Cosparsi di benzina. Contro il sovraffollamento carcerario

Creato il 30 gennaio 2014 da Ilkomboloi @IlKomboloi

A pochi giorni dall’inaugurazione dell’anno giudiziario, dove è stato affrontato il tema delle carceri, due giovani si cospargono di benzina davanti a Montecitorio per protestare contro il sovraffollamento delle carceri, denunciati dalla polizia.

foto di Nicola Gesualdo

Questa mattina all’alba due attivisti pro amnistia e indulto sono stati fermati dalla Polizia dopo aver piazzato un piccolo prefabbricato in legno in piazza di Montecitorio e aver minacciato di autolesionarsi.

All’arrivo degli agenti i due giovani avevano appena sistemato il loro prefabbricato e si erano appena cosparsi di benzina, minacciando di darsi fuoco qualora gli fosse stato impedito di proseguire nelle loro intenzioni.

Ma gli agenti sono riusciti ad avvicinarli con molta calma e, dopo aver ascoltato le ragioni della loro protesta, li hanno convinti a desistere e si sono fatti consegnare sia la tanica di benzina che i due accendini che tenevano in mano.

I due giovani hanno raccontato ai poliziotti di essere venuti a Roma per partecipare ad una manifestazione organizzata per oggi contro il sovraffollamento delle carceri. Identificati e accompagnati in ufficio, sono stati denunciati in stato di libertàper manifestazione non autorizzata e procurato allarme.

Nel frattempo in carcere si continua a morire e a non essere curati.
Il primo Presidente della Cassazione, Santacroce, pochi giorni fa, durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario ha parlato proprio di indulto.  Ha dichiarato: ”Non può esserci una efficiente ‘Europa dei mercati’, se ad essa non si accompagna una forte ‘Europa dei diritti’”, ribadisce il Primo presidente della Cassazione, che rileva che sul fronte dei diritti umani in Italia ci sono “gravi inadempimenti degli obblighi assunti” in sede europea. In primis, la mancata introduzione del reato di tortura e il persistere dei processi ai contumaci.

Scarcerare chi è in carcere non vuol dire liberare i malavitosi, ma chi è in carcere in condizioni disumane o per pene ancora da accertare.


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