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Oggi mi concederò una breve incursione nel campo della grafica, un campo nel quale io mi sento a mio agio come un pinguino nel deserto del Gobi, per parlare di un programma di origine italiana, ma forse non molto conosciuto tra i non adepti del suo settore. Mi riferisco a MeshLab. MeshLab è un programma open-source, il cui sviluppo ha avuto inizio verso la metà dello scorso decennio presso l’università di Pisa e che adesso ha raggiunto la versione 1.3.0a, oltre a essere stato reso disponibile per i principali sistemi operativi: Windows, Linux, Mac OS X e di recente anche iOS (cioè i gingilli portatili che cominciano per i-, come iPhone e iPad). Lo potete scaricare sia dalla sua pagina ufficiale su SourceForge (in tutte le versioni), sia dallo AppStore (nella versione per iOS).
Ma a cosa serve MeshLab? La prima parte del nome, ossia Mesh, dovrebbe già suggerire il campo in cui si utilizza questo programma, ossia l’elaborazione di immagini e modelli 3D. Un mesh, infatti, è una di quelle piccole figure geometriche che, solitamente, sono utilizzate per comporre una immagine 3D in campo grafico e che, uniti, creano l’illusione di tridimensionalità in un modello che ci è mostrato su uno schermo bidimensionale. Avete presenti le sfaccettature, che si possono vedere ad esempio nelle immagini tridimensionali dei videogiochi? Ecco, quelle sfaccettature sono meshes (plurale di mesh). Solitamente, un mesh può essere di forma triangolare, oppure quadrangolare, a seconda delle scelte di chi ha realizzato il modello 3D, ma non mi addentrerò nelle discussioni su quale delle due forme sia la migliore, ammesso che una sia migliore dell’altra: come spesso succede in questi casi, ci sono già state guerre di religione tra gli adepti delle due chiese e non mi pare necessario riesumare le diatribe. Esistono modelli composti da meshes triangolari e altri composti da meshes quadrangolari, basta sapere questo. Inoltre, è possibile passare dai triangoli a quadrilateri, e viceversa, anche se la conversione non è sempre indolore, come ogni altra conversione. In particolare, il passaggio da triangoli a quadrilateri pare essere alquanto complesso e poco soddisfacente. A ogni modo, MeshLab è un programma che si occupa proprio di questo: grafica computerizzata in 3D. Permette sia di creare, sia di modificare modelli tridimensionali, intervenendo anche sui singoli meshes (plurale di mesh), cioè sui singoli poligoni che compongono il modello, e supporta anche la conversione da un modello all’altro: si può dunque passare da un modello con mesh triangolare a uno con mesh quadrangolare, e viceversa (per accontentare entrambi gli schieramenti). Se siete particolarmente interessati alla conversione da triangoli a quadrilateri, magari attraverso MeshLab potete anche approfondire leggendo lo studio prodotto da alcune delle persone che lavorano a questo software. Se non siete amanti degli algoritmi, potrebbe risultato piuttosto noioso, ma è pur sempre un testo interessante. Maggiori dettagli sul funzionamento di MeshLab e su come utilizzarlo, però, andrebbero ben al di là delle mie forze e delle mie risibili competenze. Per dirla con le parole di Dante, “non eran da ciò le proprie penne”, e neanche i propri tasti. A parlare in mia vece, lascerò dunque qualcuno di ben più competente, ossia l’apposito canale YouTube dedicato a MeshLab, dove potrete trovare sia guide, sia dimostrazioni sul suo utilizzo: Mr P.'s MeshLab Tutorials
Come ultimo appunto, la natura open-source di MeshLab lo rende disponibile per due usi distinti, ma parimenti preziosi. Può essere infatti utilizzato sia come programma indipendente, sia come libreria all’interno di un progetto più ampio, incorporandolo nel software che potreste stare usando. Per maggiori dettagli sulla licenza di uso, però, vi rimando al documento ufficiale.
Un’altra cosa che si può fare, anche se non direttamente con MeshLab, è creare un file PDF con il vostro modello 3D, una volta che lo avrete completato. Ora, si potrebbe discutere a lungo sull’utilità o meno di realizzare una sorta di PDF 3D (nei limiti in cui è possibile inserire una terza dimensione in un PDF, per quanto sia illusoria questa terza dimensione), ma un motivo che potrebbe spingere alcuni di voi lungo questa strada è quello di condividere più facilmente il vostro lavoro, anche con chi non è addetto ai lavori o non dispone di programmi per visualizzare i modelli 3D da voi realizzati. Oppure, potete sempre creare un PDF in simil-3D perché è divertente farlo. Come mi è stato suggerito, il procedimento per creare questo tipo di PDF consiste nel salvare prima una copia del vostro lavoro su MeshLab in formato .tex e poi compilarlo con un altro strumento, ossia LaTeX, che produrrà il PDF finale. Per molti potrebbe essere una sorta di ritorno alle origini, quando il sistema LaTeX era molto più usato nella creazione di PDF, perché mancavano più semplici ed economiche alternative (come un OpenOffice che vi salva i documenti in PDF), oppure perché era minore il numero di “profani” che utilizzavano un computer...
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