fisico è limitativo e forviante. Abbiamo tanti modi di uccidere, con la lingua, per esempio. La lingua uccide più della spada. Il pensiero, l’insulto; ci sono parole che rompono, che feriscono, che uccidono dei rapporti. Quindi: vai a fondo, cerca di capire che cosa ti muove dentro, e opera e datti da fare perché questo comandamento sia realmente vissuto anche nelle sue sfumature.
  • Passiamo ora ad una parte più generale con l’affermazione: “se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli ”.
Qual è il limite che impedisce la partecipazione al Regno ? Cosa vizia la nostra condotta ? Il fatto di essere formali, fatti di apparenza e non di sostanza. I farisei miravano a farsi vedere, a mostrarsi; si preoccupavano della facciata. Gesù invece va al cuore. La vera giustizia nasce dal cuore, la vera correzione modifica il cuore ed è questo che rende un discepolo veramente tale. E così comprendiamo perché Gesù parla di conferma della legge, anzi di portarla al suo compimento e farla diventare una legge a cui si obbedisce con tutto il nostro essere. Noi dove mettiamo il cuore? Dove mettiamo il nostro agire? Questa riflessione mostra come Gesù sia attento non alla facciata, ma al cuore. L’attenzione al cuore lo porta all’attenzione alla persona e a vedere la morale come una risposta che riguarda tutta la persona. La legge di Gesù non è un’altra legge, ma conferma quella antica e la mostra nella sua portata liberante. È chiaro che mettendo cuore in ciò che facciamo e ponendo attenzione alle persone, compresa la nostra, arriviamo ad uno sviluppo vero di noi stessi, guadagnandoci in umanità, in gioia e in libertà. Tentando ancora di fare sintesi tra i vari aspetti, il comandamento nuovo di Gesù è l’amore. Ed è questo comandamento nuovo che rende nuova la legge antica che non è distrutta, ma illuminata e riscaldata dal fuoco dell’amore. Gesù in sostanza ci dice che tutte le espressioni della nostra risposta a Dio sono vere se sono animate dall’amore, se recuperano la nostra persona e la impegnano in una parola radicale. La parola radicale va riportata alla radice. Gesù non cancella la legge, ma va alla sua origine e risana i nostri cuori alla radice rendendoli capaci di bene. Il cuore dell’uomo è liberato e sanato dalla presenza del Signore, dalla forza del suo Spirito, dall’obbedienza non formale, ma fatta di amore.
  • Chiediamo al Signore di darci uno sguardo positivo che susciti un amore capace di vedere la legge non come oppressione, ma liberazione.
Pensate ai salmi, come sono pieni di riconoscenza verso Dio proprio per la legge! La comprensione di allora era ancora limitata, eppure si avvertiva già l’importanza del rispetto della legge. Oggi, tempo in cui viviamo un consistente sfaldamento della moralità, rischiamo una dissoluzione sociale e personale. Aiutiamoci a ritrovare l’esigenza etica. È responsabilità nostra, di ciascuno di noi, quella di non cadere nel legalismo e coltivare la pienezza di vita che Dio ci dà se osserviamo i suoi comandamenti. Non fermiamoci alla lettera, ma andiamo allo Spirito che vivifica.
MESSAGGIO
GESÙ ci ha dato un Comandamento nuovo, che consiste nell’amarci gli uni gli altri come Lui ci ama, grazie all’ azione dello Spirito. Il comandamento nuovo non annulla la Legge antica, ma ne rivela il senso ultimo, la tensione suprema.
Ora non siamo più schiavi da dover vivere nella paura della legge: siamo liberi figli e fratelli chiamati a crescere insieme nella verità.


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