16 febbraio 2014
6ª
DOMENICA
del
TEMPO
ORDINARIO
anno
A
Antifona
d'Ingresso
Sal
30,3-4Sii
per me difesa, o Dio, rocca e fortezza che mi salva,
perché tu
sei mio baluardo e mio rifugio;
guidami per amore del tuo nome.
CollettaO
Dio, che riveli la pienezza della legge
nella giustizia nuova fondata
sull'amore,
fa' che il popolo cristiano,
radunato per offrirti il sacrificio
perfetto,
sia coerente con le esigenze del
Vangelo,
e diventi per ogni uomo segno di
riconciliazione e di pace.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
Prima
LetturaSir
15, 15-20
A nessuno ha comandato di essere empio.
Dal
libro del Siràcide
Se
vuoi osservare i suoi comandamenti, essi ti custodiranno;
se hai
fiducia in lui, anche tu vivrai.
Egli ti ha posto davanti fuoco e
acqua:
là dove vuoi tendi la tua mano.
Davanti agli uomini
stanno la vita e la morte, il bene e il male:
a ognuno sarà dato
ciò che a lui piacerà.
Grande infatti è la sapienza del
Signore;
forte e potente, egli vede ogni cosa.
I suoi occhi
sono su coloro che lo temono,
egli conosce ogni opera degli
uomini.
A nessuno ha comandato di essere empio
e a nessuno ha
dato il permesso di peccare.
-
Parola di Dio
Salmo
ResponsorialeDal
Salmo 118
Rit. : Beato
chi cammina nella legge del Signore.
Beato
chi è integro nella sua via
e cammina nella legge del
Signore.
Beato chi custodisce i suoi insegnamenti
e lo cerca
con tutto il cuore. Rit.
Tu
hai promulgato i tuoi precetti
perché siano osservati
interamente.
Siano stabili le mie vie
nel custodire i tuoi
decreti. Rit.
Sii
benevolo con il tuo servo e avrò vita,
osserverò la tua
parola.
Aprimi gli occhi perché io consideri
le meraviglie
della tua legge. Rit.
Insegnami,
Signore, la via dei tuoi decreti
e la custodirò sino alla
fine.
Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge
e
la osservi con tutto il cuore. Rit.
Seconda
Lettura
1 Cor 2, 6-10
Dio
ha stabilito una sapienza prima dei secoli per la nostra
gloria.Dalla
prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, tra coloro che
sono perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non
è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo, che vengono
ridotti al nulla. Parliamo invece della sapienza di Dio, che è nel
mistero, che è rimasta nascosta e che Dio ha stabilito prima dei
secoli per la nostra gloria. Nessuno dei dominatori di questo mondo
l’ha conosciuta; se l’avessero conosciuta, non avrebbero
crocifisso il Signore della gloria.
Ma, come sta scritto:
«Quelle cose che occhio
non vide, né orecchio udì,
né mai entrarono in
cuore di uomo,
Dio le ha preparate per
coloro che lo amano».
Ma a noi Dio le ha
rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti conosce bene
ogni cosa, anche le profondità di Dio.
-
Parola di Dio
Vangelo
Mt. 5, 17-37
Così
fu detto agli antichi: ma io dico a voi …
Dal
vangelo secondo Matteo
[In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
]
«Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non
son venuto per abolire,
ma per dare compimento. In
verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non
passerà dalla legge neppure un iota o un segno, senza che tutto sia
compiuto.
Chi
dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e
insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo
nel regno dei cieli.
Chi
invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato
grande nel regno dei cieli. Poiché
[io
vi dico:
se la vostra giustizia non supererà quella degli
scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete
inteso che fu detto agli antichi:
“Non uccidere”;
chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque
si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio.
]
Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e
chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna.
Se
dunque presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo
fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti
all’altare e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi
torna ad offrire il tuo dono.
Mettiti
presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui,
perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla
guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non
uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all’ultimo
spicciolo!
[Avete inteso che fu detto:
“Non commettere
adulterio”; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per
desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.
]
Se
il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, càvalo e gettalo
via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che
tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. E se la tua mano
destra ti è occasione di scandalo, tàgliala e gettala via da te:
conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo
corpo vada a finire nella Geenna.
Fu
pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto di
ripudio”; ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il
caso di concubinato, la espone all’adulterio e chiunque sposa una
ripudiata, commette adulterio.
[Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “
Non
spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma
io vi dico: non giurate affatto
]:
né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra,
perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché
è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa,
perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo
capello.
[Sia invece
il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno».
]
RIFLESSIONI
13
febbraio 2011
-
Prima di
tutto un’osservazione sull’insieme, in modo da poterci orientare
meglio.
Questo
brano di Vangelo (Mt. 5, 17-37) Matteo lo pone dopo le Beatitudini.
Esso, nella sua completezza ancora più dettagliata, presenta la
nostra risposta alle Beatitudini.
Queste
esprimono il dono di Dio e il frutto ultimo della sua azione nel
mondo, compresa anche ovviamente al Resurrezione.
Il
brano dice cosa noi possiamo fare e a cosa noi siamo chiamati dal
Signore per poter vivere effettivamente le Beatitudini.
Trattandosi
della nostra parte, il discorso si fa articolato e complesso e quindi
va ascoltato con cuore aperto, cercando di coglierne la sostanza più
profonda e vitale.
Una
seconda osservazione: Gesù risponde ad una esigenza che si fa viva
nei primi discepoli, ma anche in quelli che vengono dopo, e che
pongono il problema dei rapporti tra la prassi quotidiana (problemi
semplici, normali, di rapporti con le cose e con le persone), e il
messaggio di salvezza di Gesù, una salvezza che si realizza per
grazia e per la forza dello Spirito.
È
inevitabile allora anche per noi chiederci: i comandamenti hanno
ancora un valore oppure sono superati?
Avrete
notato che Gesù sembra avere un atteggiamento non dico
contraddittorio, ma apparentemente non netto. Di fatto no.
La
duplicità la cogliamo nelle sue parole in questa formula: “ non
sono venuto per abolire ”,
cioè conferma la legge, ma poi aggiunge: “ io
vi dico
”.
La
legge antica è ancora valida?
Cosa
vuol dire: non abolisco questa legge, e poi dire: io vi dico ?
Partirei
dalla parte finale, passando attraverso gli esempi che il Signore fa,
per cogliere il senso profondo di questa Parola.
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La parte
finale dice : “Sia
invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal
maligno”.
Questo
cosa significa?
La
Parola è per la verità, non per l’inganno.
In
questa frase, Gesù corregge il modo corrente di intendere il
discorso come un giro di parole, come un’astuzia, come una
furbizia.
Gesù
prende questo esempio per affermare l’importanza e l’essenzialità
della verità della parola.
La
parola è per la verità, altrimenti è un tradimento.
La
parola che usiamo per esprimerci spesso nasconde la verità.
Si
coglie qui una contraddizione legata al nostro agire: ciò che è
fatto per uno scopo (= comunicare la verità), di fatto viene
rovinato dalla menzogna nelle sue varie sfumature.
Gesù
pone l’urgenza della verità.
Questo
vale sempre, anche per noi.
Dovremmo
fermarci un istante, e vi invito a farlo a casa, e chiederci : quando
parlo, parlo per la verità o per nasconderla ?
Nel
parlare dell’uomo c’è un sì, ma insieme anche un no. C’è
qualcosa che contraddice nel profondo.
Pensate
ad es.: oggi la stampa è per la verità o no? I discorsi che
sentiamo in televisione o sui giornali sono parole d’oro oppure
sono menzogne?
Questo
semplice richiamo è per buttare all’aria tutto un modo di essere,
di comportarsi e di rapportarsi della persona o delle persone, noi
comprese.
L’urgenza
della verità è un’esigenza fondamentale spesso tradita.
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Risalendo nel testo, consideriamo
l’esempio che precede l’ultimo e che riguarda l’adulterio, un
esempio fatto per l’uomo, ma valido anche per la donna.
Gesù
ci dice che l’adulterio non è solo quello che si consuma
nell’agire, ma che ha la sua radice nel desiderio.
La
verità del comportamento non consiste solo nel cedere all’adulterio,
ma anche in ciò che tocca la radice ed è il desiderio.
Il
desiderio a sua volta si può nascondere dietro un’apparente
correttezza, per cui uno che si ritiene a posto non lo è se coltiva
nel cuore il desiderio di possesso della persona.
C’è
un doppio contrasto tra l’apparenza e la realtà del cuore.
Il
desiderio è alla radice. Gesù conferma l’esigenza espressa dalla
legge andando però alla radice: non basta l’apparenza, ma occorre
che il cuore sia puro e non brami il possesso.
Il
possesso riduce la persona ad una cosa.
Gesù
non nega il principio, anzi lo afferma, ma in profondità, va al
cuore e all’intenzione più profonda.
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Terzo
esempio: l’offerta portata all’altare.
Questo
è un esempio che può andare bene anche per noi.
Gesù
dice: “ lascia lì
il tuo dono davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con il
tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono
”, cioè non fare l’offerta con il cuore chiuso, avendo dentro di
te un risentimento o un rifiuto.
Gesù
coglie la contraddizione tra un apparente atto di fede, che vuol dire
amore verso Dio ed i fratelli, e il fatto di andare con cuore chiuso.
Quante nostre messe sono viziate da questa ombra o dal cuore chiuso!
Si celebra un gesto comunitario con cuore non comunitario, perché il
cuore è diviso, non è in pace. Per questo Gesù suggerisce di far
precedere la riconciliazione al gesto di culto.
La
riconciliazione precede il gesto, l’offerta.
Questo
suggerimento è concreto e attuale, perché spesso siamo tentati di
lasciar perdere e andare al culto convinti che sia lo stesso e
soprattutto che questo culto sia vero, mentre in realtà è falso.
Gesù
non nega il culto, anzi lo richiede, però fa valere l’esigenza
della sua verità.
-
Quarto esempio: “ non
uccidere ”.
È
chiara la norma del comandamento non uccidere.
Gesù
considera questo comandamento valido e come ! Ma ci sono tanti modi
per uccidere.
Ridurre
il comandamento al fatto fisico è limitativo e forviante.
Abbiamo
tanti modi di uccidere, con la lingua, per esempio. La lingua uccide
più della spada.
Il
pensiero, l’insulto; ci sono parole che rompono, che feriscono, che
uccidono dei rapporti.
Quindi:
vai a fondo, cerca di capire che cosa ti muove dentro, e opera e
datti da fare perché questo comandamento sia realmente vissuto anche
nelle sue sfumature.
-
Passiamo ora ad una parte più
generale con l’affermazione: “se
la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei,
non entrerete nel regno dei cieli ”.
Qual
è il limite che impedisce la partecipazione al Regno ?
Cosa
vizia la nostra condotta ?
Il
fatto di essere formali, fatti di apparenza e non di sostanza.
I
farisei miravano a farsi vedere, a mostrarsi; si preoccupavano della
facciata. Gesù invece va al cuore.
La
vera giustizia nasce dal cuore, la vera correzione modifica il cuore
ed è questo che rende un discepolo veramente tale.
E
così comprendiamo perché Gesù parla di conferma della legge, anzi
di portarla al suo compimento e farla diventare una legge a cui si
obbedisce con tutto il nostro essere.
Noi
dove mettiamo il cuore? Dove mettiamo il nostro agire?
Questa
riflessione mostra come Gesù sia attento non alla facciata, ma al
cuore. L’attenzione al cuore lo porta all’attenzione alla persona
e a vedere la morale come una risposta che riguarda tutta la persona.
La legge di Gesù non è un’altra legge, ma conferma quella antica
e la mostra nella sua portata liberante.
È
chiaro che mettendo cuore in ciò che facciamo e ponendo attenzione
alle persone, compresa la nostra, arriviamo ad uno sviluppo vero di
noi stessi, guadagnandoci in umanità, in gioia e in libertà.
Tentando
ancora di fare sintesi tra i vari aspetti, il comandamento nuovo di
Gesù è l’amore. Ed è questo comandamento nuovo che rende nuova
la legge antica che non è distrutta, ma illuminata e riscaldata dal
fuoco dell’amore.
Gesù
in sostanza ci dice che tutte le espressioni della nostra risposta a
Dio sono vere se sono animate dall’amore, se recuperano la nostra
persona e la impegnano in una parola radicale. La parola radicale va
riportata alla radice. Gesù non cancella la legge, ma va alla sua
origine e risana i nostri cuori alla radice rendendoli capaci di
bene.
Il
cuore dell’uomo è liberato e sanato dalla presenza del Signore,
dalla forza del suo Spirito, dall’obbedienza non formale, ma fatta
di amore.
-
Chiediamo al Signore di darci uno
sguardo positivo che susciti un amore capace di vedere la legge non
come oppressione, ma liberazione.
Pensate
ai salmi, come sono pieni di riconoscenza verso Dio proprio per la
legge!
La
comprensione di allora era ancora limitata, eppure si avvertiva già
l’importanza del rispetto della legge.
Oggi,
tempo in cui viviamo un consistente sfaldamento della moralità,
rischiamo una dissoluzione sociale e personale.
Aiutiamoci
a ritrovare l’esigenza etica.
È
responsabilità nostra, di ciascuno di noi, quella di non cadere nel
legalismo e coltivare la pienezza di vita che Dio ci dà se
osserviamo i suoi comandamenti.
Non
fermiamoci alla lettera, ma andiamo allo Spirito che vivifica.
MESSAGGIO
GESÙ
ci
ha dato un Comandamento
nuovo,
che
consiste nell’amarci gli uni gli altri
come
Lui ci ama,
grazie
all’ azione dello Spirito.
Il
comandamento nuovo
non
annulla la Legge
antica,
ma
ne rivela il senso ultimo,
la
tensione suprema.
Ora
non siamo più schiavi
da
dover vivere nella paura della legge:
siamo
liberi figli e fratelli
chiamati
a crescere insieme nella verità.