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Coverboy

Creato il 29 settembre 2011 da Giuseppe Armellini
CoverboyLa sensazione che ho provato a fine visione è stata quella di aver visto un film intelligente, profondamente intelligente. E genuino, vero, umile. Ci voleva poco per renderlo eccessivo, fastidioso, morettiano, ma il regista Amoroso è riuscito invece con sobrietà e intelligenza a raccontare una piccola storia e al contempo lanciare (se mai ce ne fosse il bisogno) un grido d'allarme, un terribile grido d'allarme che le ultime generazioni (e non solo loro) stanno vivendo, il terrore di non avere un futuro.Ioan è un ragazzo rumeno che quasi per caso si ritrova da solo in Italia. Conosce Michele, un precario addetto alle pulizie. Si instaura una profonda amicizia sull'orlo della disperazione. Fino a quando Ioan non si ritrova a fare il modello...Amoroso parte da immagini d'archivio sulla fine del Comunismo nell' Europa dell' Est. Ioan vede assassianre suo padre poco prima della definitiva caduta di Ceausescu. Molti anni dopo, ormai ventenne, un suo amico lo porta in Italia per guadagnare soldi facilmente. L'amico viene fermato sul treno dalla polizia, Ioan rimane solo.
Ben presto si rende conto che la differenza tra i giovani romeni e i giovani romani (italiani) è minima. Il paese di Bengodi, coem letteratura vuole, è solo un'illusione, portare il pane a casa è durissima per tutti. Amoroso racconta con molto tatto l'amicizia tra i due ragazzi, l'atmosfera che pervade il film è di profonda verità, al limite del documentario. Ottimi i due attori, specialmente Luca Lionello, talmente bravo da superare in alcuni casi il confine tra la recitazione e la naturalezza. La fotografia non aiuta -troppi i cambi di luce se non quelli addirittura di grana- ma la regia non ne risente troppo. Come definizione vuole, il film rappresenta benissimo cosa voglia dir precario. Ci sono momenti in cui lavora solo uno dei due, altri in cui lavorano entrambi, altri ancora in cui sono ambedue disoccupati, tutto in pochi giorni. Si arriva al paradosso di sognare di aprire un locale in Romania, al completo ribaltamento della situazione iniziale . A questo proposito molto incisiva la scena in cui Michele si finge extracomunitario, incisiva perchè dimostra benissimo senza neanche apparire tanto forzata cosa vuol dire mettersi nei panni l'uno dell'altro. Amoroso vuole raccontare una storia, la narrazione è la prima istanza che lo muove. Lo fa in maniera un pò discontinua (troppo lunghe e reiterate le sequenza dell'alta moda ad esempio) e alcune volte un pò troppo ad effetto (i nudi integrali maschili non una, non due, ma tre, quattro volte atte soprattutto a conferire in Michele una latenza omosessuale forse inutile alla fine dei conti. O forse no...) ma riesce in maniera magari un pò grezza a dire tutto quello che voleva dire. Tra l'altro crea una scena madre fantastica, quella del manifesto pubblicitario. Senza bisogno di un minimo dialogo rappresenta al meglio in una sola immagine cosa sia la speculazione sul dolore, il definitivo crollo di qualsiasi minimo valore. Quel "dovresti vergognarti" che Ioan riserva alla fotografa è in questo caso perfetto perchè in completa "simbiosi" con tutta la sua vita. Il rifiuto di trarre profitto da una tragedia che l'ha colpito così profondamente (specialmente negli affetti) è quasi dovuto. Meglio avere la dignità di trovarsi difficilmente da mangiare che affogarsi ipocritamente nella Milano da bere.Il finale, se da un lato risulta un tantino forzato (proprio lo stesso giorno? E quella telefonata sarebbe stata così importante? ), dall'altro è costruito in maniera esemplare perchè riesce a cambiar scenario almeno tre volte in 5 minuti.Forse, affinchè Cover Boy risulti più incisivo, affinchè quel grido d'allarme sia urlato ancora più forte, non è altro che un finale necessario.
( voto 7,5 )

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