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Costo dell’acqua, record per Vibo Valentia

Creato il 26 marzo 2014 da Makinsud

Nei giorni scorsi è stato pubblicato il rapporto annuale dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, da cui emergono dati molto preoccupanti sull’aumento della dispersione idrica e sull’aumento del costo dell’acqua, con una crescita del 43% dal 2007 e con un costo medio a famiglia di 333 euro nel 2013 (+7,4% rispetto all’anno precedente). Il Report pubblicato da Cittadinanzattiva è stato realizzato sulla base dei dati di tutti i capoluoghi di provincia, riferendosi ad una famiglia di tre persone con un consumo di 192 metri cubi all’anno. Vibo Valentia detiene il record per l’aumento del costo dell’acqua, realizzando un +54% rispetto al 2012.

costo dell'acqua

Le città più care d’Italia sono Firenze, Pistoia e Prato con un costo d 542 euro all’anno, mentre, quella meno cara è Isernia con un costo medio di 120 euro. In Calabria, oltre al dato incredibile di Vibo Valentia, alla luce anche della non potabilità dell’acqua, si registrano dati molto differenti sul costo dell’acqua, oscillando dai 473 euro di Reggio Calabria ai 171 euro di Cosenza. A livello regionale la Toscana è quella più cara con un costo medio di 498 euro, mentre il Molise è la meno cara con un costo medio di 143 euro.

In base al report pubblicato da Cittadinanzattiva l’aumento del costo dell’acqua ha riguardato soprattutto il Nord (9,2%), seguito dal Sud (6,4%) e dal Centro (5,3%) evidenziando come nei tubi si perda in media circa il 33% dell’acqua ed il costo che deriva dalla risorsa idrica persa è pari a 3,7 miliardi di euro ogni anno. Per Cittadinanzattiva  “in Italia in media il 33% dell’acqua immessa nelle tubature (per tutti gli usi) va persa”. Un problema che è particolarmente accentuato al sud (42%) e al centro (33%); va meglio il nord che presenta percentuali di perdite al di sotto della media nazionale (27%)”. Inoltre, la dispersione idrica è aumentata dal 2007 in 56 città, arrivando in 11 città a disperdere oltre la metà dell’acqua immessa nelle tubature: in  tal senso, i dati più significativi riguardano L’Aquila e Cosenza con il 68% di dispersione, Latina con il 62%, Gorizia con il 56%, Salerno, Avellino e Pescara con il 55%, Grosseto con il 54%, Catania con il 53%, Palermo e Potenza con il 52%.

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