Così Klimt fu sedotto dall'inconscio

Quando Klimt morì nel 1918, a 56 anni, si era allontanato da tempo dalla scena pubblica. Per la sua continua ricerca di nuovi stili, in quarant'anni l'artista aveva conosciuto la fama, l'onore e il rifiuto. Ora la mostra Klimt. Alle origini di un mito, al Palazzo Reale di Milano fino al 13 luglio, ripercorre la carriera del grande artista viennese attraverso venti tele, indagando sui suoi rapporti familiari e affettivi, ed esplorando sopratutto gli inizi. A vent'anni con il fratello Ernst e il pittore Franz Matsch, Klimt aveva fondato la compagnia degli Artisti e ottenuto diverse commesse pubbliche. Ma nel 1892, dopo la morte del fratello, abbandonò la Compagnia, si allontanò dallo storicismo e rincorse il mondo interiore: la sensualità, l'inconscio, il sogno, la conoscenza... Nella Vienna del tempo, non dimentichiamolo, viveva anche Freud.L'associazione di artisti che fondò nel '97 e chiamò Secessione non era però un movimento bohemien: alla prima mostra, nel 1898, Klimt ricevette in frac l'imperatore Francesco Giuseppe. Ma due anni dopo i bozzetti per i dipinti Filosofia e Medicina scatenarono, nell'università cui erano destinati, la protesta di ottanta docenti, che scrissero una sdegnata lettera al Ministero. Parlarono di pazzia e mancanza di senso.Lo scandalo segnerà la rottura tra Klimt e il mondo ufficiale e l'artista verrà estromesso da incarichi istituzionali. Il rifiuto radicalizzerà la sua svolta stilistica, rendendo le sue opere sempre più allegoriche, colme di simboli decorativi. E' lo "stile aureo" del Fregio di Beethoven. e la ricerca di Klimt continuerà fino alla morte, provocata da ictus. Purtroppo molte sue opere, bruciate durante la Seconda guerra mondiale dalle SS in fuga, sono perdute per sempre.Per e info sulla mostra: www.klimtmilano.it