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Costi conti correnti, nel 2012 sono calati. Migliora la trasparenza

Da Mrinvest

La Vigilanza della Banca d’Italia riporta i dati del 2012 che mostrano un calo dei costi conti correnti. Nuovi clienti meglio trattati di quelli vecchi e fedeli

Costi conti correnti, nel 2012 sono calati. Migliora la trasparenzaI costi conti correnti in Italia sembra siano in calo, restringendosi così la forbice con il resto d’Europa.
Nel 2012, mantenere un conto corrente per un anno è costato mediamente 101 euro, 4,80 euro in meno rispetto al 2011 e 9,20 meno del 2010. Inoltre, non calcolando i costi relativi allo scoperto ed ai finanziamenti tramite conto corrente, la spesa media sarebbe stata di 86,90 euro.
Tuttavia, i dati riportati dalla Vigilanza dipingono un quadro variegato, visto che coloro che hanno aperto un conto corrente lo scorso anno spendono mediamente 60,50 euro, mentre i vecchi clienti, che hanno un

conto da 10 anni o più, vedono salire i costi conti correnti mediamente fino a 99,60 euro.
Ciò sarebbe la conseguenza dell’agguerrita concorrenza tra le banche che si contendono la clientela a colpi di offerte, anche se questo determina nei fatti una condizione di sfavore per la clientela più vecchia e fedele.

Non è un caso che il capo della Vigilanza, Carmelo Barbagallo, abbia sostenuto la necessità, da un lato di favorire condizioni più trasparenti nella comunicazione dei dati relativi ai costi conti correnti al fine di consentire al cliente di meglio ricercare offerte alternative; dall’altro, si è espresso in favore del “cambio del conto”, previsto nella proposta della Direttiva della Commissione dell’Unione Europea, secondo la quale un cliente può cambiare Istituto, trasferendo il suo conto con i relativi rapporti di credito e debito.

Sempre nel 2012, poi, sono cresciuti del 58% i ricorsi all’Arbitro Bancario Finanziario, arrivando al numero di 5.653. Interessante notare come dei 4.301 casi giunti a decisione, ben il 65% si è concluso in favore del cliente ricorrente, dimostrando la bontà delle loro ragioni.
Nei due terzi dei casi hanno riguardato per lo più dissidi su carte di credito (21%), bancomat (16%), conti correnti (14%), cessione del quinto (11%), mutui (10%), credito al consumo (4%), segnalazione alla Centrale Rischi (3%). Dei nuovi ricorsi, 4.765 sono stati presentati da consumatori, mentre il resto da liberi professionisti e imprese.


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