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Cosí parló il GAP

Creato il 26 ottobre 2011 da Zfrantziscu
di Stella del Mattino e della Sera
Il valente archeologo GAP giá attivista in merito ad un famoso documento epigrafico sardo del museo di Madrid ed allo scherzoso plagio di un articolo di R. Sirigu, ha ultimamente rilasciato importanti e definitive dichiarazioni sulla navicella di Teti. Detta persona vorrebbe cosí aprirci gli occhi  senz´altro scopo del nostro bene. Dall´alto della sua autorevolezza il GAP definisce cosí il sedicente reperto. “Io più che una "navicella" ci vedo un coccio probabilmente facente parte di una lampada a olio, che appunto assomiglia alle navicelle di bronzo per via della sua forma a cucchiaio, si nota inoltre che l'uso fu prolungato dai resti di vetrificazioni (diverso colore dell'argilla silicea) che si notano già a occhio nudo nonostante la pessima risoluzione della foto. Magari fosse "Nuragico" come si afferma da parte Non accademica. [..] si può parlare di reperti Post-Nuragici oppure Proto-Sardi, ma Non Nuragici per via della cronologia sinora repertoriata che li pone indiscutibilmente nel Bronzo finale e alla prima età del ferro. E' la famosa età dei pozzi sacri dei bronzetti e di altri edifici cultuali costruiti a loro volta smantellando interi nuraghi come chiunque può notare al Nuraxi di Barumini e al Nuraghe Genna Mari di Villanovaforru, dove si nota chiaramente che il villaggio dell'età del bronzo finale e del primo ferro siano stati costruiti demolendo e smantellando le sue cortine e torri per recuperare materiale per l'edificazione del successivo villaggio protostorico che lo sovrasta inglobandone i monconi delle torri del complesso, che vennero "riutilizzate" come sacelli templari dedicati alla dea Cerere e Diana (La nostra Janas). Dunque sbaglia chi afferma che si tratti di reperti nuragici dell'età del bronzo, sbaglia ancora di più quando poi si afferma che si tratti di scrittura con idiomi autoctoni nuragici (se il reperto non é nuragico come fa a d'esserlo pure la scrittura??). Personalmente non metto in dubbio che si tratti di idiomi e che il reperto (si spera) sia autentico, come non avrei nessun problema nell'affermare che si tratta di vera scrittura protostorica.. per altro agli albori (1100/900.750 a. C.)” 
Atryx e il prof. Sanna che sono Accademicissimi potranno forse darci contezza di queste parole di cui io da misero giornalista non ho capito un eccídente. Altresí il GAP potrebbe indire una conferenza stampa per spiegare a noi manzi  di quale tipo di scrittura protostorica trattasi, ché noi non lo capiamo da soli. Protoromanaico?
P.S.: è inutile che vi linki una qualsiasi pagina del GAP: esse hanno la tendenza a scomparire. Come anche i suoi articoli su riviste scientifiche. L´Antico potrebbe pur tornare a trovarmi per togliermi dai dubbi culturali in cui mi dibatto. Grazie.

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