incontro corte d’appello
Approvato un documento unitario.
SASSARI 5 settembre 2014 – Una riunione per la costituzione del Comitato interistituzionale a sostegno del riconoscimento dell’autonomia della Corte d’appello di Sassari. È quello che, convocato dal sindaco Nicola Sanna, si è svolto questa mattina nella sala consiliare del Comune di Sassari e ha messo a confronto tra loro parlamentari sardi, consiglieri regionali, coniglieri comunali, rappresentanti degli ordini e dei sindacati delle professioni legali, quindi le organizzazioni sindacali del settore della Giustizia per fare il punto sulla situazione della Sezione distaccata della Corte d’appello di Sassari.
E il coro è unanime: bisogna “lottare” uniti per il riconoscimento della autonomia della Corte d’appello di Sassari.
Cinque i punti sui quali gli intervenuti si sono trovati in sintonia: attivare un tavolo di informazione e confronto permanente, aperto a tutte le diverse realtà istituzioali, economiche, sociali del territorio, a esponenti del mondo della cultura, della società civile e delle professioni, per una ampia sensiblizzazione sul tema della presenza ed operatività della Corte d’Appello di Sassari; quindi di dare mandato al Comune di Sassari per la predisposizione di un documento che, col contributo dei tutti i partecipanti al Comitato, illustri in maniera articolata e puntuale le forti motivazioni a favore della permanenza della Corte d’Appello, a vantaggio dei cittadini, delle imprese e degli operatori della giustizia di tutto il nord della Sardegna. E ancora, di trasmettere il documento al Presidente della Repubblica, quale Capo dello Stato e rappresentante dell’unità nazionale e quale Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, al Governo e al Parlamento, «perché – si legge nel documento – nel momento in cui si andrà a discutere il provvedimento legislativo citato in premessa, siano chiare a tutti i massimi responsabili dello Stato le ragioni per cui si cheide che sia riconosciuta e rafforzata la persenza della Corte d’Appello di Sassari». Quindi ancora di promuovere ogni iniziativa politica, culturale, mediatico-informativa, sociale ritenuta utile per il raggiungimento dello scopo per cui il Comitato si costituisce. E, infine, di chiedere al Presidente della Regione e al Presidente del Consiglio regionale, a nome delle Istituzioni che essi rappresentano, di esprimere formale adesione adesione e sostegno alle iniziative promosse dal Comitato.
Al tavolo sono intervenuti: il sindaco di Sassari Nicola Sanna, il sindaco di Tempio Romeo Frediani, il sindaco di Olbia Giovanni Giovannelli, il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, il presidente del Consiglio comunale Antonio Piu, il deputato del Pd Giovanna Sanna, il senatore del Pd Giampiero Scano, l’avvocato generale della Repubblica Claudio Lo Curto, il presidente della Sezione distaccata della Corte d’appello di Sassari Mariano Brianda, l’onorevole Giuseppe Pisano, Lino Mura vicepresidente della Provincia di Sassari, Francesco Milia presidente dell’ordine forense di Sassari, Guido Melis.
Tra i presenti molti consiglieri regionali della provincia, avvocati, numerosi consiglieri comunali di Sassari, sindaci e rappresentanti dei comuni del territorio e rappresentanti di alcune associazioni di categoria.
Intervento del sindaco di Sassari
«All’ordine del giorno di questo incontro di oggi, ritenevamo di poter confrontarci sul testo del disegno di legge delega al governo per la riforma della geografia giudiziaria.
Come è noto, questo argomento è stato stralciato dai provvedimenti assunti nella giornata di ieri dal Consiglio dei Ministri, per essere discusso solo fra qualche settimana.
Come Amministrazione Comunale, abbiamo ritenuto di dover confermare il nostro incontro, per due ragioni semplici e fondamentali: la prima è che esiste un interesse generale e strategico, non solo del territorio del centro-nord Sardegna, ma per l’intera Isola, di mantenere un attuale e ventennale articolazione dell’organizzazione giudiziaria tale da garantire efficienza, efficacia ed economicità. La seconda è che alla luce dei rinnovati venti riorganizzativi, non solo va difesa l’esistenza della sezione distaccata di Sassari della Corte d’Appello, ma rimane sempre attuale la necessità di un suo consolidamento, sopratutto a partire da questo anno 2014, che verrà ricordato per l’arrivo presso il carcere di massima sicurezza di Bancali di circa 90 detenuti già appartenenti alla criminalità organizzata, sottoposti al regime di detenzione del cosiddetto articolo 41-bis della legge sull’ordinamento penitenziario.
Questa presenza richiama la necessità di elevare il grado di attenzione preventiva ed investigativa tesa a ridurre ed eliminare ogni tentativo di infiltrazione di origine mafiosa nei nostri territori. Per far ciò è indispensabile che sia insediata presso la Sezione distaccata di Corte d’Appello anche una nuova DDA, direzione distrettuale antimafia. L’ordinamento come è noto la prevede nella sola Corte d’Appello di Cagliari. La presenza di questa tipologia di detenuti, non solo a Sassari, ma anche nelle altre province sarde, ci espone a dei rischi che non devono essere sottovalutati.
Il mantenimento ed il rafforzamento degli uffici giudiziari di cui all’odierna discussione è perciò un atto dovuto da parte dello Stato, anche a compensazione dei gravosi oneri, che ci vengono caricati.
Da dove nasce l’allarme? Il 13 agosto 2014 è stato diffuso il documento annunciato nel consiglio dei ministri del 30 giugno sulla Riforma della Giustizia. Al capitolo: Misure per l’ulteriore razionalizzazione della geografia giudiziaria è inserito il paragrafo sulla Riforma della geografia giudiziaria delle corti di appello. Il documento, tra le altre questioni, afferma che: “La riforma della geografia giudiziaria del 2012 ha segnato una tappa importante del processo di ricerca di maggiore efficienza e modernità del sistema giudiziario.
Occorre, dunque, consolidarne gli effetti benefici ed anzi proseguire sulla strada della razionalizzazione dell’assetto delle circoscrizioni giudiziarie, rimuovendo alcuni dei limiti negativi della legge di delega che fin qui ha trovato attuazione.
Innanzitutto, si pone il problema della razionalizzazione della geografia dei distretti delle corti d’appello.
Il territorio italiano è tuttora suddiviso in 26 distretti di corte d’appello, alcuni coincidenti con il territorio di una regione, altri con una sua parte, mentre solo il distretto di Torino comprende quello di due regioni (Piemonte e Valle d’Aosta).
La legge delega non consentiva di modificare i distretti di corte di appello, essendosi scelto di modificare soltanto l’assetto degli uffici giudiziari di primo grado.
Si impone, quindi, di portare a conseguente compimento la ristrutturazione del sistema giudiziario, coinvolgendo nella revisione anche gli uffici giudiziari delle corti di appello e delle relative procure generali, al fine di consentire anche a questi uffici di giovarsi delle economie di scala che ne conseguiranno e, più in generale, di realizzare coerenti politiche di impiego delle risorse disponibili.
A tal fine, la revisione dei distretti di corte di appello potrà essere realizzata anche mediante l’attribuzione di circondari di tribunali appartenenti a distretti limitrofi, secondo criteri oggettivi e predeterminati.
Inoltre, seguendo lo schema già attuato con successo per i tribunali, si potrà procedere alla soppressione delle sezioni distaccate di corte di appello, nei casi in cui ciò si riveli necessario per rispettare gli standard minimi di efficienza.
All’esito della riforma, sarà quindi possibile conseguire un razionale equilibrio delle dimensioni dei distretti di corte di appello, per conseguire una situazione di tendenziale omogeneità tra gli uffici. […] Mutuando anche in questo caso le scelte adottate in sede di riforma della geografia giudiziaria dei tribunali, andrà previsto che il personale di magistratura e quello amministrativo entrino di diritto a far parte dell’organico delle corti di appello o delle procure generali presso le corti di appello, cui saranno trasferite le funzioni degli uffici soppressi.
Anche questo intervento normativo sarà attuato senza ulteriori oneri a carico della finanza pubblica, pur perseguendosi obiettivi di innalzamento dell’efficienza della macchina giudiziaria”.
L’iter di riforma è dunque avviato, il consiglio dei ministri tra qualche settimana proporrà al Parlamento il suo disegno di legge delega, in questa legge delega dovranno essere precisati i criteri generali che salvaguardino la situazione tipica della nostra Regione – conformazione orografica, distanze, infrastrutture viarie e ferroviarie insufficienti, ecc. – e qui vedo primario il ruolo dei nostri parlamentari.
Successivamente il Governo, ottenuta la delega, con un decreto legislativo, proporrà la soppressione di alcune corti di appello ed il mantenimento della nostra Sezione.
In mezzo ed all’intorno di questo iter non sfugge ad alcuno che il parlamento sarà impegnato nell’approvazione della legge di stabilità finanziaria, ormai derubricata, alla legge di fiducia nel governo. Ecco io credo che il punto più delicata e di necessaria vigilanza sia proprio in questo frangente, non mi sorprenderebbe un emendamento originato dall’alta burocrazia ministeriale, che nel classico ermetico linguaggio di rinvio alla norma della norma della norma, nasconda l’agguato,
Siamo qui per evitarlo.
Sarà l’Onorevole Giovanna Sanna, ad illustrare i contenuti dell’incontro tenutosi il 5 agosto scorso con il Ministro della Giustizia Andrea Orlando, mi preme qui sottolineare che il Sindaco del Comune di Sassari, unitamente alla Giunta ed al Consiglio, ai Sindaci delle province di Sassari, Olbia-Tempio e Nuoro, unitamente alle rappresentanze parlamentari, degli operatori della Giustizia e del mondo imprenditoriale e sindacale, sono qui mobilitati e vigili per evitare ogni qualsivoglia modificazione dello stato attuale dell’ordinamento degli uffici giudiziari della Sezione distaccata.
La costituzione nel lontano 1992 della Sezione è stata per la città capoluogo e per il sistema istituzionale, economico e sociale del Centro e del Nord della Sardegna una straordinaria conquista, frutto della sinergia di tutti gli attori coinvolti e dei cittadini.
Dobbiamo proseguire su questa strada e se, come ritengo, dal dibattito sarà confermata l’adesione alla costituzione del comitato interistituzionale a sostegno della permanenza della Sezione Distaccata di Corte d’Appello di Sassari, io credo che questo territorio e l’intera Sardegna ne trarrà ulteriore e costante beneficio».
Testo del documento approvato dal comitato interistituzionale:
Costituzione del Comitato interistituzionale
a sostegno del riconoscimento della autonomia
della Corte d’Appello di Sassari
La costituzione nel 1992 di una Sezione di Corte d’Appello a Sassari è stata, per la città capolugo e per il sistema istituzionale, economico e sociale del nord della Sardegna una straordinaria conquista, frutto della sinergia di tutti gli attori coinvolti: rappresentanti politici ed istituzionali del territorio e nazionali, operatori della giustizia, mondo delle imprese e della società civile, cittadini soprattutto.
Questa conquista va difesa e rafforzata nel momento presente: di fronte ad una crisi delle istituzioni, che paiono sempre più lontane dai bisogni e dalle attese dei cittadini; di fronte ad una crisi economica e sociale che, nel nostro territorio, non ha eguali nel secondo dopoguerra; di fronte ad una specificità della realtà della nostra Isola, consacrata anche nella specialità del suo Statuto, che richiede da parte dello Stato un impegno ancora maggiore per superare in maniera positiva il divario di opportunità trai territori, agendo in maniera tale che sia assicurato il pieno adempimento del precetto costituzionale per cui «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese» (art. 3, 2° c. Costituzione).
È in questo momento aperto un dibattito in sede politica sulla ridefizione della organizzazione della Giustizia, sulle modalità e sulla efficace articolazione dei suoi uffici e dei suoi servizi sul territorio nazionale. Il Governo è impegnato a proporre al Parlamento l’approvazione di una legge-delega che, tra l’altro, stabilisca anche i criteri che presiedano alla nuova distribuzione della presenza degli Uffici giudiziari. Paventiamo che una non adeguata considerazione della realtà sarda e una non piena comprensione dei suoi problemi e dei suoi bisogni possa condurre a una scelta che solo apparentemente potrebbe essere ricondotta alle più generali e necessitate scelte di riduzione ed efficientamento della spesa pubblica e che, invece, si tradurrebbe nell’ennesimo drammatico depauperamento di risorse e servizi in un’area che sta già soffrendo una situazione di straordinaria difficoltà.
Per questi motivi, i sottoscrittori del presente documento, riuniti oggi 5 settembre 2014 presso la sede muncipale del Comune di Sassari, costituiscono un Comitato interistituzionale a sostegno del riconoscimento della autonomia della Corte d’Appello di Sassari, e stabiliscono:
a) di attivare un tavolo di informazione e confronto permanente, aperto a tutte le diverse realtà istituzioali, economiche, sociali del territorio, a esponenti del mondo della cultura, della società civile e delle professioni, per una ampia sensiblizzazione sul tema della presenza ed operatività della Corte d’Appello di Sassari.
b) Di dare mandato al Comune di Sassari per la predisposizione di un documento che, col contributo dei tutti i partecipanti al Comitato, illustri in maniera articolata e puntuale le forti motivazioni a favore della permanenza della Corte d’Appello, a vantaggio dei cittadini, delle imprese e degli operatori della giustizia di tutto il nord della Sardegna.
c) Di trasmettere questo documento al Presidente della Repubblica, quale Capo dello Stato e rappresentante dell’unità nazionale e quale Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, al Governo e al Parlamento, perché nel momento in cui si andrà a discutere il provvedimento legislativo citato in premessa, siano chiare a tutti i massimi responsabili dello Stato le ragioni per cui si cheide che sia riconosciuta e rafforzata la persenza della Corte d’Appello di Sassari.
d) Di promuovere ogni iniziativa politica, culturale, mediatico-informativa, sociale ritenuta utile per il raggiungimento dello scopo per cui il Comitato si costituisce.
e) Di chiedere al Presidente della Regione e al Presidente del Consiglio regionale, a nome delle Istituzioni che essi rappresentano, di esprimere formale adesione e sostegno alle iniziative promosse dal Comitato.
Il Comune di Sassari assume l’onere di coordinare le attività del Comitato, promuovendo la costituzione e il funzionamento di un “Gruppo di coordinamento”.