L’ex presidente ivoriano Laurent Gbagbo, 69 anni, sarà processato dalla Corte penale internazionale (Cpi) per crimini contro l’umanità.
La prima camera preliminare della corte con sede all’Aia ha reso il suo verdetto dopo un’attesa durata due anni e mezzo.
A carico dell’ex presidente sono stati confermati quattro capi d’imputazione per crimini contro l’umanità – omicidio, tentato omicidio, persecuzione, stupro e altri atti disumani – commessi tra il 2010 e il 2011, durante il braccio di ferro elettorale con l’attuale capo dello stato Alassane Dramane Ouattara, concluso con più di 3000 vittime e decine di migliaia di rifugiati.
Arrestato ad Abidjan dalle truppe francesi, Gbgabo è stato consegnato alla Cpi il 30 novembre 2011 ed è stato presentato ai giudici per la prima volta il 5 dicembre dello stesso anno.
Le udienze di conferma dei capi di accusa sono state rinviate più volte, alimentando critiche sull’operato della Cpi.
I sostenitori di Gbagbo hanno denunciato una “detenzione arbitraria” e l’esistenza di una giustizia “a due velocità”.
I giudici della camera preliminare hanno esaminato 22.00 pagine di prove e documenti e hanno ascoltato le dichiarazioni di 108 testimoni.
Per come stanno attualmente le "cose" in Costa d'Avorio c'è da dire che con Ouattara presidente il Paese è stato interamente svenduto alla Francia.
E questo la dice lunga. E, per molti, la dice chiara.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)