“Dobbiamo pensare all’arte di fare soldi, - disse la donna. Era seduta sul sedile posteriore, il sedile di Eric, la poltroncina, e lui la guardava e aspettava. -i greci hanno una parola per definirla. Lui aspettò -Chrimatistiskòs, - disse lei. – ma dobbiamo renderla un po’ flessibile. Adattarla alla situazione attuale. Perchè il denaro ha subito una svolta. La ricchezza è diventata fine a se stessa. Le enormi ricchezze sono tutte così. Il denaro ha perso la sua qualità narrativa, come è accaduto alla pittura tanto tempo fa. Il denaro parla a se stesso (…) e la proprietà si comporta di conseguenza. Il concetto di proprietà cambia di giorno in giorno, di ora in ora. Le somma esorbitanti che la gente spende per terreni e case e barche e aerei. Tutto questo non ha niente a che vedere con le tradizionali sicurezze, okay. La proprietà non c’entra più niente con il potere, la personalità e il controllo. Non c’entra con l’ostentazione volgare e l’ostentazione raffinata. Perché non ha più né peso né forma. L’unica cosa che conta è il prezzo che paghi”. (Da Cosmopolis, Don DeLillo, 2003, Einaudi, pag. 67)
Quando si consumerà definitivamente il danno? Quando finiremo una volta per tutte ad azzannarci senza meta in un futuro vicinissimo senza bombe né mostri nucleari? Il danno si è già consumato, ci siamo dentro: è la III guerra mondiale ed è silenziosissima. Il nemico è invisibile e viaggia dentro ad una Limousine come il supermiliardario di Cosmopolis, il romanzo nel quale Don DeLillo già nel 2003 aveva capito che la III guerra mondiale si poteva scatenare comodamente con un “click”.
E oggi chi è che ha dichiarato guerra all’Europa e al mondo intero? Forse è proprio qualcuno che viaggia dentro ad una Limousine bianca e mentre sorseggia un drink può decidere di mandarci a gambe all’aria con un “click”. Perché lo fa? Perché non esiste: "il potere funziona meglio quando non è connesso ad alcun ricordo".
“- Sai cosa hanno sempre sostenuto gli anarchici. - Si. - Dimmelo, - disse lei. - l’impulso di distruzione è un impulso creativo. - questo è anche il marchio di fabbrica del pensiero capitalista. Distruzione forzata”. (Cosmopolis, pag.80)
E dove si nascondono questi capitalisti anarchici che hanno dichiarato guerra al mondo senza ricordare che cosa sia il mondo? Se almeno qualcuno ci tirasse una bomba atomica potremmo morire o sopravvivere per capire chi ce l’ha tirata. Ma non è possibile: stiamo diventando anche noi pixel colorati, metafisica da macello, masochisti inconsapevoli di una pornotecnocrazia invisibile che non vede neanche se stessa perché è immateriale e inorganica come un “click” e come un pixel.
IL TOPO DIVENTO’ L’UNITA’ MONETARIA