Cosparsa di Benzina la macchina di Andrea Bartolotta
Non si è ancora spenta a Piazza Falcone e Borsellino, a Terrasini, l’eco della manifestazione contro l’aumento del 50% della TARSU, che ha visto una numerosa partecipazione di cittadini. Oltre trecento persone, davvero “incazzate”, hanno esposto il disagio di vivere quasi giornalmente tra cumuli di rifiuti e di dover pagare il doppio, con delibera retroattiva, rispetto a un servizio che non c’è. Le giustificazioni del sindaco, che non si è sottratto al dibattito, non sono bastate a convincere i partecipanti sia sulla mancata attivazione del servizio di differenziazione dei rifiuti, sia sulla non volontà di ritirare l’iniqua delibera dell’aumento. Nel corso della manifestazione alcuni soci dell’Associazione Culturale onlus Peppino Impastato, in gran parte compagni di Peppino Impastato, hanno distribuito un volantino nel quale viene denunciato l’ennesimo “scippo” di territorio, ideato da tecnici compiacenti, politici rampanti e amici nei posti giusti: si tratta della costruzione di un “solarium” sul terreno prospiciente piazzetta Belvedere, a Calarossa, uno degli angoli più suggestivi del paese, da dove i terrasinesi amano osservare i tramonti con l’incantevole vista del Golfo di Castellammare. Su questo progetto l’Associazione Impastato ha raccolto i documenti necessari, e sta presentando un esposto alla Commissione Territorio e Ambiente della Regione Sicilia e alla Procura della Repubblica. Nella notte ignoti hanno cosparso di benzina l’auto di Andrea Bartolotta, uno degli autori e distributori del volantino: hanno tentato anche di darle fuoco, ma il tentativo non è andato in porto. E’ possibile che gli attentatori siano stati distolti da qualche macchina di passaggio, o che il vento abbia spento la fiammella iniziale, dal momento che, nella canaletta dove refluisce l’acqua dei tergicristalli, sono state rilevate tracce di cenere. Il proprietario dell’auto ha sporto denuncia ai carabinieri, allegando il testo del volantino che, a suo parere, può avere causato l’atto intimidatorio, tenuto conto degli interessi che ruotano attorno al progetto. L’Associazione Peppino Impastato, in un comunicato afferma: “Dopo Partinico, Borgetto e Trappeto l’usanza di dar fuoco alle macchine per fare paura ai loro proprietari, arriva anche a Terrasini. Come al solito dietro ci sono sporchi interessi e tentativi di speculazione, per mettere le mani su quel che resta delle nostre coste, privatizzarle con concessioni a basso costo e consentirne l’accesso solo a pagamento.
Questa volta i nostri baldi incendiari notturni si sono rivelati inesperti e incapaci di dare fuoco alla benzina che avevano cosparso sulla macchina di Andrea Bartolotta. Attenzione, picciotti, la benzina costa cara: se proprio avete voglia di bruciare qualcosa, buttatevela addosso o aspettate, tra qualche mese, di vedere come sarà fatto il Solarium: a giudicare dal progetto è proprio brutto. E se c’è qualcuno tra di voi che vuole iniziare con questi gesti la sua carriera di mafioso, ci rinunci pure: finiscono tutti in galera o morti ammazzati”.
Ecco il testo del volantino che ha scatenato le ire di coloro che stanno organizzando l’ultimo scippo di territorio costiero privatizzandolo e togliendolo ai cittadini.
Il Belvedere diventa Malvedere: l’ultimo scippo
Il piano è semplice e studiato nei dettagli: impadronirsi di Piazzetta Belvedere, anzi, del terreno sottostante, che sinora preservato dalla cementificazione, grazie al vincolo di non edificabilità, chiedere la concessione per 2990 mq., cioè appena meno dei 3.000 mq. previsti dalla legge e chiudere lo spazio per costruirvi una specie di solarium, con un “gibbiuni”, un vascone precostruito di 4×8 metri, che ricordi vagamente una piscina, metterci un bel posto di ristoro, con vendita di bibite e di alimenti e predisporre un posto dove, con un po’ di musica, far passare le sere estive al fresco ai cercatori di sballi e divertimenti. E così, in silenzio, si crea una società, tra amici terrasinesi, la si chiama DUEGGI srl, con un capitale sociale di 10.000 euro e si disegna il progetto su 2995 mq di terreno, visto che non si può andare oltre i tremila per ottenere la concessione. La norma prevede che un decimo, cioè 300 mq. potrà essere occupato da strutture di copertura. Ma poi, sai com’è, se il vento se la porta via, si potrà ricomporne un’altra più grande, non se ne accorge nessuno, così come nessuno potrà obiettare se, a margine dell’area che divide l’impianto dalla strada si mette una fila di grosse piante che impedisce ai passanti di curiosare guardando chi c’è dentro, ma anche di guardare il mare: e quindi addio belvedere. Ma vediamo a chi è venuta in testa questa bella idea:
-Una quota del 25% appartiene all’amministratore unico della società e alla moglie. L’amministratore ha un fratello consigliere comunale, recentemente passato, guarda un po’, dalla opposizione alla maggioranza -e.
-Un altro 25% è della sorella di un architetto attualmente responsabile del piano di sviluppo economico del territorio – area VI del comune di Terrasini e che è, inoltre amministratore unico di una cooperativa che gestisce uno stabilimento balneare sulla spiaggia Magaggiari di Cinisi.
-La terza quota della società è di un giovane con notevole esperienza nel campo dell’intrattenimento serale e notturno da discoteca. La quarta quota è di un facoltoso giovane figlio di una famiglia di orefici.
E’ dall’inizio degli anni 70 che il Piazzale del Millennio è il belvedere più suggestivo di tutta la fascia costiera. Si affaccia su un panorama incomparabile che permette di osservare tutta la fascia costiera che dall’interno del Golfo di Castellammare arriva ad Ustica, e consente inoltre di ammirare la bellezza dell’insenatura di Calarossa, le sue falesie a strapiombo, i suoi colori, i suoi tramonti e tutte le sue valenze Naturalistico – Paesaggistiche classificate, dal 2000 come Sito di Interesse Comunitario ( zona SIC ) che non può essere sacrificato alle speculazioni dei. Per non parlare poi della importanza di Calarossa dal punto di vista scientifico – geologico: un vero laboratorio scientifico a cielo aperto. Nessuno può minacciare l’integrità del sito e del suo habitat floro-faunistico; a nessuno deve essere permesso di alterare, distruggere o comunque mettere le mani su un bene che appartiene, oltre che alla comunità di Terrasini, all’umanità.
Attorno al progetto si notano altri nomi, come quello di un, geologo, componente della Commissione tecnica comunale che ha dato parere positivo alla valutazione di incidenza ambientale del sito, non preoccupandosi se si tratta di marne friabili, dove hanno già perso la vita, qualche mese fa, due ragazzi, forse a causa di un crollo del costone su cui erano seduti. Cioè, trattasi di zona P3 ad elevato rischio di pericolosità. Questo geologo adesso è incaricato di curare l’aspetto geologico del piano regolatore di Terrasini. Ma c’è anche un ingegnere che ricopre il ruolo di dirigente dell’Urbanistica e che, assieme al geologo e a un tecnico forestale, è il firmatario della citata relazione geologica. La manovra avrebbe dovuto passare dal Consiglio Comunale, che non ne sa niente, o finge di non sapere, avrebbe dovuto essere subordinata al Piano Di Utilizzo del Demanio Marittimo che avrebbe dovuto essere approvato entro il febbraio 2012. La passata amministrazione, nel 2008 aveva sottoposto al Consiglio Comunale un progetto di sistemazione e utilizzo delle spiagge e degli accessi a mare, che non è stato approvato.
Il progetto del Solarium è in bella mostra in un sito Internet, senza avere ottenuto il parere favorevole della Capitaneria di Porto: trattasi di concessione rinnovabile ogni sei anni, approvata dopo il parere tecnico seguito a un sopralluogo della guardia di Finanza, dell’architetto citato e di uno degli azionisti. Tutto pronto per essere realizzato, almeno che non intervenga la Procura a frenare i conflitti d’interesse e a fermare l’ennesimo scippo zona costiera, dopo i divieti di balneazione alla Praiola e alla Maidduzza. A parte tutto la zona sottoposta alla speculazione è un sito di interesse comunitario ( S.I.C. ). Anche Il WWF, interpellato, ha dato parere contrario. Prima che lo scempio sia irrimediabile, com’è successo per gli alberi della Piazza, è necessario intervenire per fermare il progetto. L’Associazione Peppino Impastato ci sta provando per via politica e giudiziaria, e invita i cittadini a mobilitarsi: lo scippo è fatto a loro e ai loro figli.
Giù le mani da Calarossa
No allo stabilimento balneare sullo strapiombo di Calarossa
Si alla salvaguardia di un Patrimonio Naturalistico
Si annetta alla Riserva Naturale Orientata di Capo Rama tutto il SIC di Calarossa.