All’interrogatorio Schettino ha “vuotato il sacco”. Su naufragio e scatola nera, responsabilità anche della Costa Crociere.
Il comandante Francesco Schettino nell’interrogatorio del gip Valeria Montesarchio, ha risposto:
“La Costa era al corrente della prassi ricorrente degli inchini in tutto il mondo” e “l’inchino al Giglio del 13 gennaio venne pianificato e voluto dalla Costa prima della partenza da Civitavecchia” per ragioni ” pubblicitarie.
Quando il gip gli chiede se fosse la prima volta che accostava il Giglio, Schettino risponde:
”No. L’ho fatto in passato anche con la Costa Europa e altre navi”.
Schettino parla anche di un altro possibile “movente” dell’inchino (dedicato al maitre e all’ex comandante Mario Palombo) una sorta di gara con un altro comandante, Massimo Garbarino, che:
”faceva gli inchini lì e io gli promisi – gli ho mandato anche una email – che, alla successiva estate, l’avrei fatto”.
Secondo Schettino, la scatola nera era rotta:
“A bordo avevamo il problema che da 15 giorni si era rotto il back-up del sistema Vdr e avevamo fatto richiesta all’ispettore di aggiustarlo. Ma non era successo”.
Riguardo i ritardi dell’allarme risponde:
”Prima di dare l’emergenza dobbiamo essere sicuri perché non voglio rimanere con i passeggeri in acqua, né creare panico che la gente mi muore per nulla”.
Schettino parla di numerosi contatti con l’armatore, con il marine operatori della Costa Roberto Ferrarini:
”Ci siamo sentiti più volte. Non ricordo quante”.
Ferrarini gli avrebbe promesso: “Mando gli elicotteri”