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«Quando ho visto i primi due minuti mi sono spaventata anche io. Ma sono 12 puntate di un documentario realizzato ad altissimo livello e lo scopo è portare i ragazzi in carcere un giorno per salvarli tutta la vita», spiega. Non è un metodo troppo brutale? «L’utilità riabilitativa di questi programmi è stata dimostrata. E anche se il quadro americano è diverso dal nostro, i giovani a rischio hanno dinamiche simili. Inoltre è anche un viaggio nella realtà carceraria americana: ne esce un affresco un po’ diverso dagli Stati Uniti di Hannah Montana».
Questo programma potrebbe essere un primo passo: «Stiamo pensando di produrre anche una versione italiana del documentario, che diventerebbe un prodotto da esportare. Io, superato lo choc di veder praticata ad esempio l’interruzione del sonno su un ragazzino, ho subito iniziato a preparare dei testi di accompagnamento sulle condizioni dei giovani e delle carceri in Italia». Il suo è una sorta di ritorno alle origini: «Il primo speciale che ho firmato da giornalista era sui serial killer. Poi di cronaca me ne sono occupata sia con Costanzo che con Santoro».
Dopodiché si è concentrata sul talk politico... «Che ora però è inflazionatissimo, ragione per cui ho deciso di smarcarmi. Al momento sembra che chiunque possa intervistare un politico». Inoltre, sostiene che rispetto alla tv generalista «sugli altri canali, come questo nuovo di Sky, vedo un tasso di creatività di gran lunga superiore, motivo per cui mai come adesso se qualcuno ha corde diverse dalle solite da suonare è meglio provarci: io sento che già mi arriva più ossigeno al cervello». I suoi rapporti con la Rai? A occhio non sembrano dei migliori... «I rapporti con la Rai non ci sono. “Robinson” è un programma che io rivendico. E poi, alla faccia del flop, gli ascolti che faceva su Rai 3 erano più alti di quelli che a volte fanno oggi Rai 2 e Rai 3 messe insieme. Si potevano prevedere degli aggiustamenti ma è andata così. In ogni caso questa nuova avventura non è certo un ripiego. Come dice quella frase: mi vendicai di loro facendo progressi».
Chiara Maffiolettiper "Corriere della Sera"