Costrizione o seduzione?

Da Annaulaola

Affascinante e molto femminile, croce e delizia delle donne, il corsetto è sempre stato presente nella moda con fortune alterne .

Corsetto del XVI secolo – Photo Corbis

Le sue origini si fanno risalire al 1300 ma è nel 1500 che viene introdotto in Italia con la moda spagnola arrivata dopo le conquiste di Carlo V. I primi corsetti sono addirittura in ferro, ma ben presto vengono sostituiti da stecche di balena o vimini infilate in un corpetto di tessuto o direttamente nell’abito indossato.

Corsetti magnetici – Photo Getty Images

Se durante il periodo dell’illuminismo e della rivoluzione francese il corsetto conosce un periodo di oscurità è di nuovo nel 1800 che risorge a gran titolo. La moda dell’epoca esige il cosiddetto “vitino da vespa” ovvero un circonferenza del punto vita inferiore a 40 cm e si ritiene sia necessario per sorreggere la colonna vertebrale femminile più fragile di quella dell’uomo e conferire fin da tenera età femminilità e leggerezza. La vita sottile, associata da sempre  ad un concetto di verginità, conferisce alla donna un’ allure innaturale, quindi irraggiungibile e particolarmente affascinante.

Data la difficoltà dell’operazione che porta allo stringimento dei lacci il corsetto rimane appannaggio di un ceto sociale superiore poiché è necessario l’aiuto da parte di una domestica. Chi non ricorda la Mamy di Rossella O’Hara nella celebre scena del film” Via Col Vento”?

La costrizione può essere addirittura tale da procurare problemi di salute deformando il fisico. La compressione degli organi interni porta a svenimenti, disturbi digestivi: si narra addirittura che una giovane donna nel 1850 sia deceduta durante un ballo poichè il busto indossato era così stretto che le costole le perforarono il fegato.(!)

Corsetto Vittoriano – Photo Corbis

Nel 1868 nasce il “sellino” detto anche “Cul de Paris: si impone quindi una nuova linea ad “s” che spinge in alto il petto, il ventre in dentro o ed inarca le reni conferendo quindi al corpo una grande sinuosità facendo appunto apparire la donna di profilo simile ad una grande S.

Nel nuovo secolo si avverte immediatamente un cambiamento radicale della moda verso un tendenza per un abbigliamento più comodo e confortevole: un grande innovatore della moda come Paul Poiret decide di rivoluzionare la moda  proponendo  una linea stile impero con vita alta e gonna stretta e lunga e così il busto smette di torturare il corpo femminile ora pronto per un nuovo stile di vita della donna moderna.

Il corsetto riappare sotto veste di “guȇpière” ( che deriva dal francese guȇpe – vespa )  negli anni 50 con Christian Dior, introducendo un concetto decisamente innovativo e controverso: non sono corsetti e bustini a dover dare forma alla donna ma è la donna a doversi mantenere in forma per indossare lingerie intrigante ed essere seducente.

Poi arrivano Vivienne Westwood con i suoi corsetti punk, Jean Paul Gautier e  Dolce e Gabbana con la loro biancheria da portare a vista: i reggiseni a punta di Madonna e i corsetti di Lady Gaga corredati da stivali con i lacci affermano quanto il fascino del corsetto come attrazione erotica continui imperterrito anche oggi.

La storia del corsetto dalle sue origini ad oggi è raccontata in una bella mostra che si tiene fino al 22 Febbraio presso il Museo delle Donne di Merano (BZ): Il corpo costretto – Il corsetto.

La mostra ne ripercorre le fortune alterne nei secoli fino ai tempi moderni a testimonianza di come il corsetto abbia mantenuto inalterato il suo scopo originale ovvero quello di rendere ogni donna sempre più .


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