-Teatro-
Lope de Vega, Fuente Ovejuna ; Madrid 1619
(traduzione di Francesco Saba Sardi)
Atto I, scena quarta
FRONDOSO: Andiamo, dunque! Dio vi guardi, belle dame!
LAURENCIA: «Dame» ci chiami, Frondoso?
FRONDOSO: Così si usa, no?
Al baccelliere, dottore; al cieco, guercio; al guercio bircio; allo zoppo difettoso; al perdigiorno, brav’ uomo. All’ignorante, savio; a un bestione, soldataccio; a una bocca grande, fiorente e occhio acuto a uno che ce l’ha a punta di spillo. Diligente a chi si cavilla, spiritoso a un ficcanaso, erudito al parolaio, valoroso al prepotente. Il vile è un prudente, eroico il temerario, compagnone l’importuno, e disinvolto il mentecatto. Gravità chiamiamo il malumore, autorità la calvizia, umor faceto l’idiozia. Chi ha piedi grandi lo diciamo ben piantato. Uno ha il mal francese? è raffreddato. Uno è arrogante? è un dignitoso, l’insistente è costante, il gobbo è un po’ curvo. Lo stesso faccio io chiamandovi dame, e qui fo punto: perché di questo passo si potrebbe continuare all’infinito.
LAURENCIA Là in città, Frondoso, è cortesia dare di questi appellativi; e, in fede mia, peggiore e ben più aspro, è il vocabolario delle lingue scortesi.
FRONDOSO Mi piacerebbe sentirlo.
LAURENCIA: È esattamente l’opposto di quell’altro.
L’uomo serio è un rompiscatole; chi non ha peli sulla lingua è uno sfacciato, il tipo a modo è un musone, chi giustamente rimprovera è un odioso. È importuno chi dà consigli, il generoso è seccante, il giusto crudele, imbecille il buono. Villano l’uomo di carattere, adulatore il cortese, ipocrita il caritatevole e presuntuoso il cristiano. Il giusto merito, fortuna; la verità, impudenza; la pazienza diviene vigliaccheria e la disgrazia, colpa. Stupida la donna onesta, superba la bella che sia casta, e quanto alla donna onorata … Ma basta, come replica sarà sufficiente!
FRONDOSO: Pues lleguemos. Dios os guarde, hermosas damas.
LAURENCIA: Damas, Frondoso, nos llamas?
FRONDOSO: Andar al uso queremos:
al bachiller, licenciado; al ciego, tuerto; al bisojo, bizco; resentido, al cojo; y buen hombre, al descuidado.
Al ignorante, sesudo; al mal galán, soldadesca; a la boca grande, fresca; y al ojo pequeño, agudo.
Al pleitista, diligente; gracioso al entremetido; al hablador, entendido; y al insufrible, valiente.
Al cobarde, para poco; al atrevido, bizarro; compañero al que es un jarro; y desenfadado, al loco.
Gravedad, al descontento; a la calva, autoridad; donaire, a la necedad; y al pie grande, buen cimiento.
Al buboso, resfrïado; comedido al arrogante; al ingenioso, constante; al corcovado, cargado.
Esto al llamaros imito, damas, sin pasar de aquí; porque fuera hablar así proceder en infinito.
LAURENCIA: Allá en la ciudad, Frondoso, llámase por cortesía de esta suerte; y a fe mía, que hay otro más riguroso y peor vocabulario en las lenguas descorteses.
FRONDOSO: Querría que lo dijeses.
LAURENCIA: Es todo a esotro contrario:
al hombre grave, enfadoso; venturoso al descompuesto; melancólico al compuesto; y al que reprehende, odioso.
Importuno al que aconseja; al liberal, moscatel; al justiciero, crüel;y al que es piadoso, madeja.
Al que es constante, villano; al que es cortés, lisonjero; hipócrita al limosnero; y pretendiente al cristiano.
Al justo mérito, dicha; a la verdad, imprudencia; cobardía a la paciencia; y culpa a lo que es desdicha.
Necia a la mujer honesta; mal hecha a la hermosa y casta; y a la honrada… Pero basta; que esto basta por respuesta.
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Fuente Ovejuna è un dramma comico in versi del drammaturgo madrileno Lope de Vega (1562 – 1635), tra i principali esponenti del cosiddetto siglo de oro della letteratura ispanica insieme a Francisco de Quevedo e Miguel de Cervantes. Fuente Ovejuna racconta, in tre atti densissimi, l’eroica resistenza del popolo di Ciudad Real di fronte all’umiliazione imposta dal potere viscido e spietato del commendatore Fernàn Gòmez. Quest’ultimo, cavaliere dell’Ordine di Calatrava, è l’amministratore ufficiale designato per la città, con ampia libertà d’azione e potere di governo. Rileggere i classici: Fuente Ovejuna