Ore 21:42, isola del Giglio. La Costa Concordiaurta uno dei piccoli scogli situati in prossimità dell’isola e inizia così un disastroso naufragio.
Le notizie rimbalzano su tv e testate giornalistiche. Il grande mostro ferito si accascia lentamente. La sua mole e la sua forza ormai sembrano essere svaniti nel nulla. Anche stavolta Davide ha sconfitto Golia, e il perdente si appresta, giorno dopo giorno, a sparire tra i più remoti e reconditi abissi.
L’immenso splendore di questa nave da crociera e le enormi ricchezze in essa contenute riportano alla luce nella mia mente il grande mito di Atlantide che, come i cronisti di oggi, Platone secoli fa ci raccontò. Una potenza navale ricca e forte al di là delle colonne d’Ercole, sede del lusso e della sapienza, luogo prediletto da saccenti e armatori. Come Atlantide, la nave Concordia rappresenta il mito del nostro tempo. Lunga 290m (tre campi da calcio) e alta 52m (un palazzo di venti piani), al suo interno teatri, casinò, centri benessere e dettagli lussureggianti e appariscenti. Si mostra ai comuni mortali come un sogno, il paradiso in terra, o come lo avrebbe ben definito Collodi: Il paese dei balocchi. Sfortunatamente, come tutti ben sappiamo, Atlantide sparì tra gli abissi in un solo giorno, trascinando con sé prestigio, oro e ricchezze. Leggi l’articolo completo