In un Paese ,che potremmo dire, senza ombra di smentita, molto provato da più decenni a causa di guerre, guerriglie interne e conseguente povertà, non è poca cosa la bella notizia che l'Unione Europea ha revocato, finalmente ,le sanzioni economiche riguardanti le attività commerciali nei porti di Abidjan e San Pedro.
Ciò vuol dire, in quelle principali vie d'accesso e di sortita dal Paese, la reale possibilità di riprendere il commercio, fare affari e quindi riavviare il motore terribilmente"inceppato" dello sviluppo.
E sarebbe ora.
Sappiamo tutti che la ricchezza della Costa d'Avorio poggia essenzialmente sull'esportazioni di cacao, attualmente , per ovvii motivi, piuttosto ridimensionate rispetto ad un tempo.
La decisione di Bruxelles scaturisce dal riconoscimento ufficiale europeo della legittima autorità del presidente Alassane Ouattara, uscito vincitore dalle ultime elezioni politiche di novembre.
Elezioni tanto attese, che si pensava potessero dare stabilità al Paese e avviarlo sulla strada dell'effettiva democrazia.
Invece?
Nei fatti, cosa si è verificato?
Una presidenza fortemente contrastata dall'uscente Laurent Gbagbo, ancora oggi asserragliato nella sua residenza personale nel quartiere cittadino di Cocody.
Infatti, anche mentre scriviamo, nei diversi quartieri della capitale ivoriana, continuano gli scontri tra i fedelissimi delle rispettive opposte fazioni, fautori del successo dell'uno o dell'altro.
La gente s'ammazza, o meglio, viene ammazzata per le strade e nelle case per prendere in definitiva le parti di due "tirannelli", uno scaricato dalla Francia, quando si è rivelato non essere più utile, perché troppo ingordo,l'altro invece sostenuto, perché apparentemente più docile e certamente più pronto a rispettarne i "desiderata" .
Questo è tutto.
E, in definitiva, la storia infinita di ricchi sempre più ricchi e di poveri sempre più poveri.
Avrà termine un giorno?
Voglio essere ottimista e pensare che le giovani generazioni d'Africa, prima o poi, più prima che poi, e nonostante oggi tutto apparentemente lo sconfessi,dal nord al sud del continente, grazie all'essere sane, sazie e acculturate, riusciranno a far valere i propri diritti di fronte all'Occidente predatore ma anche e sopratutto di contro alla rapacità dei tiranni locali che, talvolta sono ben peggiori dei mzungu( i bianchi).
E mi auguro, per la gioventù africana, che questo tempo non sia effettivamente troppo lontano.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)