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Costamagna, ritorno alle origini: "La cronaca non è un ripiego" (Corriere della Sera)

Creato il 29 dicembre 2013 da Nicoladki @NicolaRaiano
«Sono pronta a rispondere a ogni polemica o attacco». Il piglio è quello di sempre. Lo stesso che l’ha portata a non incassare sorridendo le frecciatine di Luca Telese, quando conducevano «In onda» o a dare vita all’intervista che ha più indispettito l’ex ministro Carfagna con l’approfondimento che conduceva nel 2012 su Rai 3, «Robinson». Ora Luisella Costamagna ha deciso di voltare pagina, diventando — dopo tanti anni di talk show — un volto del nuovo canale di Sky Crime + Investigation. Condurrà «Giovani a rischio» (dal 30 gennaio in prima serata), approfondendo le inchieste in cui si vedranno degli adolescenti americani costretti a trascorrere una giornata in carcere per capire le conseguenze di un comportamento criminale.
«Quando ho visto i primi due minuti mi sono spaventata anche io. Ma sono 12 puntate di un documentario realizzato ad altissimo livello e lo scopo è portare i ragazzi in carcere un giorno per salvarli tutta la vita», spiega. Non è un metodo troppo brutale? «L’utilità riabilitativa di questi programmi è stata dimostrata. E anche se il quadro americano è diverso dal nostro, i giovani a rischio hanno dinamiche simili. Inoltre è anche un viaggio nella realtà carceraria americana: ne esce un affresco un po’ diverso dagli Stati Uniti di Hannah Montana».
Questo programma potrebbe essere un primo passo: «Stiamo pensando di produrre anche una versione italiana del documentario, che diventerebbe un prodotto da esportare. Io, superato lo choc di veder praticata ad esempio l’interruzione del sonno su un ragazzino, ho subito iniziato a preparare dei testi di accompagnamento sulle condizioni dei giovani e delle carceri in Italia». Il suo è una sorta di ritorno alle origini: «Il primo speciale che ho firmato da giornalista era sui serial killer. Poi di cronaca me ne sono occupata sia con Costanzo che con Santoro».
Dopodiché si è concentrata sul talk politico... «Che ora però è inflazionatissimo, ragione per cui ho deciso di smarcarmi. Al momento sembra che chiunque possa intervistare un politico». Inoltre, sostiene che rispetto alla tv generalista «sugli altri canali, come questo nuovo di Sky, vedo un tasso di creatività di gran lunga superiore, motivo per cui mai come adesso se qualcuno ha corde diverse dalle solite da suonare è meglio provarci: io sento che già mi arriva più ossigeno al cervello». I suoi rapporti con la Rai? A occhio non sembrano dei migliori... «I rapporti con la Rai non ci sono. “Robinson” è un programma che io rivendico. E poi, alla faccia del flop, gli ascolti che faceva su Rai 3 erano più alti di quelli che a volte fanno oggi Rai 2 e Rai 3 messe insieme. Si potevano prevedere degli aggiustamenti ma è andata così. In ogni caso questa nuova avventura non è certo un ripiego. Come dice quella frase: mi vendicai di loro facendo progressi».
Chiara Maffiolettiper "Corriere della Sera"

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