La zona vinicola
La zona vinicola della denominazione Costa d'Amalfi DOC fa riferimento chiaramente alla costa della famosa cittadina, ex repubblica marinara, Amalfi appunto, che è ritenuta, a ragione, tra le più reputate della nostra penisola. Oggi conosciuta per la sua bellezza, la costa amalfitana è abitata fin dai tempi più remoti e coltiva la vite a partire dalla colonizzazione greca del VII secolo a.C. La zona poi fu avvantaggiata anche dagli iniziali commerci intrapresi dai Fenici, per poi divenire pianta in stabile parte del territorio romano e quindi essere avvantaggiata dalla grande floridezza che l'impero seppe dare ai commerci e in particolare a quelli del vino. La città dopo l'anno Mille seppe poi riconquistarsi, come tutti sanno, il suo spazio commerciale divenendo una delle potenze marinare dell'epoca con Genova, Venezia e Pisa. Oggi la costa mantiene la sua tradizione vinicola, grazie ad un territorio favorevole alla coltivazione della vite. Geograficamente la zona si presenta come una piccola penisola montuosa con forti dirupi a strapiombo sul mare che trova i suoi confini a meridione con la catena appenninica e il golfo di Salerno e a settentrione con la Piana Campana. Questa piana geologicamente rappresentata da graben da il via alla zona del Costa d'Amalfi, dove l'orografia rileva rocce carbonatiche di età mesozoica come struttura di base sulla quale si sono sedimentati terricci miocenici, da clasti del quaternario e da piroclasti del Pleistocene dovute tutte alla grande attività vulcanica presente nel passato nell'area. Lungo la sua altezza la geologia presenta delle faglie strutturali e delle fratture evidenti andando dal basso più profondo all'alto superficiale della crosta. Quindi si parte in profondità dalle dolomie grigie stratificate passando per per una zona calcarea-dolomitica risalente all'era Giurassica superiore in cui si alterna il calcaree, calcare e il massiccio dolomitico in vari strati. Si passa poi a basamenti calcarei del Cretacico per arrivare a una sedimentazione arenacea miocenica fatta chiaramente di strati compatti di arenarie su cui poi sono posate le coperture clastiche del Quaternario prima dette formate da brecce carbonatiche non compatte anzi friabili con molta presenza di detriti e prodotti erosivi dell'acqua. Per quel che riguarda il clima siamo di fronte alle classiche temperature miti del sud Italia, con inverni caratterizzati da pioggia ed estati calde ma rinfrescate dal mare.
I vitigni bianchi
I vitigni bianchi inseriti nel disciplinare di produzione del Costa D'Amalfi DOC sono il Falanghina e il Biancolella, come uvaggi principali, a cui si aggiungono in misura minore, almeno nominalmente nel disciplinare, le altre uve bianche iscritte all'albo regionale.
Il Falanghina è un vitigno molto antico e di origine sconosciuta, che i Romani trovarono già nella regione al loro arrivo senza riuscire a rintracciarne il percorso di approdo in Italia. Il suo nome deriva dal greco falangos che per i Romani divenne phalange con cui si indicavano cose legate ad un palo. Inizialmente era infatti questo il sistema d'allevamento usato. Poi i deve attendere gli inizi dell'Ottocento per ritrovarne una descrizione per mano di Columella Onorati. Uva di successo nel Regno delle Due Sicilia, la Falanghina cadde in declino con l'Unità d'Italia fino a qualche decennio fa, quando attenti viticoltori iniziarono il suo rilancio cambiando i metodi di allevamento, prima troppo produttivi e rivolti più che altro al vino base da distillazione.
Così oggi la Falanghina è tornata protagonista con vini di pregio, di bella aromaticità e intensità. I profumi sono quelli della frutta esotica come l'ananas e la banana o della frutta bianca come la mela e la pesca. Sempre presente una nota floreale che viene arricchita anche dagli agrumi. Il suolo vulcanico regala anche profonde sensazioni erbacee e mielate, ottime nelle vinificazioni passite, con sfumature all'anice e alla frutta secca. Notevolmente presente l'aroma di selce e del mentolo.
Il Biancolella è un vitigno autoctono della Campania, forse proveniente dalla Corsica, coltivato prevalentemente sull'isola d'Ischia dove viene vinificato anche in purezza. Qui fornisce vini paglierini a riflessi verdi dalla gamma olfattiva semplice, incentrata su delicate erbe aromatiche. Questo lo rende un ottimo compagno nelle vinificazioni del Costa d'Amalfi. Ottimo da abbianra a crostacei e conchiglia, ma anche alle paste al pesce.
Il Costa d'Amalfi DOC bianco
Si possono iscrivere all’Albo solo i vigneti in posizione collinare, ben esposti e non al di sopra dei 650 metri s.l.m., con esclusione dei fondovalle.
Le rese non possono essere superiori alle 12 tonnellate per ettaro per tutte le tipologie ad eccezione delle sottozone Ravello e Tramonti dove il limite è di 11 tonnellate per ettaro. Le gradazioni alcoliche minime invece vanno dai 10,00% vol delle tipologie generiche ai 10,50%.
Sotto questa denominazione vengono prodotti alcuni dei bianchi più buoni e pregiati d'Italia.
Le aziende
Le aziende che operano sotto la denominazione Costa d'Amalfi riescono a raggiungere livelli eccelsi di qualità come il Costa d'Amalfi Furore Bianco Fiorduva dell'azienda Furore di Marisa Cuomo, un vino fantastico, oro brillante. Naso estremamente elegante con incredibili profumi di ginestra e albicocche mature, maracujia e vaniglia. Il palato sorprende per l'equilibrio fresco-sapido e la ricchezza dell'assaggio. Notevole struttura e invecchiamento in botte di circa 3 mesi. Ottimo con gli involtini di pesce spada.