Dove lavoro -
Immagine di Venturini Carolina
Davanti a me c'è una strada in salita puntellata da indicazioni che recano scritto: "social media marketing", "fundraising", "commerciale", "organizzazione eventi", "costruzione rete sociale". Come negli antichi percorsi romani, ogni tot. chilometri, incontro la "Taverna delle Riunioni", la "Locanda della Progettazione", "l'Osteria dello Scrittore". Sono luoghi in cui sedersi, penna in mano e Moleskine aperta sulle ginocchia, e ascoltare, partecipare, proporre, evocare, creare, immaginare, appuntarsi orari e "to do list". E' il momento della creazione di calendari, data base, indirizzari. Al posto della biada per i cavalli, ci sono le statistiche da sbrogliare, comprendere, collegare. E ci sono i risultati concreti, come il balzo da 359 persone raggiunte il 26 settembre con il profilo Facebook dell'associazione alle 91.438 del 9 ottobre oppure come il +175,61% di persone che parlano degli argomenti trattati nella pagina oppure l'aumento del 107,58% di "Mi piace!".
Come ho realizzato tutto ciò? Con due semplici ingredienti: competenza e passione. Ho lavorato sui contenuti proposti, sulle relazioni, sulle proposte, sulle tempistiche, sulla condivisione e collaborazione degli utenti. Sto lavorando anche al nuovo sito della onlus, tutto improntato al fundraising e alla condivisione di storie, ricerche, materiali e appuntamenti con la rete. Raccogliere fondi è una grande incognita, ma è stimolante. Lavorare per obiettivi mi spinge a dare il massimo e la situazione di libertà di movimento è esattamente l'unica ipotesi di lavoro in cui riesco a rendere il massimo e a fare il possibile per migliorarmi ancora, producendo effetti concreti per l'ente in questione. Appena sistemate alcune "cosucce" inizierò anche l'attività puramente commerciale e, tempo pochi mesi, sarò in grado di avere un calendario di attività culturali, informative e formative per tutto il 2013, su tutto il territorio laziale. Forse anche italiano. Sicuramente capitolino.
Il mio lavoro non finisce mai, non stacco dall'ufficio alle 17 e "sto a posto così". No. Il mio ufficio è portatile, così come i miei strumenti sono sempre con me. Non rischio il sovraccarico come nella precedente esperienza perché ho imparato a gestire meglio l'ansia del fare, anche se la mia vena creativa non accenna a placarsi. Perché sono felice. Finalmente ho una opportunità. Posso lavorare e sono felice di questo. Torno a casa sfatta, ma non mi sento devastata, paranoica oppure sul chi vive. Mi sento bene perché sto facendo qualcosa di bello, fronte mare, in linea con la mia formazione scolastica, il mio carattere, le mie esigenze e la mia sensibilità. Ringrazio Dio per questo e continuo a pregare gli angeli tutti affinché sia possibile tramutare tutto questo in una prospettiva ancora più solida e duratura. Dovesse terminare a breve, questa esperienza è, al momento, la migliore, la più formativa, la più interessante che io abbia mai sperimentato.
L'argomento mi piace, l'ambiente è stimolante, il luogo è positivo, le risorse umane sono collaborative, i servizi proposti sono appetibili dal mercato e concorrenziali... le idee nascono da sole, si generano e rigenerano, vengono proposte, valutate, tenute o scartate o migliorate e, cosa assolutamente straordinaria, le riunioni d'equipe servono al lavoro, non sono gruppi psicologici o gruppi di pettegolezzo mascherati male. Si parla di lavoro e si valuta il da farsi.
Sto seriamente pensando di continuare la formazione nel fundraising nella scuola che ho frequentato a luglio, per un brevissimo periodo, in zona Forlì. Devo solo capire come si struttureranno le mie entrate e quanto potrò dedicare alla formazione extra psicologia e alle spese extra vita nuova e risparmio pro matrimonio (non voglio negarmi questo momento, non più!). Nel mentre, studiare fisiologia per il mio primo esame è qualcosa di emozionantissimo! Complicato, per carità. Ma fantastico.
Ho scelto una università online riconosciuta per il suo alto livello di professionalità e non vi so dire quanto mi sia d'aiuto poter ascoltare e ascoltare e ascoltare e ascoltare le lezioni per tutte le volte che desiderio, negli orari che mi sono più comodi, nei luoghi più disparati, grazie ai video caricati sulla piattaforma Moodle. Mi aiuta avere a disposizione una batteria di quiz e test di valutazione ad ogni capitolo perché comprendo quanto devo impegnarmi per passare questo esame, quante cose devo ancora studiare, quanti argomenti devo penetrare. Tenere il cervello in allenamento mi fa sentire viva. La cosa positiva, inoltre, è che, a differenza delle passate esperienze universitarie con l'altra laurea e il master, oggi riesco a mettere confini, a darmi limiti, a rispettare la staccionata intorno all'argomento. Ho un tema davanti e a quello mi limito senza andare a cercare sentieri di approfondimenti lunghi come il Camino di Santiago e dispersivi come una palude in epoca remota. E' bellissimo poter mettere in pausa per prendere un appunto, scorrere contemporaneamente pdf e capitoli cartacei, ascoltare le lezioni in cuffia, studiare sull'e-reader nei 50 km che mi portano al lavoro e rischiare di scendere alla stazione sbagliata perché i meccanismi che regolano la valvola mitrale e tricuspide mi hanno preso a tal punto da farmi scordare il conteggio delle fermate o del tempo. Lo ammetto: a volte mi sento come Dott. House. :-) Scherzo, ma è bello!
Novembre sarà un mese infernale perché inizieranno gli incontri "importanti", gli eventi in associazione, ci sarà il primo esame, il trasloco e il volontariato al canile in maniera continuata. Sicuramente c'è anche qualche altra cosa, ma me la sono dimenticata. Ah, sì.. un convegno sulle dipendenze e, ovviamente, il corso di nordicwalking. La parrucchiera mi ha fatto notare che mi è spuntato il primo capello bianco e che devo correre ai ripari con tinte e misture varie. A dir la verità, considerando quello che ho passato negli ultimi 3 anni, mi stupisce che io abbia ancora capelli in testa e che solo uno sia diventato bianco! :-) Ciò nonostante, su una cosa ha ragione: devo lavorare anche sulla mia immagine corporea e "modaiola" (questo sarà complicato!).
Ci sono momenti in cui l'ombra nera dei pensieri che mi avvinghiavano tempo fa copre ancora la mia persona. Non sono risolti o passati, sto cercando un calmiere che mi permetta di trovare le energie necessarie per dare loro risposte più sostanziose e significati curativi per davvero. Però so che sono momenti passeggeri, che mi sto muovendo nella giusta direzione e che le soddisfazioni vere non tarderanno ad arrivare. Sto imparando a svagarmi, a tirarmi su di morale senza la cioccolata, a vivere meglio i momenti di blocco o stallo, accettando semplicemente il momento, trovando un senso al mio star male, trovando un modo attivo, ma non cieco, per agire.
Creare il mio futuro è l'unico modo che conosco per combattere la crisi e una disoccupazione che mi ha negato e privato di tanto in questi anni. Ma non demordo. Voglio essere sempre più responsabile del mio incedere e del mio futuro e voglio che questo mi aiuti a stare bene e a fare del bene.